In molti abbiamo conosciuto David Maria Sassoli. Ne abbiamo avuto conferma in questa triste settimana della sua morte e dei funerali di Stato. La sua immagine è fissata nel telegramma di condoglianze di Papa Francesco, che lo ricorda "credente animato di speranza e di carità, competente giornalista e stimato uomo delle istituzioni che, in modo pacato e rispettoso, nelle pubbliche responsabilità ricoperte si è prodigato per il bene comune con rettitudine e generoso impegno, promuovendo con lucidità e passione una visione solidale della comunità europea e dedicandosi con particolare cura agli ultimi".
Con il nome di padre Turoldo
Il messaggio di cordoglio che il presidente e il segretario generale della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti e monsignor Stefano Russo, hanno inviato ad Alessandra Vittorini per la scomparsa del marito cita alla fine alcuni versi di padre David Maria Turoldo, il sacerdote e teologo di cui Sassoli portava il nome.
Ho ripreso in mano quella poesia; è una delle ultime di padre Turoldo, contenuta proprio nella raccolta Canti Ultimi; ha per titolo Ti sento, Verbo. I versi centrali aiutano a "leggere" quello che è successo questa settimana.
Subito muore il rumore dei passi
come sordi rintocchi:
segni di vita o di morte?
Non è tutto un vivere e insieme
un morire? Ciò che più conta
non è questo, non è questo:
conta solo che siamo eterni,
che dureremo, che sopravviveremo...
Non so come, non so dove, ma tutto
perdurerà: di vita in vita
e ancora da morte a vita
come onde sulle balze
di un fiume senza fine.
Di vita in vita: è l'esperienza di David Sassoli che provo a descrivere con le parole che abbiamo ascoltate al suo funerale. Sono parole che aiutano capire come Sassoli ha fatto il giornalista, come ha fatto il politico.
La famiglia in cui si è formato
Il cardinale e arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, amico sin dai tempi del liceo dello scomparso presidente del Parlamento europeo, nell'omelia ha intrecciato Bibbia e vita di Sassoli.
Ecco, in quell'omelia, la famiglia in cui è nato, in cui si formato come persona.
Ha respirato la fede e l'impegno cattolico democratico e civile a casa, con i tanti amici del papà e poi suoi, credenti impetuosi e appassionati come Giorgio La Pira o Mazzolari, come Davide Maria Turoldo, del quale porta il nome. (…)
Voleva l'Europa unita e con i valori fondativi, che ha servito perché le sue istituzioni funzionassero, che ha amato perché figlio della generazione che aveva visto la guerra e gli orrori del genocidio e della violenza pagana nazista e fascista, dei tanti nazionalismi, figlio della resistenza e dei suoi valori, quelli su cui è fondata la nostra Repubblica e che ha ispirato i nostri padri fondatori. È da quella immane sofferenza - quella per cui volle che la Presidente andasse a Fossoli, uno dei tanti luoghi di sofferenza della barbaria della guerra - che nasceva il suo impegno.
La moglie sempre cercata, sempre trovata
Al liceo "Virgilio" di Roma, David Sassoli non ha conosciuto solo Matteo (Zuppi), ha conosciuto anche Alessandra (Vittadini). Alessandra Vittadini è poi diventata architetto, ora è direttrice al Ministero dei Beni culturali, è stata sovrintende a L'Aquila.
Di vita in vita: Alessandra è la moglie di David.
Ci siamo cercati e trovati sui banchi di scuola. Ti ho, ti abbiamo, sempre diviso e condiviso con altri. Famiglia e lavoro, famiglia e politica, famiglia e passioni. Ma noi siamo stati il tuo punto fermo e adesso assistiamo a questa cosa immensa, file di persone che vogliono salutarti, i fiori e i biglietti che abbiamo trovato attaccati al portone di casa.
Ricordo quello che mi hai detto nelle ultime due settimane, quando tu avevi già capito tutto, mentre noi giocavamo a nasconderci la realtà: "Ho avuto una vita molto bella, anche se un po' complicata, finirla a 65 anni è davvero troppo presto".
Sì, è vero, ora caro Davide saremo distanti ma più di prima cammineremo insieme. Facevamo ancora tanti progetti per il futuro, continueremo a farli. Perché il vuoto di una perdita può trasformarsi in pieno. Un pieno d'amore. E l'amore non si divide, si moltiplica. Sarà dura, durissima ma tu ci hai insegnato che niente è impossibile.
Gli amici della vita e della storia
Di vita in vita: condividendola perché fosse ancora più piena; con gli amici, ad esempio, come la descrive l'amico Matteo Zuppi.
