1. DIFESA EUROPEA - Le "condizioni" dell'alleato americano.
Il segretario di stato americano, Madeleine Albright, si e' dichiarata
favorevole allo sviluppo di una struttura autonoma di difesa europea, a condizione pero'
che sia complementare e non antagonista della Nato. 'Alleanza atlantica e il progetto
europeo di sviluppare una politica comune di difesa e di sicurezza - ha detto la Albright
- devono ''essere legati da relazioni di trasparenza e cooperazione''. ''Un'Europa più
forte non deve significare un indebolito partenariato atlantico'' ha aggiunto.
Il segretario di stato ha comunque aggiunto che Washington ''appoggia fortemente o
sviluppo dell'iniziativa europea di sicurezza e di difesa'', e auspicato che questo
permetta all'Europa di disporre di forze ''moderne, flessibili e pronte a operare in seno
alla Nato, o separatamente laddove l'alleanza non e' impegnata''.
2. AUSTRIA - Contenti delle dimissioni di Haider. Quasi la meta' degli austriaci si mostrata soddisfatta delle dimissioni di
Joerg Haider dalla guida del Partito liberale. Se in Europa la sortita del leader
ultranazionalista e' stata giudicata con diffidenza, il 46 per cento degli intervistati si
e' espresso chiaramente a favore della decisione di Haider, il 25 per cento contro e il 29
per cento ha risposto di non sapere. Ma l'80 per cento crede che, nonostante le dimissioni
dalla guida del partito, ora al governo con i popolari del cancelliere Wolfgang Schuessel,
il governatore della Carinzia riesca comunque a condizionare il lavoro dell'esecutivo di
Vienna per il tramite dei suoi ministri. Appena il 15 per cento esclude questo scenario.
La maggioranza degli austriaci non vede possibilità al momento di un allentamento della
tensione nei rapporti internazionali. Soltanto il 33 per cento ritiene che si vada
gradualmente verso la distensione, mentre il 63 per cento e' convinto che il boicottaggio
dei contatti diplomatici deciso dalla comunità internazionale continui nonostante le
dimissioni di Haider dal suo partito.
3. ITALIA - Dopo vent'anni concerto di musica classica italiana
in Iran. A due anni esatti dalla sua prima visita in Iran, il Ministro Dini ha tracciato
un bilancio più che positivo dellevoluzione democratica registrata nel Paese. ''E'
in corso un processo che gli stessi iraniani ritengono straordinario'', ha confermato il
Ministro Dini. Naturalmente non mancano le ombre in un rapporto che sta crescendo di anno
in anno. Come, ad esempio, sul tema dei diritti umani. Non a caso il Ministro Dini ha
ricordato alle autorità iraniane - ''che lo hanno ben presente'' - ''le aspettative
dell'Unione europea su comportamenti che non riteniamo accettabili''.
Sulla stessa scia il Ministro Dini ha parlato del problema dei 13 cittadini iraniani di
religione ebraica accusati da Teheran di spionaggio: ''Sono casi sospesi sui quali le
autorità iraniane devono meditare''.
Come già successo in altri Paesi, il Ministro degli Esteri si e' fatto interprete di una
''lamentela'' ormai comune, che si e' tramutata in una sorta di avvertimento che non
potrà essere trascurato: ''Il nostro sistema bancario non accompagna sufficientemente i
tanti progetti pronti che sono bloccati perché le banche esigono la garanzia SACE''. Un
problema vitale per il ''sistema-Italia'', che si trova a concorrere con paesi decisamente
più aperti.
Il Ministro degli Esteri Kharrazi, dal canto suo, ha chiesto all'Italia un aiuto per
combattere l'opposizione estera al Governo. A conferma dell'importanza del dialogo
culturale, la giornata si e' conclusa, per la prima volta dalla rivoluzione del '79, con
un concerto di musica classica, eseguito da una pianista e un violinista italiani.
4. RUSSIA - I rapporti con la Nata nel dialogo con la Germania. I colloqui a Mosca del Ministro della Difesa tedesco, Sharping, hanno offerto
soprattutto l'occasione per una riflessione sulle nuove prospettive dei rapporti
NATO-Russia aperte dalla recente visita del Segretario Generale dell'Alleanza, Robertson.
Il Ministro della Difesa Sergeyev ha sottolineato che ''Mosca e' pronta a riprendere i
contatti con le strutture militari della NATO ma, al momento, solo a livello esperti'',
per discutere il nuovo concetto strategico dell'alleanza, l'applicazione della risoluzione
1244 in Kossovo, la lotta al terrorismo e i temi del disarmo e della non proliferazione.
