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Giorni dell'Europa

Mercoledì 17 maggio 2000

1. REGNO UNITO - Colloqui nella Corea del Nord.
Una delegazione del Foreign Office britannico e' arrivata ieri a Pyongyang per una serie di colloqui con le autorità nordcoreane, il cui scopo e' quello di dare nuovo impulso al dialogo tra i due paesi, iniziato nel 1995.
I progressi nei contatti bilaterali andrebbero molto a rilento, e si sarebbe ancora ben lontani dalla decisione di avviare relazioni diplomatiche, come ha fatto nel gennaio scorso l'Italia, seguita qualche settimana fa dall'Australia. Tuttavia, si osserva, l'atmosfera più rilassata di questi mesi tra il Pyongyang e l'Occidente - anche a seguito dell'annuncio del vertice del 12 giugno prossimo tra Corea del Nord e Corea del Sud, il primo nella storia dei due Paesi - potrebbe facilitare l'avvio di rapporti più stretti anche con la Gran Bretagna.
Nel corso dei colloqui con le autorità nordcoreane, la delegazione britannica solleverà la questione del rispetto dei diritti umani e del programma missilistico, che Pyongyang starebbe portando avanti nonostante i moniti dell'Occidente e in particolare degli Stati Uniti.
Il nuovo clima che si registra nei rapporti tra la Corea del Nord e l'Occidente ha intanto indotto l'Unione Europea a prendere in considerazione l'ipotesi di una ''ricompensa'' per Pyongyang, cui verrebbe concesso di aprire un proprio ufficio di Rappresentanza a Bruxelles.

2. RUSSIA - "In Kossovo devono votare tutti".
Sulle questioni aperte della crisi del Kossovo, Mosca ribadisce che delle elezioni amministrative cui prendesse parte soltanto la componente albanese non avrebbero legittimità. Secondo Mosca, e' necessario esperire ogni tentativo per coinvolgere Belgrado nella preparazione della tornata elettorale. Un approccio collaborativo delle autorità jugoslave, ad esempio in materia di registrazione degli elettori, potrebbe infatti favorire una partecipazione al voto vuoi dei serbi che vivono nella provincia vuoi di quelli che l'hanno dovuta lasciare. Nella convinzione che il voto anche serbo sia nell'interesse dello stesso popolo serbo e di Belgrado, Mosca ha pertanto intenzione di continuare ad esercitare pressioni sulle autorità jugoslave affinché si assumano un qualche ruolo attivo in proposito.
Sul ruolo del contingente delle Nazioni Unite UNMIK nella provincia e delle successive fasi di devoluzione amministrativa, Mosca guarda alla questione con occhi pragmatici, ammonendo pero' che lo status del Kossovo dovrà essere affrontato nel rispetto della Ris. 1244, coinvolgendo Belgrado.
In merito alla Bosnia-Erzegovina, Mosca riconosce l'importanza degli accordi di Dayton che, lungi dall'essere perfetti, sono tuttavia l'architrave della pace in Bosnia.

3.
TURCHIA - Insediato il nuovo presidente della Repubblica.
Si è tenuta ad Ankara la cerimonia di insediamento del neoeletto Presidente Sezer. Nel suo discorso il nuovo Capo dello Stato ha affermato che l’istituto della Presidenza sarà "un irriducibile e strenuo difensore del principio della laicità" e quindi della separazione dei sentimenti religiosi dagli affari politici e dello Stato.
Sezer nel suo discorso di insediamento ha pronunciato più volte le parole ‘democrazia’ e ‘Stato di diritto’, sottolineando che questi saranno i principi ai quali la Presidenza farà costantemente riferimento. Per il neo eletto Presidente la salvaguardia della libertà e dei diritti dell’individuo devono infatti essere considerati un "traguardo naturale" per la Turchia, da raggiungere anche grazie ad un economia solida, avanzata e ben distribuita.
Di particolare importanza è l’enfasi posta sui valori della laicità dello Stato. Quanti nel movimento islamico si erano compiaciuti dell’elezione Sezer, dovranno meditare sul fatto che nel suo pensiero non vi sono dubbi circa la necessità che il rispetto dei valori e dei sentimenti religiosi, parte integrante dei diritti individuali, non debba assolutamente implicare cedimenti sul piano della sua separazione dalla vita organizzata della società e dello Stato.
Nell’unico passaggio relativo alla politica estera, Sezer ha parlato dell’Europa evocando l’aspirazione della Turchia ad entrare a far parte dell’Unione, facendo indirettamente riferimento all’ovvio impegno del Paese per adeguarsi ai valori in vigore nell’unione stessa.

Giorni dell'Europa


17 maggio 2000
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