Credente sereno ma senza evitare i dubbi e gli interrogativi difficili, fiducioso nell'amore di Dio, radice del suo impegno, condiviso sempre con qualcuno, come deve essere, perché il cristiano come ogni uomo non è un'isola, ma ha sempre una comunità con cui vivere il comandamento dell'amatevi gli uni gli altri: gli scout, il gruppo della Rosa Bianca con Paolo Giuntella (Sophie e Hans Scholl, i leader della Weiss Rose erano per lui le stelle del mattino dell'Europa, uccisi dai nazisti per la loro libertà, tanto che quando fu eletto presidente onorò come un debito verso di loro ponendo un'enorme rosa bianca su sfondo europeo nel parlamento perché "la nostra storia è scritta nel loro desiderio di libertà").
Di vita in vita: trovando amici nella storia e continuando a vivere con loro.
È uno stile che non cambia con nessuna delle vite che David Sassoli ha incontrate.
I figli e l'amore come grido
Giulio e Livia sono i figli di Sassoli. Giulio, 28 anni, il primogenito, è laureando a Bologna in Geografia dei processi territoriali. Livia, 26 anni, sta seguendo a Forlì il corso di specialistica per diventare assistente sociale.
Le loro parole "spiegano" questi altri tre versi della poesia di padre Turoldo: Da morte a vita / come onde sulle balze / di un fiume senza fine. Utilizzano parole proprie e parole del loro papà.
Giulio dà voce a Livia e a se stesso.
Sono tre le parole che in questi giorni frenetici e di confusione mi girano nella testa.
DIGNITÀ, di chi non ha mai fatto pesare la malattia a nessuno, né ora né dieci anni fa. 'Sì, ma io c'ho da fa'', continuavi a ripetere a tutti in ospedale, dimostrandoci che, in un mondo di scuse e giustificazioni, l'unico modo che conoscevi per combattere fosse continuare a lavorare, a conoscere, ad alimentare le tue infinite passioni, sorridendo.
PASSIONE. Per il lavoro, per le tue sfide. Ma ci insegni che avere passione vuol dire anche coltivare la sensibilità e la cura per le piccole cose, per la storia delle persone, cosciente che da ognuna si possa imparare e che ognuna meriti di essere ascoltata. Un uomo ambizioso, ma che non ha mai ceduto ad egoismi e sotterfugi, un uomo disinvolto, dal sorriso guascone e gli occhi vispi ma che arrossiva ai complimenti. Che ci insegna che la popolarità ha senso solo se si riescono a fare cose utili.
E infine AMORE, forse è la più banale, ma è la parola che nelle tue ultime ore hai ripetuto più spesso, con le tue ultime forze e i tuoi ultimi sospiri. La pronunciavi e la ripetevi, la ripetevi, la ripetevi da sola, come un grido, come un'esortazione. Mi ha colpito perché fino alla fine non sei stato in grado di cedere allo sconforto, e fino alla fine ci hai parlato di speranza.
E allora cercheremo di proseguire con quello che ci hai insegnato, con idee forti ma dai modi gentili, curiosi e coraggiosi, nel tuo ricordo, col tuo sorriso.
Buona strada papà. E, mi raccomando, "giudizio".
Tutti: la speranza siamo noi
Livia dà voce al papà, ma pronuncia l'ultimo messaggio per Natale di David Sassoli (era il 23 dicembre, prima del ricovero finale ad Aviano) come per farlo suo.
In questo anno abbiamo ascoltato il silenzio del pianeta e abbiamo avuto paura ma abbiamo reagito e abbiamo costruito una nuova solidarietà perché nessuno è al sicuro da solo.
Abbiamo visto nuovi muri, i nostri confini in alcuni casi sono diventati confini tra morale e immorale, tra umanità e disumanità. Muri eretti contro persone che chiedono riparo dal freddo, dalla fame, dalla guerra, dalla povertà. Abbiamo lottato accanto a chi chiede più democrazia, più libertà, accanto alle donne che chiedono diritti e tutele, a chi chiede di proteggere il proprio pensiero, accanto a coloro che continuano a chiedere un'informazione libera e indipendente.
Abbiamo finalmente realizzato dopo anni di crudele rigorismo che la disuguaglianza non è più né tollerabile né accettabile, che vivere nella precarietà non è umano, che la povertà è una realtà che non va nascosta ma che deve essere combattuta e sconfitta.
È il dovere delle Istituzioni europee di proteggere i più deboli e non chiedere altri sacrifici, aggiungendo dolore al dolore. Oggi l'Europa con il piano di recupero ci dà grande opportunità di abbandonare l'indifferenza. È la nostra sfida, quella di un mondo nuovo che rispetta le persone, la natura e crede in una nuova economia basa non solo sul profitto di pochi ma sul benessere di tutti.
Per questo voglio dirvi buone feste, buon anno, buon Natale. Il periodo del Natale è il periodo della nascita della speranza e la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie. Auguri a noi, auguri alla nostra speranza.
"Grazie papà, buona strada", saluta anche Livia. Ed è anche la sua strada. È il testamento politico di David Sassoli. Di vita in vita: per chi fa politica, per chi fa informazione.
16 gennaio 2022