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Giorni dell'Europa

Martedì 14 marzo 2000

1. GRAN BRETAGNA - Sale al quarto posto fra i Paesi industrializzati.
Secondo i dati Eurostat resi noti ieri, il PIL della Gran Bretagna ha superato nel 1999 quello francese, portandosi al quarto posto fra le grandi economie dopo Stati Uniti, Giappone e Germania.
Il dato (1348 miliardi di Euro, a fronte dei 1347 della Francia) non è calcolato col metodo della parità di potere d'acquisito, e sconta anche la sopravvalutazione della sterlina (nell'ordine del 15% rispetto all'Euro secondo le stime ricorrenti).
Si tratta dunque di cifre che potenzialmente potrebbero ridimensionarsi in futuro, anche se rimane il fatto certo di una crescita economica in Gran Bretagna più vivace che negli altri maggiori partners europei e di una forza della sterlina che comunque riflette la positiva congiuntura in atto nel Paese.

2. GRECIA - Conferma del dialogo strategico con la Turchia.
La Grecia riconferma la volontà di proseguire nell'azione intesa a consolidare il proprio ruolo nel sud-est europeo. Nei rapporti con la Turchia, Atene si dice disposta ad avviare un dialogo bilaterale anche su questioni di maggior rilievo, tra cui il contenzioso sulla piattaforma territoriale, dopo gli incontri degli scorsi mesi e la firma di nove accordi su varie materie.
Riproporre l’argomento della piattaforma continentale con determinazione, proprio alla vigilia di elezioni politiche, in relazioni alle quali l'argomento specifico potrebbe risultare tutt'altro che pagante, ha un significato particolare, soprattutto ove messo in relazione - come intende Papandreou - con la trasformazione dopo Helsinki, sotto molti profili, dei rapporti greco-turchi in rapporti euro-greco-turchi.

3. ITALIA - L'alleanza industriale tra Fiat e General Motors.
Fiat e General Motors hanno costituito un'alleanza industriale strategica, dando vita a un importante partnership in due dei maggiori mercati automobilistici del mondo: Europa e America Latina.
General Motors e Fiat rimarranno indipendenti e continueranno ad essere concorrenti nei mercati mondiali. GM sottoscriverà una partecipazione del 20% in Fiat Auto, in cambio di azioni della stessa GM per una quota pari al 5,1% della capitalizzazione della società americana, equivalente a un valore di 2,4 miliardi di dollari. In base all'accordo definitivo annunciato ieri, Fiat avrà il diritto in futuro, se lo riterrà opportuno e a sua discrezione, di vendere il rimanente 80% di azioni di Fiat Auto alla GM a valori equi di mercato, e GM ha diritto di prelazione se Fiat deciderà in tal senso. Gli altri settori del Gruppo Fiat, incluse Ferrari e Maserati, non sono coinvolti in questo accordo. Punto chiave dell'alleanza sarà la creazione di joint ventures al 50% nei settori degli acquisti e della produzione di motori e cambi.
L'alleanza permetterà, secondo le stime delle due società, di conseguire significative sinergie nella riduzione dei costi dei materiali, nel potenziamento delle attività motoristiche di ciascun gruppo, nell'efficienza delle operazioni collegate ai servizi finanziari, nello scambio di tecnologie, nell'utilizzo di piattaforme comuni, cosi' come in altre aree attualmente in esame. Tali sinergie dovrebbero portare benefici annuali per 1,2 miliardi di dollari a partire dal terzo anno, che potranno aumentare fino a 2 miliardi annuali a partire dal quinto anno, quando i componenti comuni saranno effettivamente utilizzati.

4. ITALIA - Il Giappone favorevole al ruolo dell'Italia per la Corea del Nord.
L'importanza del contributo italiano al graduale inserimento della Corea del Nord nella comunità internazionale e' stata ribadita dal portavoce del Ministero degli Esteri giapponese, Yamazaki, a commento dell'annuncio della imminente visita del Ministro Dini a Pyongyang.
Yamazaki ha in particolare fatto notare che la distanza geografica (che farebbe pensare alla mancanza di un interesse geopolitico diretto) non ha impedito all'Unione Europea, e quindi all’Italia, di contribuire al finanziamento di programmi che contribuiscono alla stabilita' e alla sicurezza regionale e globale.

