1. GRAN BRETAGNA - Sale al quarto posto fra i Paesi industrializzati.
Secondo i dati Eurostat resi noti ieri, il PIL della Gran Bretagna ha superato
nel 1999 quello francese, portandosi al quarto posto fra le grandi economie dopo Stati
Uniti, Giappone e Germania.
Il dato (1348 miliardi di Euro, a fronte dei 1347 della Francia) non è calcolato col
metodo della parità di potere d'acquisito, e sconta anche la sopravvalutazione della
sterlina (nell'ordine del 15% rispetto all'Euro secondo le stime ricorrenti).
Si tratta dunque di cifre che potenzialmente potrebbero ridimensionarsi in futuro, anche
se rimane il fatto certo di una crescita economica in Gran Bretagna più vivace che negli
altri maggiori partners europei e di una forza della sterlina che comunque riflette la
positiva congiuntura in atto nel Paese.
2. GRECIA - Conferma del dialogo strategico con la Turchia. La Grecia riconferma la volontà di proseguire nell'azione intesa a consolidare
il proprio ruolo nel sud-est europeo. Nei rapporti con la Turchia, Atene si dice disposta
ad avviare un dialogo bilaterale anche su questioni di maggior rilievo, tra cui il
contenzioso sulla piattaforma territoriale, dopo gli incontri degli scorsi mesi e la firma
di nove accordi su varie materie.
Riproporre largomento della piattaforma continentale con determinazione, proprio
alla vigilia di elezioni politiche, in relazioni alle quali l'argomento specifico potrebbe
risultare tutt'altro che pagante, ha un significato particolare, soprattutto ove messo in
relazione - come intende Papandreou - con la trasformazione dopo Helsinki, sotto molti
profili, dei rapporti greco-turchi in rapporti euro-greco-turchi.
3. ITALIA - L'alleanza industriale tra Fiat e General Motors. Fiat e General Motors hanno costituito un'alleanza industriale strategica,
dando vita a un importante partnership in due dei maggiori mercati automobilistici del
mondo: Europa e America Latina.
General Motors e Fiat rimarranno indipendenti e continueranno ad essere concorrenti nei
mercati mondiali. GM sottoscriverà una partecipazione del 20% in Fiat Auto, in cambio di
azioni della stessa GM per una quota pari al 5,1% della capitalizzazione della società
americana, equivalente a un valore di 2,4 miliardi di dollari. In base all'accordo
definitivo annunciato ieri, Fiat avrà il diritto in futuro, se lo riterrà opportuno e a
sua discrezione, di vendere il rimanente 80% di azioni di Fiat Auto alla GM a valori equi
di mercato, e GM ha diritto di prelazione se Fiat deciderà in tal senso. Gli altri
settori del Gruppo Fiat, incluse Ferrari e Maserati, non sono coinvolti in questo accordo.
Punto chiave dell'alleanza sarà la creazione di joint ventures al 50% nei settori degli
acquisti e della produzione di motori e cambi.
L'alleanza permetterà, secondo le stime delle due società, di conseguire significative
sinergie nella riduzione dei costi dei materiali, nel potenziamento delle attività
motoristiche di ciascun gruppo, nell'efficienza delle operazioni collegate ai servizi
finanziari, nello scambio di tecnologie, nell'utilizzo di piattaforme comuni, cosi' come
in altre aree attualmente in esame. Tali sinergie dovrebbero portare benefici annuali per
1,2 miliardi di dollari a partire dal terzo anno, che potranno aumentare fino a 2 miliardi
annuali a partire dal quinto anno, quando i componenti comuni saranno effettivamente
utilizzati.
4. ITALIA - Il Giappone favorevole al ruolo dell'Italia per la
Corea del Nord. L'importanza del contributo italiano al graduale inserimento della Corea del
Nord nella comunità internazionale e' stata ribadita dal portavoce del Ministero degli
Esteri giapponese, Yamazaki, a commento dell'annuncio della imminente visita del Ministro
Dini a Pyongyang.
Yamazaki ha in particolare fatto notare che la distanza geografica (che farebbe pensare
alla mancanza di un interesse geopolitico diretto) non ha impedito all'Unione Europea, e
quindi allItalia, di contribuire al finanziamento di programmi che contribuiscono
alla stabilita' e alla sicurezza regionale e globale.
5. POLONIA - Visita del presidente Ciampi, anche per parlare di
Europa. La visita di oggi e domani a Varsavia del Presidente della Repubblica,
accompagnato dal Ministro Dini, segue quella fatta in Italia dal Presidente Kwasniewski
nel 1997.
Sul piano bilaterale, la Polonia si attende una continuazione dellimpegno finora
profuso in campo economico e finanziario, e la conferma del nostro sostegno ad una rapida
integrazione nellUnione Europea, di cui si mette in risalto soprattutto il carattere
politico nei confronti dei requisiti più propriamente tecnici. Da parte dellItalia,
si ritiene che la visita possa riequilibrare sul versante politico i risultati di
collaborazione con la Polonia già raggiunti nel campo economico e culturale, con
particolare riferimento alle tematiche ONU (riforma del Consiglio di Sicurezza e
candidatura italiana per il biennio 2001-2002) su cui si registra tuttora qualche
divergenza di vedute.
