Riunione oggi a Bruxelles dei Ministri competenti per l'Ambiente dei Quindici.
Cambiamenti climatici, politiche ambientali in Europa, responsabilità per i danni
all'ambiente, biodiversità, principio di precauzione ed alcune proposte di direttive sono
tra i temi all'o.d.g. del Consiglio.
Il Consiglio si aprirà con la presentazione di una strategia comunitaria in materia di
sostanze che alterano il sistema endocrino, poiché sospettate di interferire sui sistemi
ormonali di soggetti umani e fauna selvatica. Nelle conclusioni che sarà chiamato a
votare, il Consiglio impegnerà la Commissione a riferire sull'andamento dei lavori a
partire dal 2001. Tale strategia dovrà essere coordinata e coerente con una più generale
strategia sui prodotti chimici attualmente allo studio della Commissione.
Sarà poi presentata una valutazione globale della Commissione sull'attuazione del Quinto
Programma di Azione a favore dell'ambiente, che rappresenta il primo impegno della
Comunità per uno sviluppo sostenibile. Con questo documento, la Commissione intende
avviare anche un dibattito sulla preparazione di un Sesto Programma entro la fine del
2000. Nel progetto di conclusioni che sarà chiamato a votare, il Consiglio esporrà le
sue opinioni sulla valutazione globale della Commissione e fornirà indicazioni di
carattere generale sull'approccio globale e sulle priorità del citato Sesto Programma
d'Azione a favore dell'Ambiente.
La Commissione presenterà una comunicazione sul "principio di precauzione", che
riguarda i casi in cui i riscontri scientifici sono insufficienti, non conclusivi o
incerti e la valutazione scientifica preliminare indica che esistono motivi ragionevoli di
pensare che gli effetti potenzialmente pericolosi sull'ambiente , sulla salute umana,
animale o vegetale possono risultare incompatibili con l'elevato livello di protezione
prescelto dall'U.E.
Verrà presentato il libro bianco sulla responsabilità per danni all'ambiente , con il
quale viene delineata la struttura di un futuro sistema di responsabilità comunitario per
i danni all'ambiente, mirato a realizzare il principio "chi inquina paga",
previsto dall'art. 174 del Trattato. La responsabilità per i danni all'ambiente è
infatti finalizzata ad obbligare chi causa danni all'ambiente a pagare per rimediare ai
danni causati.
E' previsto un dibattito orientativo su due proposte di direttive sull'inquinamento
atmosferico. Le proposte, che fissano limiti nazionali di emissioni che non dovranno
essere superati dopo il 2010, sono finalizzate al conseguimento di obiettivi che
riguardano, da un lato, la lotta contro l'acidificazione, dall'altro, le conseguenze
dell'esposizione all'ozono per la vegetazione e la salute umana.
2. AUSTRIA - Continuano le discussioni fra i produttori di
petrolio. I ministri del petrolio degli 11 paesi membri dellOPEC, dopo due giorni
di negoziati, non sono riusciti a trovare un accordo unanime sull'aumento della loro
produzione. L'aumento, di 1,7 milioni di barili al giorno, ci sarà, ma rimane fuori
l'Iran, che e' il secondo Paese esportatore dell'Opec. Secondo calcoli degli esperti, la
produzione globale giornaliera dei paesi Opec salirà a 24,676 milioni di barili, rispetto
ai 22,976 milioni di barili fissati nel marzo 1999. Comunque, ieri mattina il Ministro del
Petrolio iraniano, Zangeneh, ha comunicato che lIran aumenterà la produzione di
greggio "in funzione degli interessi nazionali" a partire da aprile, senza
peraltro precisare lentità dellincremento. Sembrerebbe quindi scongiurato
almeno per il momento un rischio di spaccatura in seno allOpec.
''Le nostre differenze sono di principio'' avrebbe detto il Ministro del petrolio iraniano
Namdar Zangeneh, alla conclusione dellincontro di Vienna, senza mancare di accennare
a ''pressioni politiche'', con chiaro riferimento agli Stati Uniti, i quali avevano fatto
forti pressioni per aumentare le estrazioni, affinché scendessero i prezzi del greggio
sul mercato mondiale.
L'Iran non ha dunque accettato la cifra di 1,65 milioni di barili al giorno di aumento
proposto come ultima offerta, anche se l'Arabia Saudita e gli altri Paesi membri hanno
comunque deciso di procedere da soli ad un aumento della produzione giornaliera di
greggio, che dovrebbe aggirarsi su una percentuale del 7%.
La successiva decisione del Governo di Teheran di aumentare a partire dal primo di aprile
la produzione di petrolio, senza peraltro indicane lentità, ma correlandola
semplicemente agli "interessi nazionali", sembra peraltro denotare
lintenzione dellIran di accodarsi in qualche modo allaccordo dei paesi
dellOpec, pur mantenendo salve le proprie posizioni di principio.
Un risultato, quello di Vienna, che soddisfa gli Stati Uniti, anche se questi avevano
chiesto all'Opec di aumentare l'estrazione del petrolio di almeno 2,3 milioni di barili al
giorno. Lo stesso Presidente Clinton, ancor prima del raggiungimento dell'accordo, aveva
parlato di segnali ''incoraggianti'' per un allineamento della produzione e dei consumi e
per ricostruire le scorte.
3. FRANCIA - L'economia va meglio del previsto. Riviste al rialzo le previsioni di crescita dell'economia nazionale relative ai
prossimi due anni. L'eccellente stato di salute dell'economia transalpina ed una crescita
più forte del previsto inducono proiezioni decisamente ottimistiche, anche in relazioni a
possibili politiche di alleggerimento del carico fiscale.
