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Giorni dell'Europa

Mercoledì 1 marzo 2000

1. UNIONE EUROPEA- Nell'area dell'euro più inflazione.
Nel mese di gennaio l'inflazione annuale nei Quindici paesi della UE e' salita all'1,8% contro l'1,7% registrato nel dicembre scorso. Nel gennaio 1999 il tasso era fermo all'1%. Nei Paesi dell’area Euro, l'inflazione annuale e' passata dall'1,7% di dicembre al 2% di gennaio. Un anno fa il tasso era all'0,8%.
Per l'Italia il tasso annuale e' del 2,2%, contro il 2,1% di dicembre e il 2% di novembre. Nel gennaio 1999, il tasso era dell'1,5%. I livelli più alti dei prezzi si sono registrati in Irlanda (4,4%), Lussemburgo (3,5%) e Spagna (2,9%). Il tasso più basso in Gran Bretagna (0,8%) e Svezia (1%). Rispetto al gennaio di un anno fa, il calo più significativo si e' avuto in Grecia (dal 3,5% all'1,6%) e in Gran Bretagna (dall'1,6% allo 0,8%). Un fattore nel peggioramento della situazione e’ senz’altro la forte lievitazione dei corsi internazionali del greggio intervenuta sin dall’estate scorsa.

2. GERMANIA - Dopo nove anni un ministro a Teheran.
Il Ministro degli Esteri tedesco Fischer giungerà domenica prossima a Teheran per una visita di due giorni, la prima di un capo della diplomazia tedesca dal 1991. Scopo della missione e' esaminare le relazioni bilaterali e i grandi problemi regionali e internazionali e preparare la visita a Berlino del presidente Mohammad Khatami, la cui data non e' ancora stata fissata. A spianare la via per uno scambio di visite ad alto livello tra i due Paesi e' stata la recente soluzione del caso Hofer, il tedesco che ha rischiato la pena di morte in Iran per relazioni extraconiugali con una giovane musulmana. I rapporti tra Germania e Iran erano tesi da quando un tribunale tedesco aveva chiamato in causa i massimi vertici iraniani per l'assassinio di quattro oppositori in esilio, nell'aprile 1997. Fischer giungerà a Teheran in coincidenza con la conclusione della visita di due giorni del Ministro Dini, il primo Ministro degli Esteri di un Paese dell'Unione Europea a recarsi in Iran dopo la vittoria dei riformatori nelle legislative del 18 febbraio.

3. ITALIA - La produttività italiana è a livelli Usa.
L'Italia figura ai primi posti della classifica europea per quanto riguarda la produttività, misurata sia sulle ore lavorate che in rapporto alla forza lavoro utilizzata, al punto che il nostro Paese viaggia ormai sui livelli degli Stati Uniti, se non fosse per il 'gap' della disoccupazione.
Lo sottolinea l'Ocse, nell'ambito del rapporto dedicato al primo anno dell'Unione Monetaria Europea, in cui fa il punto fra l'altro anche sui livelli di produttività nell'area. L'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico da' atto dei progressi che sono stati fatti in questo settore negli ultimi anni, al punto che ''almeno quattro Paesi dell'Unione Europea'' - fra questi Francia e Italia - sono ormai su livelli di convergenza con gli Usa da questo punto di vista. Per quanto riguarda specificatamente il nostro Paese, i progressi vengono misurati sulla base di un indice = 100 che fa riferimento al livello di produttività negli Usa (calcolato per ora lavorata) relativo a sua volta al 1993. Risulta quindi che quest'indice nel caso del nostro Paese era pari a 78 nel 1973, salito a 96 nel 1987, fino ad arrivare a quota 100 (pareggiando di conseguenza il valore dell'indice Usa) nel 1998.

4. POLONIA - Contrasti con la Russia per la Cecenia.
Tensione nelle relazioni tra Mosca e Varsavia per la crisi cecena. Il Ministro degli Esteri russo Ivanov annulla la prevista visita nella capitale polacca di venerdì prossimo.
Il nuovo innalzamento della tensione tra i due paesi giunge a poche settimane di distanza dalla crisi innescata dal caso di spionaggio che ha portato alla reciproca espulsione di nove diplomatici e si inserisce in uno scenario che già da vari mesi soffre dei riflessi negativi che la vicenda cecena ha gettato sui rapporti russo-polacchi.
A scatenare il nuovo incidente ha provveduto la manifestazione filo-cecena tenutasi la settimana scorsa a Poznan, culminata con l'irruzione di esponenti anarchici nei locali del consolato russo, ed attentati vari alla bandiera ed alla sede, avvenuti secondo le accuse russe sotto lo sguardo della polizia polacca che non sarebbe intervenuta. Nonostante le espressioni di rammarico del Ministero degli Esteri polacco e le scuse della stessa municipalità di Poznan, la reazione di Mosca è apparsa immediatamente improntata ad un atteggiamento di chiara durezza: forti toni nella nota verbale di protesta, tenore della mozione di biasimo approvata dalla Duma russa, richiamo in patria dell'Ambasciatore per consultazioni ed annullamento della visita di Ivanov.
Da parte polacca, pur non mancando di ricordare quasi analoghi episodi immediatamente occorsi subito dopo Poznan avanti al consolato polacco di San Pietroburgo, si tende a circoscrivere l'evento, esprimendo l'auspicio di un pronto superamento dell'attuale momento di difficoltà nelle relazioni bilaterali ed attribuendo la durezza delle reazioni russe al clima elettorale che si respira nel grande paese vicino in previsione delle presidenziali del 16 marzo.
Certo appare che la vicenda cecena - ed una certa presunta "tolleranza" polacca (perlomeno secondo la valutazione russa) nei confronti del movimento indipendentista caucasico - ha contribuito ad innescare un clima di tensione nelle già non sempre facili relazioni tra Varsavia e Mosca, dove antiche incomprensioni sembrerebbero assommarsi a recenti motivi di dissidio, ma anche a chiare valutazioni di realpolitik e solidarietà slava. Il ricordato episodio di spionaggio che ha portato alla recente reciproca espulsione di diplomatici, al di là delle eventuali questioni di merito, sarebbe stato ispirato, secondo vari osservatori, anche dalla volontà dell'esecutivo polacco di inviare un forte messaggio oltre-confine sull'esigenza di una riallineamento più paritario delle relazioni bilaterali tra Varsavia e Mosca.

Giorni dell'Europa


1 marzo 2000
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