1. CONSIGLIO EUROPEO- Sessione straordinaria a Lisbona.
Comincia oggi a Lisbona la sessione straordinaria del Consiglio Europeo
dedicata essenzialmente alla definizione di una strategia europea per la crescita
economica, la competitività e l'occupazione. Nei programmi della Presidenza portoghese,
Lisbona dovrebbe rappresentare un momento di rilancio non soltanto della strategia europea
per l'occupazione, ma del ruolo economico mondiale stesso dell'Unione Europea. Per
l'Italia sono presenti il Presidente del Consiglio, il Ministro Dini ed il Ministro Amato.
L'obiettivo è di innescare un processo che dovrebbe portare a colmare il divario
competitivo attualmente esistente tra l'economia dell'Unione e quella degli Stati Uniti.
In base al documento predisposto dalla Presidenza, le discussioni verteranno, nella prima
sessione di lavoro che si apre in mattinata dopo il rituale incontro del Consiglio con il
Presidente del Parlamento Europeo, essenzialmente sul tema dell'innovazione tecnologica,
esaminando in particolare la promozione di modelli di produzione basati sulla
conoscenza e sull'innovazione, attraverso in particolare la diffusione della
tecnologia e lo sviluppo delle reti, l'Amministrazione pubblica, con particolare
riguardo all'intensità di utilizzo delle nuove tecnologie ed alla qualità del processo
innovativo, la realizzazione di più efficaci riforme strutturali nel quadro del
processo di Cardiff, quali le facilitazioni alle piccole e medie imprese per la
costituzione di società di capitali congiunte ad alto contenuto tecnologico, la
promozione di più efficaci modelli di educazione, che aumentino la mobilità del
lavoro all'interno dell'Unione e agiscano contro l'esclusione sociale. Il documento della
Presidenza propone l'obiettivo di crescita del 3% per l'economia dell'Unione nel suo
insieme, anche se non sembra approfondire come tale obiettivo si possa e debba raggiungere
e come si debba tener conto dei differenziali di crescita all'interno dell'Unione.
Nella seconda sessione dei lavori - prevista nel pomeriggio, dopo il Consiglio congiunto
UE-Messico che porterà alla firma della Dichiarazione di adozione dei risultati dei
negoziati commerciali derivati dall'Accordo interinale sul commercio (per il Messico è
presente il Presidente Zedillo) - la Presidenza portoghese intende approfondire gli
aspetti attinenti alla crescita economica e al dialogo sociale.
Nel corso del pranzo di lavoro congiunto tra i Capi di Governo ed i Ministri degli Esteri
che conclude la prima giornata del Consiglio Europeo è prevista la discussione sulla
strategia europea per i Balcani Occidentali, le relazioni con la Russia, le prospettive
della difesa europea ed una possibile breve informativa su Cipro. Potrebbe essere discusso
anche il caso Austria.
I lavori del Consiglio Europeo riprenderanno domani, per concludersi in tarda mattinata,
con le adozioni della conclusioni.
2. AUSTRIA - Nella capitale austriaca l'Opec deciderà di
produrre più petrolio? In vista della prossima ministeriale dell'OPEC a Vienna, si intensificano i
contatti per una soluzione del problema della instabilità dei prezzi e della sicurezza
delle forniture.
Che a Vienna sarà deciso l'aumento delle quote nazionali di produzione che assorba
l'eccedenza di produzione sopra le quote che già ha luogo a causa dei mancati rispetti
dei limiti in vigore e' dato per certo a Riyadh. Ma molto probabile e' anche la decisione
di ritoccare ulteriormente al rialzo le quote e consentire un nuovo aumento della
produzione che dovrebbe immettere sul mercato circa 2 milioni di barili al giorno. Sarà
peraltro difficile stabilizzare i prezzi senza un meccanismo concertato di intervento
rapido in grado di produrre effetti di calmieramento del mercato.
Sembra cosi' avviato a conclusione il lungo processo iniziato a Djakarta nel '97 quando,
su iniziativa saudita, l'OPEC decise l'aumento delle quote di produzione nazionali, e che
ha visto confermato il ruolo di Riyadh quale capitale petrolifera mondiale, riportando
lArabia Saudita al primo posto tra i fornitori del maggior mercato mondiale, quello
americano, ma ha prodotto una reazione a catena anche all'interno dei Paesi produttori che
solo adesso ci si avvia in qualche modo a controllare.
3. NORVEGIA - Più attenzione all'Europa da parte del nuovo primo
ministro. Discorso programmatico del nuovo Primo Ministro laburista Stoltenberg. Una
politica estera più attiva ed attenta nei confronti dell'Unione Europea sul piano esterno
ed una valorizzazione e rafforzamento del settore pubblico e dello stato sociale su quello
interno le due principali linee di condotta. In particolare, per quanto riguarda gli
sviluppi dei rapporti di Oslo con i Quindici, il neo-Primo Ministro avrebbe sottolineato
che il suo paese deve prepararsi per tempo ad affrontare i mutamenti in corso nell'ambito
della U.E. ed il prossimo ingresso dei vicini scandinavi nell'Unione Economica e
Monetaria. Nessun accenno sarebbe stato fatto circa una possibile riapertura del dibattito
su un'eventuale adesione della Norvegia all'Unione Europea.
4. RUSSIA - In quattro punti la posizione sul Kosovo. In vista della prossima riunione del gruppo di contatto, a cui Mosca
attribuisce una certa importanza, considerandolo come il consesso che meglio di altri può
affrontare con successo le questione balcaniche, il Ministro degli Esteri Ivanov ha reso
nota la strategia russa in quattro punti per la futura sistemazione politica del Kossovo,
indicando quali siano le priorità di Mosca. La posizione russa muove dall'avere ben
presente la attuale situazione a Belgrado, dove Milosevic continua a rimanere ben saldo al
potere e l'opposizione non sembra rappresentare al momento un pericolo per il presidente.
Alla luce di tale situazione, la prima delle condizioni poste riguarda l'integrità
territoriale della Yugoslavia. Infatti, secondo Ivanov, vi può essere soluzione al
problema del Kossovo solo nel pieno rispetto della sovranità della RFY. La seconda è
l'inizio dei negoziati per la definizione dello status definitivo della regione. Come
terzo punto, il governo di Mosca pone la possibilità di una stretta collaborazione con
Belgrado per la protezione dei confini della RFY con Albania e Macedonia, ritenuti da
Mosca insicuri in quanto attraverso i quali passerebbero criminali e armamenti. La quarta
è legata alla ricreazione in Yugoslavia delle condizioni per il rientro dei rifugiati in
Kossovo e per una pacifica convivenza inter-etnica.