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Giorni dell'Europa

Mercoledì 26 gennaio 2000

1. UNIONE EUROPEA - Per Prodi l'inizio dell'allargamento entro il 2005.
Il Presidente della Commissione Romano Prodi auspica che i primi Paesi candidati dell'Europa orientale possano aderire all'UE ''entro il mandato'' dell'attuale 'governo' europeo, che scadrà nel 2005. In un intervento davanti all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, il Presidente Prodi ha affermato di ''considerare estremamente importante poter accogliere i primi nuovi stati membri nell'Unione europea entro il mandato dell'attuale Commissione, e faro' quanto e' in mio potere per riuscirci''. Prodi ha affermato che l'UE condurrà i negoziati con i candidati ''con grande rigore, assicurandosi che i paesi candidati effettuino al loro interno tutte le necessarie riforme politiche ed economiche''.
Il capo dell'esecutivo comunitario ha riconosciuto la delicatezza dei negoziati, in particolare su alcuni punti sensibili quali l'agricoltura ed i fondi strutturali, ricordando che la complessità dell'esercizio può essere racchiusa in due cifre emblematiche: con l'allargamento la popolazione dell'Unione crescerà del 30% mentre il reddito globale registrerà soltanto un 8% di incremento.
Il Presidente Prodi ha poi ricordato che necessariamente preliminare all'allargamento resta la riforma dei Trattati, che la Conferenza Intergovernativa dovrà completare nel corso dell'anno. Questo consente anche di fare ragionevoli previsioni sui tempi dell'ingresso dei nuovi Stati membri: calcolando infatti quanto occorre per le ratifiche parlamentari dei Quindici, è ragionevole ritenere, secondo Prodi, che dal 2003 la struttura comunitaria possa essere pronta. Il traguardo del 2005 dovrebbe consentire quindi un margine ragionevole per i primi ingressi, che potrebbero riguardare alcuni dei paesi in fase di negoziato più avanzata, quali Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia, Cipro e Malta.

2. POLONIA - Per la Polonia la prospettiva di adesione all'Unione entro il 2003.
Il Primo Ministro di Polonia, Buzek, ribadisce che considera pressante ed urgente l’adesione della Polonia all’Unione Europea. Buzek, in visita in Portogallo, che ricopre la Presidenza di turno del Consiglio, avrebbe ricevuto indicazioni sostanzialmente positive dalle Autorità di Lisbona, sulla possibilità che un ingresso della Polonia nell’UE anche nel 2003 potrebbe essere se non proprio facile almeno verosimile.
Il Primo Ministro polacco, dal canto suo, non avrebbe nascosto che le sfide che confrontano il suo paese nel processo di adesione avrebbero provocato una caduta della popolarità dell’esecutivo, a causa dei provvedimenti poco graditi che si rendono necessari in settori che toccano da vicino la vita del cittadino, quali quelli della sanità, dell’educazione e della previdenza sociale. In relazione ai negoziati egli avrebbe indicato come dossiers più delicati quelli relativi all’industria pesante ed all’agricoltura, manifestando tuttavia fiducia sulle prospettive di aiuti agli agricoltori polacchi nell’ambito della politica agricola comune, nonostante le difficoltà di bilancio segnalate dalla Commissione. Buzek avrebbe fatto valere i benefici che deriveranno all’Unione dall’apertura commerciale del mercato polacco e dalle opportunità di investimento, che esistono a seguito delle privatizzazioni dei settori portanti dell’economia.
Il Primo Ministro avrebbe anche sottolineato che Portogallo e Polonia saranno i partners ai due estremi opposti dell’Unione, avocando al proprio paese il ruolo di finestra aperta sulla Russia, l’Ucraina ed i paesi balcanici, per le intense relazioni mantenute in questi anni.