Dal canto suo, il Segretario del Consiglio Nazionale per la Sicurezza Ivanov che, dopo
aver incontrato Sharping, ha additato tali materie come ''la spina dorsale del dialogo
NATO-Russia per i prossimi mesi''.
In questo quadro, Ivanov ha espresso l'auspicio che anche i rapporti russo-tedeschi
possano sempre piu' contribuire a rafforzare la sicurezza europea. Parimenti, Sharping
(che non ha mancato di ricordare il profondo disaccordo sulla Cecenia) ha messo l'accento
sulla opportunità di sviluppare sul piano militare i rapporti tra i due paesi e tra
l'occidente e la Russia piu' in generale. Come possibile misura concreta da adottare in
tale direzione egli ha indicato la riorganizzazione di sessioni di training per militari
russi in Germania, specificando che un esercizio del genere potrebbe diventare anche
l'occasione per avvicinarli alla sensibilità occidentale sui temi dei diritti umani,
dello stato di diritto e della democrazia.
5. TURCHIA - Attivismo diplomatico nello scacchiere arabo. E in atto una fase di grande attivismo turco su uno scenario, quello
arabo e medio-orientale, in cui la Turchia ha tradizionalmente svolto un ruolo di
arginamento e contrasto delle instabilità regionali, come sottolineato in modo
paradigmatico dallo stabilimento di relazioni speciali con Israele. Gli accordi di Adana
con la Siria della fine del 1998, il movimento diplomatico nel quadro del rilancio del
processo di pace in Medio Oriente, le preoccupazioni per l'instaurarsi (sotto la
protezione della "no-fly zone" anglo-americana) di unentità curda nel
nord dellIraq, il riavvicinamento in atto tra Siria ed Iraq, gli sforzi russi di
reinserimento nella partita medio-orientale, nonché gli stessi segnali incoraggianti
insiti negli sviluppi politici interni iraniani, sono tutti fattori che suggeriscono alla
dirigenza turca di dotarsi di una politica innovativa rispetto agli schemi del passato:
per ragioni politiche ma anche per la portata degli interessi economici in gioco, a
partire da quello dell'utilizzo delle risorse idriche, soprattutto del bacino
dellEufrate. Di tale approccio erano del resto già state manifestazioni
significative le visite compiute in Egitto ed in Giordania nello scorso autunno dal
presidente Demirel, mentre si collocano nel più generale contesto di una linea di
attenzione verso il mondo arabo sia le aperture nei confronti della Libia, sia la recente
missione in Marocco del Ministro degli Esteri Cem (il quale si recherà prossimamente
anche in Tunisia e in Algeria).
L'attivismo turco nello spazio geo-politico in esame sembra sostenuto dal desiderio di
inserirsi in termini sia politici che economici, nelle dinamiche in atto, con un salto di
qualità rispetto alla già accennata visione ''difensiva'' del ruolo del Paese in quello
scacchiere.
Nell'immediato, dopo la visita a Baghdad di una delegazione di uomini di affari turchi,
due sono gli eventi di rilievo da registrare. Il primo riguarda la visita a Damasco, nel
prossimo fine settimana, del Vice-Sottosegretario agli affari esteri, Ziyal, che
consentirà di valutare la situazione delle relazioni bilaterali nel suo complesso e
potrebbe sfociare nella firma di una dichiarazione di principi su cui basare il rilancio
della collaborazione bilaterale e l'avvio a soluzione dei problemi esistenti. Il secondo
e' rappresentato dall'arrivo ad Ankara, il 7 marzo, del re di Giordania Abdullah, che
sarà accompagnato, tra gli altri, dal Ministro delle acque, per discutere della
possibilità di acquisto di risorse idriche turche. In proposito, si tratta di un
programma suscettibile di interessare anche Israele: il tema e' nell'agenda del governo
Barak, per motivazioni sia di carattere tecnico (l'importazione di acqua, possibilmente
attraverso navi-cisterna, sarebbe meno dispendioso del sistema di destalinizzazione), sia
politico.
Un discorso a parte merita lIran: Ankara ha espresso soddisfazione per l'esito della
consultazione elettorale e lo ha fatto in termini che hanno suscitato irritazione a
Teheran. I rapporti bilaterali sembrano destinati a migliorare tra i due paesi, che anche
nei momenti di maggior tensione hanno sempre cercato di mantenere aperti i canali di
dialogo. Da rilevare, nel contesto, che sono in programma per le prossime settimane le
visite a Teheran del Presidente Demirel e del Ministro dellInterno, Tantan.