LItalia costituisce il secondo partner commerciale della Polonia e il terzo partner
per investimenti; risultato, questultimo, dovuto ai successi raccolti nelle grandi
privatizzazioni e a una politica di investimenti agevolata, per gli operatori italiani,
dalla relativa sicurezza del Paese, dai costi ragionevoli della mano dopera, da
talune facilitazioni fiscali, dal promettente sviluppo del mercato interno.
Linterscambio italo-polacco che si è più che triplicato rispetto al 1991
è stato nel 1998 pari a 9.642,4 miliardi di lire e si è attestato nel corso del
primo semestre 1999 intorno ai 4.810 miliardi di lire. Nonostante il quadro
economico-commerciale positivo, la Polonia lamenta il forte deficit dellinterscambio
a nostro favore, pari a 1.610 miliardi di lire.
Riguardo ai temi regionali, assume naturalmente rilevanza primaria il processo di adesione
all'Unione Europea, iniziato nel marzo 1998 con l'avvio dei negoziati a tal fine. Secondo
un rapporto della Commissione presentato lo scorso ottobre, nonostante un risultato nel
complesso positivo, alcuni obiettivi, in particolare nel settore agricolo, ambientale,
amministrativo e istituzionale, non sono stati ancora raggiunti. A fronte delle richieste
di Varsavia polacche di chiudere rapidamente il maggior numero di capitoli e di fissare
fin dora una "data obiettivo", che permetta il simultaneo svolgimento
della Conferenza Intergovernativa e la ratifica del trattato di adesione da parte dei
candidati, la UE ha richiesto al Governo polacco di concentrarsi sulle modalità
qualitative di adesione allUnione, mirando ad un approfondimento dei capitoli
oggetto di negoziato. Andrà inoltre ulteriormente migliorata la capacità della Polonia
di adeguarsi allacquis comunitario, attraverso un uso appropriato dei
programmi Phare, il cui stanziamento per il 2000 è stato aumentato, e dei programmi di
pre-adesione ISPA (trasporti e ambiente) e SAPARD (agricoltura).
6. SPAGNA - Largo successo elettorale di Aznar. Le elezioni politiche svoltesi domenica in Spagna hanno sancito il largo
successo del partito di centro destra, guidato da Josè Marìa Aznar, che ha governato il
Paese negli ultimi quattro anni. Il Partido Popular ottiene la maggioranza dei voti
in entrambi i rami del Parlamento, svincolandosi, almeno in teoria, dall'appoggio dei
partiti nazionalisti. Netta sconfitta per i due partiti di sinistra, il Psoe di Alumnia e
la coalizione Izquierda Unida di Frutos, che perdono un cospicuo numero di seggi.
Col voto di domenica che, andando ben oltre ogni ipotesi di vittoria prevista nei
sondaggi, ha assegnato al Partido Popular il più alto numero di Parlamentari
dall'avvento della democrazia, gli spagnoli hanno dimostrato di aver attribuito al merito
di Aznar la persistente e sostenuta crescita economica che, nella seconda parte del
mandato del Primo Ministro, si è tradotta anche in una diminuzione della disoccupazione,
endemico problema spagnolo.
Aznar ha raccolto un vasto consenso che gli permetterà di formare il nuovo esecutivo
prescindendo dall'appoggio parlamentare di Convergenzia i Uniò, il partito dei
nazionalisti catalani di Jordi Pujol che sono stati suoi alleati nella coalizione di
governo durante la scorsa legislatura. Teoricamente il peso negoziale di questi partiti si
dovrebbe ridurre e diverrà più difficile per i nazionalisti catalani dare vita
all'"ultima richiesta", vale a dire ottenere un ennesimo, cospicuo trasferimento
di risorse finanziarie dal centro (Madrid) alla periferia (Barcellona). Il condizionale è
d'obbligo perché alla netta vittoria del Partido Popular ha fatto da contraltare
l'uguale successo complessivo, almeno in termini di seggi, dell'insieme dei partiti
nazionalistici che hanno sottratto voti al Partito Socialista. Si registra, in
particolare, la sensibile crescita del Partito canario e di quello gallego, che per la
prima volta porta dei propri rappresentanti alle Cortes. Il nodo da sciogliere è se Aznar
deciderà di dare vita ad un governo monopartitico o se, evitando di arroccarsi, puntare
ad uno di coalizione, con una ridotta forza dei partiti nazionalistici rispetto all'ultima
legislatura. Nel Paese Basco, Heri Batasuna, braccio politico dell'ETA, ha perso i due
seggi che aveva nel precedente parlamento che sono comunque andati al partito nazionalista
basco, di istanze nazionaliste più moderate e vicino al partito socialista.