1. UNIONE EUROPEA - Conferenza dei paesi candidati.
Aprendo ieri a Lubiana la nona Conferenza dei 13 paesi candidati all'Unione
Europea, la Presidente del Parlamento di Strasburgo, Nicole Fontaine, ha espresso la
preoccupazione dei Quindici sulla situazione in Kossovo e in Montenegro.
''La situazione e' molto difficile - ha detto la Presidente - siamo preoccupati per le
minacce che pesano sul Montenegro e siamo coscienti che il dramma del Kossovo non e'
finito con la cessazione delle ostilità''. ''Questa situazione sottolinea - ha aggiunto -
la necessita' di sviluppare una difesa comune''.
Ai lavori della conferenza partecipano le delegazioni di Ungheria, Repubblica Ceca,
Slovenia, Polonia, Estonia e Cipro che hanno iniziato già nel '98 i negoziati con l'UE e
i nuovi candidati Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Malta, oltre alla
Turchia presente per la prima volta, e la cui candidatura e' stata accettata lo scorso
dicembre durante il summit di Helsinki.
Le delegazioni sono guidate dai presidenti o vicepresidenti del parlamento.
2. RUSSIA - I dirigenti russi pronti a dialogare con il
presidente ceceno? La leadership russa sarebbe pronta a partecipare a colloqui di pace
direttamente con il Presidente ceceno, Aslan Maskhadov. Lo ha lasciato intendere il
portavoce del Cremlino per le questioni del Caucaso settentrionale, Sergei Yastrezhembsky,
sottolineando pero' che ''parole e dichiarazioni non sono sufficienti'' per lanciare i
negoziati in cui non potranno comunque essere coinvolti i comandanti delle milizie, come
Shamil Basayev o Khattab. Questi dovranno anzi essere consegnati alle autorità russe,
cosi' come tutti gli ostaggi in mano alle milizie cecene dovranno essere liberati.
La Russia fino a ora aveva sempre risposto negativamente alle richieste di colloqui
avanzate da Maskhadov; anche se il Ministro degli Esteri Ivanov assicurava la fine
dell'intervento militare in Cecenia, il Comando militare del Caucaso del Nord basato a
Mozdok annunciava la ripresa di raid aerei russi contro le postazioni ribelli del Sud
della regione, dove veniva inoltre inviato un nuovo reggimento meccanizzato.
Da ieri i cacciabombardieri e gli elicotteri da combattimento hanno portato a termine
almeno 30 missioni, mentre secondo fonti dei ribelli, diversi soldati russi sarebbero
stati uccisi negli scontri scoppiati intorno a Vedeno e a Nozhay-Yurt, dove sarebbero
attive le milizie di Basayev e Khattab.
Ivanov ha invece affermato che ''non sono più in corso operazioni militari'' precisando
che ''e' iniziata la gestione politica del conflitto''.
3. SVIZZERA - A Ginevra colloqui russo-americani sul nuovo
disarmo. Responsabili statunitensi e russi hanno discusso ieri a Ginevra di nuovi
possibili negoziati di disarmo nucleare in seguito alla ratifica da parte della Duma
russa, venerdì scorso, del Trattato Start 2.
Non sono stati emessi comunicati ne' rilasciate dichiarazioni al termine delle
discussioni, la quinta sessione a livello tecnico tenuta in materia dal giugno 1999. Si
prevedono ulteriori 'round', ma non sono state fissate date.
Il Presidente Clinton e l'allora Presidente Ieltsin concordarono nel 1997 di avviare
negoziati per un trattato di disarmo Start 3 non appena lo Start 2 - firmato a Mosca nel
gennaio 1993 da Ieltsin e da George Bush - fosse stato ratificato.
La questione di ulteriori riduzioni degli arsenali, assieme all'eventuale modifica -
voluta da Washington ma osteggiata da Mosca - del Trattato Abm del 1972 contro i missili
balistici, sarà tra i temi del vertice in programma il 4-5 maggio prossimo a Mosca tra
Clinton e il Presidente russo Vladimir Putin.
4. UCRAINA - Si consolidano i rapporti con la Russia di Putin. Il consolidamento di una partnership strategica tra Russia e Ucraina, che sia
ancora ''più fruttuosa e profonda'', e' stato evocato dal presidente ucraino Leonid
Kuchma durante un incontro con il nuovo leader russo Vladimir Putin, in visita oggi a Kiev
di ritorno da Londra.
I leaders delle due repubbliche più popolose dell'ex URSS, dopo aver avuto un primo
colloquio nella capitale ucraina, si sono spostati in Crimea, dove Mosca ha mantenuto una
sua base navale grazie all'accordo raggiunto dallo stesso Kuchma con l'ex presidente russo
Boris Ieltsin sulla spartizione della flotta sovietica del Mar Nero.
I presidenti sono accompagnati da delegazioni politiche al massimo livello (per la Russia
ci sono tra gli altri i ministri di esteri e difesa, Igor Ivanov e Igor Sergheiev) e da
imprenditori. La discussione ha riguardato anche il delicato contenzioso sul gas che Mosca
fornisce a Kiev e per il quale rivendica un credito di due miliardi di dollari. Sul piano
politico, Putin mira poi a sondare Kuchma sulla prospettiva di un futuro coinvolgimento
dell'Ucraina in un'Unione più "vincolante" rispetto alla CSI, in analogia con
le relazioni che si stanno realizzando fra Russia e Bielorussia.