1. UNIONE EUROPEA - Per Prodi l'inizio dell'allargamento entro il 2005.
Il Presidente della Commissione Romano Prodi auspica che i primi Paesi
candidati dell'Europa orientale possano aderire all'UE ''entro il mandato'' dell'attuale
'governo' europeo, che scadrà nel 2005. In un intervento davanti all'assemblea
parlamentare del Consiglio d'Europa, il Presidente Prodi ha affermato di ''considerare
estremamente importante poter accogliere i primi nuovi stati membri nell'Unione europea
entro il mandato dell'attuale Commissione, e faro' quanto e' in mio potere per
riuscirci''. Prodi ha affermato che l'UE condurrà i negoziati con i candidati ''con
grande rigore, assicurandosi che i paesi candidati effettuino al loro interno tutte le
necessarie riforme politiche ed economiche''.
Il capo dell'esecutivo comunitario ha riconosciuto la delicatezza dei negoziati, in
particolare su alcuni punti sensibili quali l'agricoltura ed i fondi strutturali,
ricordando che la complessità dell'esercizio può essere racchiusa in due cifre
emblematiche: con l'allargamento la popolazione dell'Unione crescerà del 30% mentre il
reddito globale registrerà soltanto un 8% di incremento.
Il Presidente Prodi ha poi ricordato che necessariamente preliminare all'allargamento
resta la riforma dei Trattati, che la Conferenza Intergovernativa dovrà completare nel
corso dell'anno. Questo consente anche di fare ragionevoli previsioni sui tempi
dell'ingresso dei nuovi Stati membri: calcolando infatti quanto occorre per le ratifiche
parlamentari dei Quindici, è ragionevole ritenere, secondo Prodi, che dal 2003 la
struttura comunitaria possa essere pronta. Il traguardo del 2005 dovrebbe consentire
quindi un margine ragionevole per i primi ingressi, che potrebbero riguardare alcuni dei
paesi in fase di negoziato più avanzata, quali Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca,
Slovenia, Cipro e Malta.
2. POLONIA - Per la Polonia la prospettiva di adesione all'Unione
entro il 2003. Il Primo Ministro di Polonia, Buzek, ribadisce che considera pressante ed
urgente ladesione della Polonia allUnione Europea. Buzek, in visita in
Portogallo, che ricopre la Presidenza di turno del Consiglio, avrebbe ricevuto indicazioni
sostanzialmente positive dalle Autorità di Lisbona, sulla possibilità che un ingresso
della Polonia nellUE anche nel 2003 potrebbe essere se non proprio facile almeno
verosimile.
Il Primo Ministro polacco, dal canto suo, non avrebbe nascosto che le sfide che
confrontano il suo paese nel processo di adesione avrebbero provocato una caduta della
popolarità dellesecutivo, a causa dei provvedimenti poco graditi che si rendono
necessari in settori che toccano da vicino la vita del cittadino, quali quelli della
sanità, delleducazione e della previdenza sociale. In relazione ai negoziati egli
avrebbe indicato come dossiers più delicati quelli relativi allindustria pesante ed
allagricoltura, manifestando tuttavia fiducia sulle prospettive di aiuti agli
agricoltori polacchi nellambito della politica agricola comune, nonostante le
difficoltà di bilancio segnalate dalla Commissione. Buzek avrebbe fatto valere i benefici
che deriveranno allUnione dallapertura commerciale del mercato polacco e dalle
opportunità di investimento, che esistono a seguito delle privatizzazioni dei settori
portanti delleconomia.
Il Primo Ministro avrebbe anche sottolineato che Portogallo e Polonia saranno i partners
ai due estremi opposti dellUnione, avocando al proprio paese il ruolo di finestra
aperta sulla Russia, lUcraina ed i paesi balcanici, per le intense relazioni
mantenute in questi anni.
3. RUSSIA - Approfondita con la Cina la cooperazione militare. La visita a Mosca del Ministro della Difesa cinese - che ha incontrato il
Presidente interinale Putin, il Vice-Primo Ministro Klebanov e il Ministro della Difesa
Sergeyev - focalizzata sull'andamento ed il futuro della cooperazione militare bilaterale
nella prospettiva del noto progetto americano per la realizzazione di un sistema di difesa
anti-missile.
