1. UNIONE EUROPEA- Nell'area dell'euro più inflazione.
Nel mese di gennaio l'inflazione annuale nei Quindici paesi della UE e' salita
all'1,8% contro l'1,7% registrato nel dicembre scorso. Nel gennaio 1999 il tasso era fermo
all'1%. Nei Paesi dellarea Euro, l'inflazione annuale e' passata dall'1,7% di
dicembre al 2% di gennaio. Un anno fa il tasso era all'0,8%.
Per l'Italia il tasso annuale e' del 2,2%, contro il 2,1% di dicembre e il 2% di novembre.
Nel gennaio 1999, il tasso era dell'1,5%. I livelli più alti dei prezzi si sono
registrati in Irlanda (4,4%), Lussemburgo (3,5%) e Spagna (2,9%). Il tasso più basso in
Gran Bretagna (0,8%) e Svezia (1%). Rispetto al gennaio di un anno fa, il calo più
significativo si e' avuto in Grecia (dal 3,5% all'1,6%) e in Gran Bretagna (dall'1,6% allo
0,8%). Un fattore nel peggioramento della situazione e senzaltro la forte
lievitazione dei corsi internazionali del greggio intervenuta sin dallestate scorsa.
2. GERMANIA - Dopo nove anni un ministro a Teheran. Il Ministro degli Esteri tedesco Fischer giungerà domenica prossima a Teheran
per una visita di due giorni, la prima di un capo della diplomazia tedesca dal 1991. Scopo
della missione e' esaminare le relazioni bilaterali e i grandi problemi regionali e
internazionali e preparare la visita a Berlino del presidente Mohammad Khatami, la cui
data non e' ancora stata fissata. A spianare la via per uno scambio di visite ad alto
livello tra i due Paesi e' stata la recente soluzione del caso Hofer, il tedesco che ha
rischiato la pena di morte in Iran per relazioni extraconiugali con una giovane musulmana.
I rapporti tra Germania e Iran erano tesi da quando un tribunale tedesco aveva chiamato in
causa i massimi vertici iraniani per l'assassinio di quattro oppositori in esilio,
nell'aprile 1997. Fischer giungerà a Teheran in coincidenza con la conclusione della
visita di due giorni del Ministro Dini, il primo Ministro degli Esteri di un Paese
dell'Unione Europea a recarsi in Iran dopo la vittoria dei riformatori nelle legislative
del 18 febbraio.
3. ITALIA - La produttività italiana è a livelli Usa. L'Italia figura ai primi posti della classifica europea per quanto riguarda la
produttività, misurata sia sulle ore lavorate che in rapporto alla forza lavoro
utilizzata, al punto che il nostro Paese viaggia ormai sui livelli degli Stati Uniti, se
non fosse per il 'gap' della disoccupazione.
Lo sottolinea l'Ocse, nell'ambito del rapporto dedicato al primo anno dell'Unione
Monetaria Europea, in cui fa il punto fra l'altro anche sui livelli di produttività
nell'area. L'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico da' atto dei
progressi che sono stati fatti in questo settore negli ultimi anni, al punto che ''almeno
quattro Paesi dell'Unione Europea'' - fra questi Francia e Italia - sono ormai su livelli
di convergenza con gli Usa da questo punto di vista. Per quanto riguarda specificatamente
il nostro Paese, i progressi vengono misurati sulla base di un indice = 100 che fa
riferimento al livello di produttività negli Usa (calcolato per ora lavorata) relativo a
sua volta al 1993. Risulta quindi che quest'indice nel caso del nostro Paese era pari a 78
nel 1973, salito a 96 nel 1987, fino ad arrivare a quota 100 (pareggiando di conseguenza
il valore dell'indice Usa) nel 1998.
4. POLONIA - Contrasti con la Russia per la Cecenia. Tensione nelle relazioni tra Mosca e Varsavia per la crisi cecena. Il Ministro
degli Esteri russo Ivanov annulla la prevista visita nella capitale polacca di venerdì
prossimo.
Il nuovo innalzamento della tensione tra i due paesi giunge a poche settimane di distanza
dalla crisi innescata dal caso di spionaggio che ha portato alla reciproca espulsione di
nove diplomatici e si inserisce in uno scenario che già da vari mesi soffre dei riflessi
negativi che la vicenda cecena ha gettato sui rapporti russo-polacchi.
A scatenare il nuovo incidente ha provveduto la manifestazione filo-cecena tenutasi la
settimana scorsa a Poznan, culminata con l'irruzione di esponenti anarchici nei locali del
consolato russo, ed attentati vari alla bandiera ed alla sede, avvenuti secondo le accuse
russe sotto lo sguardo della polizia polacca che non sarebbe intervenuta. Nonostante le
espressioni di rammarico del Ministero degli Esteri polacco e le scuse della stessa
municipalità di Poznan, la reazione di Mosca è apparsa immediatamente improntata ad un
atteggiamento di chiara durezza: forti toni nella nota verbale di protesta, tenore della
mozione di biasimo approvata dalla Duma russa, richiamo in patria dell'Ambasciatore per
consultazioni ed annullamento della visita di Ivanov.
Da parte polacca, pur non mancando di ricordare quasi analoghi episodi immediatamente
occorsi subito dopo Poznan avanti al consolato polacco di San Pietroburgo, si tende a
circoscrivere l'evento, esprimendo l'auspicio di un pronto superamento dell'attuale
momento di difficoltà nelle relazioni bilaterali ed attribuendo la durezza delle reazioni
russe al clima elettorale che si respira nel grande paese vicino in previsione delle
presidenziali del 16 marzo.
Certo appare che la vicenda cecena - ed una certa presunta "tolleranza" polacca
(perlomeno secondo la valutazione russa) nei confronti del movimento indipendentista
caucasico - ha contribuito ad innescare un clima di tensione nelle già non sempre facili
relazioni tra Varsavia e Mosca, dove antiche incomprensioni sembrerebbero assommarsi a
recenti motivi di dissidio, ma anche a chiare valutazioni di realpolitik e
solidarietà slava. Il ricordato episodio di spionaggio che ha portato alla recente
reciproca espulsione di diplomatici, al di là delle eventuali questioni di merito,
sarebbe stato ispirato, secondo vari osservatori, anche dalla volontà dell'esecutivo
polacco di inviare un forte messaggio oltre-confine sull'esigenza di una riallineamento
più paritario delle relazioni bilaterali tra Varsavia e Mosca.