Bruxelles non "comanda" sui giovani. L'Unione europea ha programmi e iniziative specifiche per le nuove generazioni, ma non prende decisioni su di loro. Le politiche giovanili non sono state inserite nel Trattato di Maastricht, che nel 1993 ha fatto nasce l'Unione europea, e non sono inserite neppure nel Trattato in vigore (quello di Lisbona sottoscritto nel 2007 e definitivamente approvato nel 2009) di competenza specifica dell'Unione europea: esse sono di competenza nazionale; questo significa che non è obbligatoria l'armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia e che gli interventi diretti dell'Unione europea hanno come principale obiettivo il sostegno alle politiche nazionali per le quali si prepara un progetto condiviso a livello continentale.
È quanto prevedono gli articoli 165 e 166 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che sono la base giuridica delle politiche europee con riferimento ai giovani, in particolare riguardo a:
- mobilità degli studenti, sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socioeducative, incoraggiamento dei giovani alla partecipazione alla vita democratica dell'Europa;
- sviluppo della dimensione europea dello sport, promuovendo l'equità e l'apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport e proteggendo l'integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra di essi;
- formazione professionale facilitando l'accesso ai giovani ed alla mobilità degli istruttori e delle persone in formazione, in particolare dei giovani.
Oltre che su sulla base di questi due articoli specifici, i minori e i giovani europei sono titolari delle politiche dell'UE in ambiti sanciti da altri articoli dei Trattati, quali l'istruzione, la formazione professionale e la salute, o in relazione ai diritti e alla tutela dei minori e dei giovani.
Inoltre la Carta dei diritti fondamentali dell'UE (parte integrante dell'ordinamento europeo, secondo l'articolo 6 del Trattato di Lisbona) fa riferimento al diritto all'istruzione e all'accesso alla formazione professionale e continua (art.14), ai diritti del minore (art.24) nonché al divieto del lavoro minorile e alla protezione dei giovani sul luogo di lavoro (art.32).
Sulla base di questi impegni comuni e delle esperienze via via maturate, l'Unione Europea ha continuato a sviluppare politiche giovanili, rendendole sempre più formalizzate.
Iniziative europee nel settore delle politiche giovanili. Nel 2001, la Commissione con il "Libro bianco sulla gioventù", invitava gli Stati membri a rafforzare la cooperazione in quattro aree prioritarie per la gioventù: a) la partecipazione, b) l'informazione, c) il volontariato, d) la comprensione e conoscenza della gioventù.
In seguito all'adozione di questo documento, il Consiglio dell'UE, a giugno 2002, ha istituito un "Quadro per la cooperazione europea nel campo della gioventù".
Nel novembre 2005 il quadro è stato aggiornato per tener conto del Patto europeo per la gioventù, che è stato strettamente integrato con gli obiettivi strategici generali dell'UE definiti nella strategia di Lisbona e finalizzati principalmente ad aumentare l'occupazione e l'integrazione sociale dei giovani.
Strategia dell'UE per la gioventù 2010-2018. INell'aprile 2009, la Commissione europea ha presentato la comunicazione intitolata "Una strategia dell'Unione europea per investire nei giovani e conferire loro maggiore responsabilità. Un metodo aperto di coordinamento rinnovato per affrontare le sfide e le prospettive della gioventù". La nuova strategia riconosce in primo luogo che i giovani costituiscono, in particolare nell'attuale crisi economica e finanziaria, uno dei gruppi sociali più vulnerabili, costretto ad affrontare sfide difficili, come l'abbandono scolastico, il precariato e la disoccupazione, la povertà e l'esclusione sociale, e in secondo luogo che nella nostra società soggetta ad un costante invecchiamento i giovani costituiscono una risorsa preziosa.
Sulla base di questa Comunicazione, nel novembre 2009 il Consiglio dell'UE ha adottato una "Risoluzione su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018)".
La Strategia invita sia gli Stati membri sia la Commissione a cooperare nel periodo 2010-2018 e definisce due obiettivi generali:
a) maggiori e pari opportunità per i giovani nell'istruzione e nel mercato del lavoro;
b) cittadinanza attiva, inclusione sociale e solidarietà per i giovani.
La Risoluzione prevede l'adozione di iniziative in otto settori di intervento: istruzione e formazione; occupazione e imprenditorialità; salute e benessere; partecipazione; attività di volontariato; inclusione sociale; i giovani nel mondo; creatività e cultura.
Il lavoro si articola in cicli di tre anni e per ciascun ciclo sono selezionate priorità per i settori di intervento.