Russia e Cina potrebbero infatti sviluppare un comune sistema regionale di difesa
missilistica. Ancora non esisterebbe, al riguardo, un accordo formale, ma l'ipotesi
dovrebbe formare oggetto di approfondimento nel corso dei prossimi colloqui bilaterali
(Klebanov e' atteso per febbraio in Cina dove sono stati invitati lo stesso Sergeyev e, ad
elezioni avvenute, il nuovo Presidente russo).
Resta peraltro ancora molto incerto il contorno operativo della eventuale cooperazione
russo-cinese sull'ABM. Tale progetto, infatti, potrebbe non rispondere agli interessi di
Mosca poiché, da un lato, lo scudo verrebbe spiegato, verosimilmente, in Asia (mentre le
forze nucleari russe sono schierate altrove) e, dall'altro, in quanto implicherebbe un
trasferimento di conoscenze tecnologiche ai cinesi con il rischio che essi possano
crearsi, un domani, il proprio sistema difensivo neutralizzando cosi' la deterrenza
strategica russa.
Lasciando sullo sfondo questa opzione, ancora ''in fieri'', di cooperazione strategica,
nel presentare i risultati della visita, Klebanov ha valorizzato il partenariato
tecnico-militare russo-cinese già esistente (alla Cina e' destinato il 40% delle
esportazioni di armi russe e nell'agosto 1999 Mosca e Pechino hanno firmato un contratto
di 2 miliardi di dollari per l'esportazione russa di un gruppo di caccia bombardieri SU-30
MKK), sottolineando che esso va ampliandosi in modo dinamico e che nuovi contratti saranno
presto firmati. Tale parteniarato viene ritenuto particolarmente importante da Pechino
quale strumento per accelerare levoluzione del livello tecnologico delle Forze
Armate, tuttora del tutto inadeguato. Russia e Cina - ha aggiunto - sono "abbastanza
vicine'' per accordarsi anche sull'uso congiunto del sistema satellitare GLONASS (simile
al sistema di navigazione americano GPS).
Da parte cinese non si è poi mancato di esprimere il sostegno di Pechino all'azione di
Mosca in Cecenia (''affare interno della federazione''), incassando a sua volta una
dichiarazione russa su Taiwan, considerata parte integrante del territorio cinese.
4. RUSSIA - Segnali di ripresa dell'economia. Crescita di oltre il 3% del P.I.L. russo nel corso del 1999, che resta però
ancora inferiore al livello raggiunto prima della crisi finanziaria che ha gravemente
colpito il paese. Secondo i dati provvisori diffusi dal Comitato di Stato per le
statistiche, nel corso dell'anno passato il Prodotto Interno Lordo russo sarebbe cresciuto
del 3,2% in rapporto al 1998. Dati positivi proverebbero anche dalla crescita industriale
(+8,1%) e da quella agricola (+2,4%), sempre in rapporto all'anno precedente.
Se i dati appaiono incoraggianti circa una ripresa di tono dell'economia russa, essi
restano tuttavia ancora inferiori rispetto a quelli registrati prima della crisi
finanziaria del 1998: il P.I.L. è infatti ancora inferiore dello 0,2% rispetto al 1997 e
se la produzione industriale può registrare un dato positivo, sempre paragonato ai dati
del 1997, del 2,5%, la produzione agricola è ancora fortemente depressa, con una caduta
di quasi l'11%.
Inoltre, gli investimenti restano ancora deboli (+1% rispetto al 1998, ma ben il 6%
rispetto in meno rispetto al dato pre-crisi) ed il tenore di vita della popolazione in
termini reali registra un arretramento di quasi il 30%.
Si tratta, secondo i primi commenti di analisti russi, di un dato globale sicuramente
positivo per quanto riguarda un avvio di ripresa dell'economia del paese, ma esso
testimonia anche l'ampiezza della crisi che ha toccato la Russia e la percezione che una
vera dinamica positiva ancora deve consolidarsi.