Le nuove previsioni di crescita sono state divulgate nei giorni scorsi con un comunicato
del Ministero dell'Economia al termine di una riunione alla quale avrebbero partecipato i
maggiori economisti francesi. Esse prevedono un aumento del Pil rispettivamente del 3,6%
per quest'anno e del 3,1% per il 2001, valori nettamente superiori a quelli che erano
stati posti dal Governo alla base della finanziaria per il 2000, impostati su un'ipotesi
di crescita compresa tra il 2,6 ed il 3%.
Sembrerebbe inoltre che potrebbero esservi le ragioni per proiezioni ancora più
ottimistiche e taluni osservatori non escludono che il tasso di crescita dell'economia
transalpina potrebbe addirittura sfiorare il 4%, segnando un risultato senza precedenti
negli ultimi anni.
4. KOSSOVO - Continua la critica russa sull'intervento della
Nato. Ad un anno dall'inizio dell'intervento dell'alleanza atlantica in Kossovo, il
Ministro degli Esteri russo, Ivanov, e il Ministro della Difesa, Sergeyev, sono
intervenuti pubblicamente per tornare a stigmatizzare le ragioni alleate che avevano dato
il via alla campagna aerea contro Milosevic e per additare le conseguenze negative che ne
sarebbero scaturite.
Mosca guarda il futuro dei rapporti NATO-Russia attraverso la lente di questa ''difficile
eredita''': l'attuale situazione in Kossovo rappresenterebbe pertanto, la cartina di
tornasole su cui verificare la reale volontà dell'Occidente di cooperazione su piede
egualitario.
Le Autorità russe riterrebbero a questo punto prioritario, da un lato, dare piena
applicazione alla risoluzione 1244, dall'altro, far riconoscere al paese un profilo
paritario rispetto alla NATO nella gestione della crisi. La Russia, che ha svolto un ruolo
di primo piano nel mettere fine al conflitto, non intenderebbe quindi accontentarsi di
fungere da braccio esecutivo delle decisioni prese dall'Alleanza ma riterrebbe di poter
concorrere, su basi paritarie, alla decisioni che orientano le operazioni militari in
Kossovo.
Il Ministro della Difesa avrebbe avvertito che se dovessero continuare i tentativi da
parte dellONU e della NATO di non rispettare la sovranità della Yugoslavia e di
favorire l'indipendenza del Kossovo, ''Mosca potrebbe vedersi costretta ad agire
autonomamente per far rispettare la risoluzione 1244''.
Il linguaggio molto duro di Ivanov e di Sergeyev indicherebbe che Mosca ritiene di dovere
tenere ancora alto il tono della polemica con gli occidentali in merito alla crisi
kossovara, malgrado la parallela ripresa del dialogo con la NATO. Tale irrigidimento
potrebbe imputarsi al timore russo che il quadro della federazione yugoslava si deteriori
ulteriormente, sia sul piano interno a Belgrado, sia quanto ai rapporti tra Serbia e
Montenegro. In questo contesto, probabilmente Mosca preferirebbe addossare ad altri le
relative responsabilità, per potersi chiamare fuori da linee di azione che apparissero
qui politicamente inaccettabili.
5. ITALIA - Il generale Clark saluta D'Alema. La visita del Gen. Wesley Clark a Roma, che incontrerà oggi il Presidente
D'Alema, si inserisce nell'ambito di una serie di visite di commiato che sta effettuando
in vista del prossimo avvicendamento con il generale Joseph W. Ralston, che avrà luogo
all'inizio di maggio.
Tale visita si svolge in un momento in cui, nonostante gli sforzi intrapresi per una
crescente e duratura stabilizzazione del Kosovo, si intensifica il confronto interetnico a
Mitrovica e sale la tensione nelle zone di confine dentro e fuori il Kosovo (come ad
esempio nella Valle di Presevo). Questa situazione aggrava i compiti all'inizio previsti
per la KFOR, la cui consistenza è attualmente ridotta rispetto al contingente originario.
Considerata l'importanza che l'Italia attribuisce alla stabilizzazione di quest'area, il
Governo italiano continua a mantenere lo schieramento di circa 8000 uomini tra la KFOR
(più di 6000 uomini con lo spiegamento in corso di circa 520 uomini del "Reggimento
San Marco") e la SFOR (circa 1600 uomini). La NATO, per parte sua, ha in più
occasioni riconosciuto le particolari capacità dei militari italiani nella gestione del
territorio, con particolare riferimento al mantenimento dell'ordine pubblico.
6. RUSSIA - Stabile il potere d'acquisto del rublo. I dati ufficiali relativi alla fine del 1999 confermano il miglioramento della
situazione economica russa, realizzando altresì risultati di rilievo in settori
significativi, quali la produzione industriale ed il commercio con l'estero.
La prima avrebbe particolarmente beneficiato della sostituzione dei prodotti importati,
nonché della ripresa della domanda interna favorita da una sostanziale tenuta del potere
d'acquisto interna del rublo e dalla stabilizzazione generale dell'economia anche sul
piano del costo del lavoro.
Da segnalare anche un forte attivo della bilancia commerciale, che si sarebbe
avvantaggiato dell'eccezionale aumento del prezzo del petrolio - e di quello di molti
metalli di produzione russa - nonché dello stesso aumento della produzione industriale,
alimentando un circolo virtuoso che a sua volta ha consentito alle entrate di bilancio di
superare abbondantemente gli obiettivi programmati.