3. RUSSIA - Approfondita con la Cina la cooperazione militare.
La visita a Mosca del Ministro della Difesa cinese - che ha incontrato il Presidente interinale Putin, il Vice-Primo Ministro Klebanov e il Ministro della Difesa Sergeyev - focalizzata sull'andamento ed il futuro della cooperazione militare bilaterale nella prospettiva del noto progetto americano per la realizzazione di un sistema di difesa anti-missile.
Russia e Cina potrebbero infatti sviluppare un comune sistema regionale di difesa missilistica. Ancora non esisterebbe, al riguardo, un accordo formale, ma l'ipotesi dovrebbe formare oggetto di approfondimento nel corso dei prossimi colloqui bilaterali (Klebanov e' atteso per febbraio in Cina dove sono stati invitati lo stesso Sergeyev e, ad elezioni avvenute, il nuovo Presidente russo).
Resta peraltro ancora molto incerto il contorno operativo della eventuale cooperazione russo-cinese sull'ABM. Tale progetto, infatti, potrebbe non rispondere agli interessi di Mosca poiché, da un lato, lo scudo verrebbe spiegato, verosimilmente, in Asia (mentre le forze nucleari russe sono schierate altrove) e, dall'altro, in quanto implicherebbe un trasferimento di conoscenze tecnologiche ai cinesi con il rischio che essi possano crearsi, un domani, il proprio sistema difensivo neutralizzando cosi' la deterrenza strategica russa.
Lasciando sullo sfondo questa opzione, ancora ''in fieri'', di cooperazione strategica, nel presentare i risultati della visita, Klebanov ha valorizzato il partenariato tecnico-militare russo-cinese già esistente (alla Cina e' destinato il 40% delle esportazioni di armi russe e nell'agosto 1999 Mosca e Pechino hanno firmato un contratto di 2 miliardi di dollari per l'esportazione russa di un gruppo di caccia bombardieri SU-30 MKK), sottolineando che esso va ampliandosi in modo dinamico e che nuovi contratti saranno presto firmati. Tale parteniarato viene ritenuto particolarmente importante da Pechino quale strumento per accelerare l’evoluzione del livello tecnologico delle Forze Armate, tuttora del tutto inadeguato. Russia e Cina - ha aggiunto - sono "abbastanza vicine'' per accordarsi anche sull'uso congiunto del sistema satellitare GLONASS (simile al sistema di navigazione americano GPS).
Da parte cinese non si è poi mancato di esprimere il sostegno di Pechino all'azione di Mosca in Cecenia (''affare interno della federazione''), incassando a sua volta una dichiarazione russa su Taiwan, considerata parte integrante del territorio cinese.

4. RUSSIA - Segnali di ripresa dell'economia.
Crescita di oltre il 3% del P.I.L. russo nel corso del 1999, che resta però ancora inferiore al livello raggiunto prima della crisi finanziaria che ha gravemente colpito il paese. Secondo i dati provvisori diffusi dal Comitato di Stato per le statistiche, nel corso dell'anno passato il Prodotto Interno Lordo russo sarebbe cresciuto del 3,2% in rapporto al 1998. Dati positivi proverebbero anche dalla crescita industriale (+8,1%) e da quella agricola (+2,4%), sempre in rapporto all'anno precedente.
Se i dati appaiono incoraggianti circa una ripresa di tono dell'economia russa, essi restano tuttavia ancora inferiori rispetto a quelli registrati prima della crisi finanziaria del 1998: il P.I.L. è infatti ancora inferiore dello 0,2% rispetto al 1997 e se la produzione industriale può registrare un dato positivo, sempre paragonato ai dati del 1997, del 2,5%, la produzione agricola è ancora fortemente depressa, con una caduta di quasi l'11%.
Inoltre, gli investimenti restano ancora deboli (+1% rispetto al 1998, ma ben il 6% rispetto in meno rispetto al dato pre-crisi) ed il tenore di vita della popolazione in termini reali registra un arretramento di quasi il 30%.
Si tratta, secondo i primi commenti di analisti russi, di un dato globale sicuramente positivo per quanto riguarda un avvio di ripresa dell'economia del paese, ma esso testimonia anche l'ampiezza della crisi che ha toccato la Russia e la percezione che una vera dinamica positiva ancora deve consolidarsi.

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26 gennaio 2000
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