5. POLONIA - Visita del presidente Ciampi, anche per parlare di Europa.
La visita di oggi e domani a Varsavia del Presidente della Repubblica, accompagnato dal Ministro Dini, segue quella fatta in Italia dal Presidente Kwasniewski nel 1997.
Sul piano bilaterale, la Polonia si attende una continuazione dell’impegno finora profuso in campo economico e finanziario, e la conferma del nostro sostegno ad una rapida integrazione nell’Unione Europea, di cui si mette in risalto soprattutto il carattere politico nei confronti dei requisiti più propriamente tecnici. Da parte dell’Italia, si ritiene che la visita possa riequilibrare sul versante politico i risultati di collaborazione con la Polonia già raggiunti nel campo economico e culturale, con particolare riferimento alle tematiche ONU (riforma del Consiglio di Sicurezza e candidatura italiana per il biennio 2001-2002) su cui si registra tuttora qualche divergenza di vedute.
L’Italia costituisce il secondo partner commerciale della Polonia e il terzo partner per investimenti; risultato, quest’ultimo, dovuto ai successi raccolti nelle grandi privatizzazioni e a una politica di investimenti agevolata, per gli operatori italiani, dalla relativa sicurezza del Paese, dai costi ragionevoli della mano d’opera, da talune facilitazioni fiscali, dal promettente sviluppo del mercato interno. L’interscambio italo-polacco – che si è più che triplicato rispetto al 1991 – è stato nel 1998 pari a 9.642,4 miliardi di lire e si è attestato nel corso del primo semestre 1999 intorno ai 4.810 miliardi di lire. Nonostante il quadro economico-commerciale positivo, la Polonia lamenta il forte deficit dell’interscambio a nostro favore, pari a 1.610 miliardi di lire.
Riguardo ai temi regionali, assume naturalmente rilevanza primaria il processo di adesione all'Unione Europea, iniziato nel marzo 1998 con l'avvio dei negoziati a tal fine. Secondo un rapporto della Commissione presentato lo scorso ottobre, nonostante un risultato nel complesso positivo, alcuni obiettivi, in particolare nel settore agricolo, ambientale, amministrativo e istituzionale, non sono stati ancora raggiunti. A fronte delle richieste di Varsavia polacche di chiudere rapidamente il maggior numero di capitoli e di fissare fin d’ora una "data obiettivo", che permetta il simultaneo svolgimento della Conferenza Intergovernativa e la ratifica del trattato di adesione da parte dei candidati, la UE ha richiesto al Governo polacco di concentrarsi sulle modalità qualitative di adesione all’Unione, mirando ad un approfondimento dei capitoli oggetto di negoziato. Andrà inoltre ulteriormente migliorata la capacità della Polonia di adeguarsi all’acquis comunitario, attraverso un uso appropriato dei programmi Phare, il cui stanziamento per il 2000 è stato aumentato, e dei programmi di pre-adesione ISPA (trasporti e ambiente) e SAPARD (agricoltura).

6. SPAGNA - Largo successo elettorale di Aznar.
Le elezioni politiche svoltesi domenica in Spagna hanno sancito il largo successo del partito di centro destra, guidato da Josè Marìa Aznar, che ha governato il Paese negli ultimi quattro anni. Il Partido Popular ottiene la maggioranza dei voti in entrambi i rami del Parlamento, svincolandosi, almeno in teoria, dall'appoggio dei partiti nazionalisti. Netta sconfitta per i due partiti di sinistra, il Psoe di Alumnia e la coalizione Izquierda Unida di Frutos, che perdono un cospicuo numero di seggi.
Col voto di domenica che, andando ben oltre ogni ipotesi di vittoria prevista nei sondaggi, ha assegnato al Partido Popular il più alto numero di Parlamentari dall'avvento della democrazia, gli spagnoli hanno dimostrato di aver attribuito al merito di Aznar la persistente e sostenuta crescita economica che, nella seconda parte del mandato del Primo Ministro, si è tradotta anche in una diminuzione della disoccupazione, endemico problema spagnolo.
Aznar ha raccolto un vasto consenso che gli permetterà di formare il nuovo esecutivo prescindendo dall'appoggio parlamentare di Convergenzia i Uniò, il partito dei nazionalisti catalani di Jordi Pujol che sono stati suoi alleati nella coalizione di governo durante la scorsa legislatura. Teoricamente il peso negoziale di questi partiti si dovrebbe ridurre e diverrà più difficile per i nazionalisti catalani dare vita all'"ultima richiesta", vale a dire ottenere un ennesimo, cospicuo trasferimento di risorse finanziarie dal centro (Madrid) alla periferia (Barcellona). Il condizionale è d'obbligo perché alla netta vittoria del Partido Popular ha fatto da contraltare l'uguale successo complessivo, almeno in termini di seggi, dell'insieme dei partiti nazionalistici che hanno sottratto voti al Partito Socialista. Si registra, in particolare, la sensibile crescita del Partito canario e di quello gallego, che per la prima volta porta dei propri rappresentanti alle Cortes. Il nodo da sciogliere è se Aznar deciderà di dare vita ad un governo monopartitico o se, evitando di arroccarsi, puntare ad uno di coalizione, con una ridotta forza dei partiti nazionalistici rispetto all'ultima legislatura. Nel Paese Basco, Heri Batasuna, braccio politico dell'ETA, ha perso i due seggi che aveva nel precedente parlamento che sono comunque andati al partito nazionalista basco, di istanze nazionaliste più moderate e vicino al partito socialista.

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14 marzo 2000
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