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Giorni dell'Europa

Giovedì 23 marzo 2000

1. CONSIGLIO EUROPEO- Sessione straordinaria a Lisbona.
Comincia oggi a Lisbona la sessione straordinaria del Consiglio Europeo dedicata essenzialmente alla definizione di una strategia europea per la crescita economica, la competitività e l'occupazione. Nei programmi della Presidenza portoghese, Lisbona dovrebbe rappresentare un momento di rilancio non soltanto della strategia europea per l'occupazione, ma del ruolo economico mondiale stesso dell'Unione Europea. Per l'Italia sono presenti il Presidente del Consiglio, il Ministro Dini ed il Ministro Amato. L'obiettivo è di innescare un processo che dovrebbe portare a colmare il divario competitivo attualmente esistente tra l'economia dell'Unione e quella degli Stati Uniti.
In base al documento predisposto dalla Presidenza, le discussioni verteranno, nella prima sessione di lavoro che si apre in mattinata dopo il rituale incontro del Consiglio con il Presidente del Parlamento Europeo, essenzialmente sul tema dell'innovazione tecnologica, esaminando in particolare la promozione di modelli di produzione basati sulla conoscenza e sull'innovazione, attraverso in particolare la diffusione della tecnologia e lo sviluppo delle reti, l'Amministrazione pubblica, con particolare riguardo all'intensità di utilizzo delle nuove tecnologie ed alla qualità del processo innovativo, la realizzazione di più efficaci riforme strutturali nel quadro del processo di Cardiff, quali le facilitazioni alle piccole e medie imprese per la costituzione di società di capitali congiunte ad alto contenuto tecnologico, la promozione di più efficaci modelli di educazione, che aumentino la mobilità del lavoro all'interno dell'Unione e agiscano contro l'esclusione sociale. Il documento della Presidenza propone l'obiettivo di crescita del 3% per l'economia dell'Unione nel suo insieme, anche se non sembra approfondire come tale obiettivo si possa e debba raggiungere e come si debba tener conto dei differenziali di crescita all'interno dell'Unione.
Nella seconda sessione dei lavori - prevista nel pomeriggio, dopo il Consiglio congiunto UE-Messico che porterà alla firma della Dichiarazione di adozione dei risultati dei negoziati commerciali derivati dall'Accordo interinale sul commercio (per il Messico è presente il Presidente Zedillo) - la Presidenza portoghese intende approfondire gli aspetti attinenti alla crescita economica e al dialogo sociale.
Nel corso del pranzo di lavoro congiunto tra i Capi di Governo ed i Ministri degli Esteri che conclude la prima giornata del Consiglio Europeo è prevista la discussione sulla strategia europea per i Balcani Occidentali, le relazioni con la Russia, le prospettive della difesa europea ed una possibile breve informativa su Cipro. Potrebbe essere discusso anche il caso Austria.
I lavori del Consiglio Europeo riprenderanno domani, per concludersi in tarda mattinata, con le adozioni della conclusioni.

2. AUSTRIA - Nella capitale austriaca l'Opec deciderà di produrre più petrolio?
In vista della prossima ministeriale dell'OPEC a Vienna, si intensificano i contatti per una soluzione del problema della instabilità dei prezzi e della sicurezza delle forniture.
Che a Vienna sarà deciso l'aumento delle quote nazionali di produzione che assorba l'eccedenza di produzione sopra le quote che già ha luogo a causa dei mancati rispetti dei limiti in vigore e' dato per certo a Riyadh. Ma molto probabile e' anche la decisione di ritoccare ulteriormente al rialzo le quote e consentire un nuovo aumento della produzione che dovrebbe immettere sul mercato circa 2 milioni di barili al giorno. Sarà peraltro difficile stabilizzare i prezzi senza un meccanismo concertato di intervento rapido in grado di produrre effetti di calmieramento del mercato.
Sembra cosi' avviato a conclusione il lungo processo iniziato a Djakarta nel '97 quando, su iniziativa saudita, l'OPEC decise l'aumento delle quote di produzione nazionali, e che ha visto confermato il ruolo di Riyadh quale capitale petrolifera mondiale, riportando l’Arabia Saudita al primo posto tra i fornitori del maggior mercato mondiale, quello americano, ma ha prodotto una reazione a catena anche all'interno dei Paesi produttori che solo adesso ci si avvia in qualche modo a controllare.

3. NORVEGIA - Più attenzione all'Europa da parte del nuovo primo ministro.
Discorso programmatico del nuovo Primo Ministro laburista Stoltenberg. Una politica estera più attiva ed attenta nei confronti dell'Unione Europea sul piano esterno ed una valorizzazione e rafforzamento del settore pubblico e dello stato sociale su quello interno le due principali linee di condotta. In particolare, per quanto riguarda gli sviluppi dei rapporti di Oslo con i Quindici, il neo-Primo Ministro avrebbe sottolineato che il suo paese deve prepararsi per tempo ad affrontare i mutamenti in corso nell'ambito della U.E. ed il prossimo ingresso dei vicini scandinavi nell'Unione Economica e Monetaria. Nessun accenno sarebbe stato fatto circa una possibile riapertura del dibattito su un'eventuale adesione della Norvegia all'Unione Europea.

4. RUSSIA - In quattro punti la posizione sul Kosovo.
In vista della prossima riunione del gruppo di contatto, a cui Mosca attribuisce una certa importanza, considerandolo come il consesso che meglio di altri può affrontare con successo le questione balcaniche, il Ministro degli Esteri Ivanov ha reso nota la strategia russa in quattro punti per la futura sistemazione politica del Kossovo, indicando quali siano le priorità di Mosca. La posizione russa muove dall'avere ben presente la attuale situazione a Belgrado, dove Milosevic continua a rimanere ben saldo al potere e l'opposizione non sembra rappresentare al momento un pericolo per il presidente. Alla luce di tale situazione, la prima delle condizioni poste riguarda l'integrità territoriale della Yugoslavia. Infatti, secondo Ivanov, vi può essere soluzione al problema del Kossovo solo nel pieno rispetto della sovranità della RFY. La seconda è l'inizio dei negoziati per la definizione dello status definitivo della regione. Come terzo punto, il governo di Mosca pone la possibilità di una stretta collaborazione con Belgrado per la protezione dei confini della RFY con Albania e Macedonia, ritenuti da Mosca insicuri in quanto attraverso i quali passerebbero criminali e armamenti. La quarta è legata alla ricreazione in Yugoslavia delle condizioni per il rientro dei rifugiati in Kossovo e per una pacifica convivenza inter-etnica.

Giorni dell'Europa


23 marzo 2000
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