Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno trovato l'accordo
Le grandi piattaforme sono responsabili dei contenuti che ospitano: ciò che è illegale nella vita reale lo è anche on line Nel Digital Services Act norme sui diritti fondamenti degli utenti
di Mariangela Ballo
Il 15 dicembre 2020 la Commissione europea ha presentato due proposte di Regolamento (legge europea di immediata applicazione per tutti gli stati membri) che mirano a impedire ogni illegalità in internet, avendo alla base il seguente principio: ciò che è illegale nella vita reale lo è anche on line.
Il primo Regolamento, che riguarda i mercati digitali (Digital Markets Act) è arrivato al traguardo il 23 marzo scorso con l'accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio (cioè i rappresentanti degli Stati), ed entrerà in vigore dopo che sarà diventato legge.
Il secondo Regolamento, che riguarda i servizi (Digital Services Act) ha trovato l'accordo il 23 aprile, e anche questo seguirà la procedura ordinaria di approvazione. In entrambi i casi è stato ribadito il principio che ciò che è illegale nella vita reale lo è anche in internet.
Enrico Letta ha definito questo accordo, assieme a quello sui mercati digitali "l'Europa che cambia il mondo", perché "mettono al centro i bisogni di cittadini e consumatori. È la prima volta al mondo che un bilanciato quadro di regole viene introdotto per il web".
Questi i punti principali del Digital Services Act, secondo il comunicato emesso dal Consiglio.
Ambito di applicazione e gestione - L'obbligo si applica a tutte le piattaforme che erogano servizi on line, in misura proporzionale al loro numero di utenti, se sotto o sopra i 45 milioni al mese. La gestione è affidata alla Commissione europea in collaborazione con gli stati nazionali.
I siti di vendita - Le piattaforme devono controllare che i venditori mettano adeguate informazioni sui prodotti in vendita.
Controllo dei rischi sistemici - Le piattaforme devono anche controllare i rischi connessi alle loro attività: la diffusione di contenuti illegali; gli effetti negativi sui diritti fondamentali dei cittadini; la manipolazione di servizi che incidono sui processi democratici e sulla sicurezza pubblica; gli effetti negativi sulla violenza di genere e sui minori e le gravi conseguenze per la salute fisica o mentale degli utenti. Devono poi attivarsi per ridurre tali rischi, il che significa eliminare i contenuti illegali.
Interfacce ingannevoli (dark patterns) - È proibito ospitare interfacce ingannevoli, che inducono gli utenti a fare scelte, come acquistare certi prodotti o registrarsi ad un determinato servizio, anche se non hanno alcuna intenzione di farlo.
No a raccomandazioni in base alla profilazione - Le piattaforme e i motori di ricerca dovranno anche offrire agli utenti la possibilità di ricevere "raccomandazioni" o pubblicità non basate sulla loro profilazione.
Protezione dei minori - Le piattaforme devono evitare di usare i dati dei minori per inviare pubblicità.
Crisi ucraina - Rispetto al testo originario, è stato aggiunto un articolo che introduce la possibilità di attivare un meccanismo che mira a salvaguardare i diritti in tema di correttezza dell'informazione.
25 aprile 2022
Per saperne di più
Il Comunicato del Consiglio europeo
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