1. CONSIGLIO EUROPEO - L'Italia favorevole al voto a maggioranza.
Riunione ieri a Bruxelles del Gruppo preparatorio dei Rappresentanti Personali
CIG dedicata alla questione dell'estensione del voto a maggioranza qualificata. La
posizione italiana è nettamente favorevole alla massima estensione della procedura a
maggioranza qualificata ed alla limitazione dell'utilizzo dell'unanimità.
Nel corso della Conferenza Inter-governativa le discussioni in materia di estensione del
voto a maggioranza qualificata rappresenteranno uno dei passaggi più delicati nel quadro
generale di riforma che dovrà adeguare la struttura comunitaria in vista del futuro
allargamento ai Paesi candidati dell'Europa centro-orientale e Cipro.
Per l'Italia, l'estensione del voto a maggioranza qualificata rappresenta, proprio in
prospettiva dell'allargamento, un obiettivo essenziale al fine di salvaguardare la
capacità decisionale dell'Unione Europea e il carattere sovranazionale del processo di
integrazione. Nella valutazione italiana il ricorso a procedure decisionali fondate
sull'unanimità deve essere rigorosamente limitato, poiché condiziona fortemente il
processo decisionale attribuendo un sostanziale potere di veto a ciascuno degli Stati
membri: già in una Unione a quindici ciò frena considerevolmente il processo di
integrazione, in una dimensione ancora più ampia e conseguentemente meno omogenea il
rischio di paralisi è quindi più concreto.
Con la votazione a maggioranza qualificata, invece, liter decisionale dovrebbe
essere semplificato, favorendo il raggiungimento di soluzioni di compromesso ed evitando,
nella maggior parte dei casi, il ricorso ad una votazione formale. Tale procedura tende
quindi a facilitare, nella nostra valutazione fondata peraltro sull'esperienza dei lavori
comunitari, l'incorporazione di un maggior numero di interessi degli Stati membri nelle
decisioni finali, permettendo di contemperare quanto più possibile i diversi approcci
nell'attuazione delle politiche comuni dell'Unione.
Nell'analisi italiana la combinazione ottimale sarebbe rappresentata dalla massima
estensione possibile della maggioranza qualificata e dall'introduzione della procedura di
codecisione con il Parlamento Europeo. In tal modo, alla formazione della volontà
politica dei Governi dell'Unione, rappresentati in seno al Consiglio, si accompagnerà la
formazione della volontà popolare, rappresentata in Parlamento: ciò dovrebbe costituire
un'ulteriore garanzia per gli Stati minorizzati in sede di Consiglio.
La maggioranza qualificata dovrebbe costituire la regola decisionale tipica: rispetto ad
essa dovrebbero essere considerate eccezioni nei due sensi sia la maggioranza semplice che
l'unanimità. Per evidenziare senza equivoci tali eccezioni, queste dovrebbero essere
esplicitamente identificate nellarticolato dei Trattati, in mancanza applicando la
maggioranza qualificata.
In particolare, le categorie alle quali riservare l'unanimità, da parte italiana si
ritiene dovrebbero essere quelle attinenti ai principi fondamentali dell'Unione (rispetto
della democrazia e dello stato di diritto, protezione dei diritti fondamentali, tutela ed
estensione dei diritti di cittadinanza), alla struttura fondamentale (revisione dei
Trattati, adesione nuovi membri), al sistema istituzionale ed al suo funzionamento
(composizione delle istituzioni, funzioni e competenze, regime linguistico),
all'adempimento di procedure costituzionali interne agli Stati membri rispetto a decisioni
dell'Unione (ratifiche, referendum), alle decisioni a forte implicazione politica, alle
disposizioni relative all'Unione Economica e Monetaria, alle deroghe alle regole del
mercato interno.
2. FRANCIA - Crescono insieme economia ed occupazione. In un quadro di sostanziale stabilità macroeconomica, l'economia francese ha
registrato nel corso del secondo semestre del 1999 una accelerazione della crescita e un
accresciuto tasso di occupazione.
Le informazioni congiunturali rese note in questi giorni confermerebbero un aumento
complessivo del P.I.L. nel corso dello scorso anno del 2,7%, con una produzione
industriale in forte ripresa a partire dal mese di luglio. Permarrebbero a livelli storici
elevati anche gli indicatori di fiducia delle imprese e delle famiglie, tanto che anche le
previsioni per l'anno in corso prefigurano un'ulteriore accelerazione della crescita.
Questa dovrebbe essere trainata essenzialmente dall'andamento favorevole dei consumi e
degli investimenti privati.
Si registrata anche un incremento dell'inflazione, che si attesterebbe su un tasso
tendenziale dell'1,7%, per cause dovute essenzialmente all'aumento dei costi dell'energia.
Dati confortanti provengono infine dal tasso di occupazione della forza lavoro che nel
corso di tutto il 1999 ha proseguito la propria crescita, aumentando complessivamente di
circa il 2,5%, equivalente a circa 350.000 nuovi posti di lavoro. L'aumento
dell'occupazione si sarebbe realizzato in gran parte sotto forma di lavoro interinale ed
ha riguardato in massima parte il settore dei servizi.
3. GERMANIA - Cambiano le relazioni con l'Iran. Il ministro degli Esteri tedesco Fisher ha lasciato ieri Teheran al termine di
una breve visita, tesa a rilanciare gli storici rapporti della Germania con l'Iran. ''I
tempi sono maturi per voltare pagina e rafforzare le relazioni bilaterali'', ha detto,
durante un incontro con Fischer, il Presidente iraniano Mohammad Khatami.
Giunto ieri sera a Teheran in coincidenza con la conclusione della visita del Ministro
Dini, dal 1991 Fischer e' il primo capo della diplomazia tedesca a visitare l'Iran, del
quale un tempo la Germania era il primo partner commerciale europeo. Scopo della missione
era anche quello di preparare una prossima visita di Khatami a Berlino. I rapporti tra i
due Paesi erano tesi sin dal 1997, quando un tribunale di Berlino chiamo' in causa i
massimi vertici iraniani per l'uccisione di quattro oppositori curdi, il cosiddetto 'caso
Mykonos'. La crisi diplomatica fu aggravata dall'arresto in Iran di un tedesco accusato di
relazioni extraconiugali con una musulmana e la cui vicenda si e' risolta positivamente
solo un paio di mesi fa.
4. ITALIA - Si avvicina il voto degli italiani all'estero. Con l'approvazione data ieri da parte della Camera del testo di attuazione,
viene compiuto un ulteriore passo del lungo iter legislativo che una volta conclusosi
positivamente concederà agli italiani residenti all'estero il diritto di voto. Saranno 18
i parlamentari 'esteri': 12 Deputati e 6 Senatori.
Sul contingente di Parlamentari "esteri" è stato raggiunto un accordo tra le
forze politiche, tenendo presente che le originarie richieste del Consiglio Nazionale per
gli Italiani all'estero prevedevano 16 Deputati e 8 Senatori, per un totale di 24
parlamentari. Con la decisione assunta ieri è stato peraltro deciso che i 18 parlamentari
vanno inglobati nel totale generale di 945 e non come quota aggiuntiva.
Il provvedimento prevede la concessione agli italiani residenti all'estero del diritto di
voto attivo e passivo, permettendo ai rappresentanti dei nostri connazionali di candidarsi
ed essere eletti al Parlamento nazionale.
Nell'esprimere la propria soddisfazione, il Sottosegretario Danieli, a cui e stata
conferita la delega per gli Italiani nel mondo, ha ribadito l'importanza di proseguire con
determinazione e celerità nelle ulteriori fasi previste dall'iter legislativo.