Per promuovere l'apprendimento reciproco fra gli Stati membri e consentire l'elaborazione di politiche basate su elementi concreti, la Commissione redige una Relazione dell'UE sulla gioventù al termine di ciascun ciclo di lavoro, illustrando i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi.
Piano di lavoro dell'UE per la gioventù (2016-2018). Il Consiglio "Istruzione, gioventù cultura e sport" del 23-24 novembre 2015 ha adottato il nuovo piano di lavoro dell'UE per la gioventù (2016-2018). Tale piano consente all'UE e ai suoi Stati membri di continuare ad affrontare i tassi di disoccupazione giovanile tuttora elevati e le conseguenze della crisi sui giovani. Si tratta di un piano flessibile e strutturato con un numero limitato di iniziative chiave in settori specifici. Ha una durata di 36 mesi ed è volto a guidare l'azione degli Stati membri e della Commissione nel periodo dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018, al fine di sostenere l'attuazione del quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018). Esso deve:
- garantire una cooperazione intersettoriale;
- contribuire alle priorità generali dei programmi di politica di sicurezza, economica e sociale dell'UE;
- rimanere uno strumento flessibile in grado di portare tempestivamente a risposte adeguate in un contesto politico in evoluzione;
- promuovere fra gli Stati membri e la Commissione un approccio collaborativo e concertato che consenta loro di apportare un valore aggiunto ad alcuni temi prioritari;
- creare sinergie con il programma Erasmus+, contribuendo tra l'altro a individuare priorità specifiche nel settore della gioventù per il programma di lavoro annuale Erasmus+;
- coinvolgere i giovani utilizzando le procedure di consultazione.
Alcuni temi hanno carattere prioritario, in particolare, l'animazione socioeducativa destinata ai giovani e la cooperazione intersettoriale dovranno essere rafforzate in vista dei seguenti obiettivi:
a) maggiore inclusione sociale di tutti i giovani, tenendo conto dei valori europei di base e maggiore partecipazione di tutti i giovani alla vita democratica e civica in Europa;
b) passaggio più agevole dei giovani dall'adolescenza all'età adulta, attraverso l'integrazione nel mercato del lavoro;
c) sostegno alla salute fisica e mentale dei giovani;
d) affrontare le sfide e le opportunità dell'era digitale;
e) rispondere alle opportunità e alle sfide poste dall'aumento del numero di giovani migranti e profughi nell'Unione europea.
Le azioni degli Stati membri e della Commissione sono rivolte a tutti i giovani, ma un'attenzione particolare è dedicata a: giovani a rischio di marginalizzazione; giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET); giovani provenienti da un contesto migratorio e giovani profughi.
Il piano di lavoro invita quindi gli Stati membri e la Commissione a istituire, per la sua durata, gruppi di esperti sui seguenti temi:
- definizione del contributo specifico dell'animazione socioeducativa destinata ai giovani e dell'apprendimento non formale e informale: a) nel promuovere la cittadinanza attiva e la partecipazione dei giovani a società plurali e tolleranti e nel prevenire la marginalizzazione, la radicalizzazione e i comportamenti violenti che ne possono derivare; b) nel rispondere alle opportunità e alle sfide poste dall'aumento del numero di giovani migranti e profughi nell'Unione europea;
- rischi, opportunità e implicazioni della digitalizzazione per i giovani, l'animazione socioeducativa e la politica della gioventù.
Patto europeo per la gioventù. Il 17 novembre 2015, in occasione del vertice Enterprise 2020, è stato lanciato il 'Patto europeo per la gioventù', un appello a tutte le imprese, le parti sociali, ai fornitori di istruzione e formazione e alle altre parti interessate a sviluppare o consolidare partenariati a sostegno dell'occupabilità e dell'inclusione dei giovani, al fine di creare 10 mila partenariati tra le imprese e il mondo dell'istruzione e della formazione con l'obiettivo condiviso di stabilire insieme almeno 100 mila nuovi contratti di apprendistato, tirocini o lavori di primo impiego di qualità.
Il patto si propone di sostenere la progettazione di partenariati per migliorare la qualità della formazione e delle competenze dei giovani (competenze trasversali, digitali, imprenditoriali, ecologiche, personali e relazionali), nonché a sostenere il lavoro degli insegnanti europei e, in particolare, a fornire ai giovani insegnanti europei.
La Commissione europea, promotrice insieme al Network europeo per la responsabilità sociale delle imprese (CSR Europe) fornirà supporto tecnico al Patto. I risultati di questo lavoro congiunto saranno presentati al primo vertice tra le imprese e il mondo dell'istruzione che si terrà nel dicembre 2017.
9 aprile 2017