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Si conclude il quinto ciclo del Dialogo strutturato europeo I giovani europei fanno le stesse domande in ogni Paese Una risorsa su cui l'Unione europea può contare per avere un futuro di Tino Bedin Nell'ambito della Presidenza di turno dell'Unione Europea Malta ha ospitato dal 20 al 23 marzo scorsi la Conferenza europea dei giovani. La Conferenza si è conclusa con un piano d'azione che gli Stati membri dovranno attuare; il piano sarà perciò presentato nelle prossime settimane ai Consigli dei Ministri di tutti i Paesi. Sono infatti i singoli Paesi i titolari delle politiche giovani; il fatto però che richieste e raccomandazioni siano uguali per ogni governo, innescherà risposte inevitabili anche da parte delle istituzioni europee.
Pronti per la vita, pronti per la società. La conferenza di Malta ha concluso ha concluso il quinto ciclo del dialogo strutturato, un processo partecipativo innovativo e unico nel suo genere in cui i giovani contribuiscono alle politiche giovanili europee al fine di migliorare il dialogo continuo tra le istituzioni, i loro decisori politici ed i giovani. Le tre Conferenze Europee della Gioventù del ciclo del terzetto di Presidenza dell'Unione (Paesi Bassi, Slovacchia, Malta) tra il gennaio 2016 e il giugno 2017 sono state incentrate sul tema "Stimolare tutti i giovani ad impegnarsi per una società diversa, connessa e inclusiva in Europa: Pronti per la vita, pronti per la società".
Dieci anni di esperienze positive. Il Dialogo Strutturato Europeo è uno strumento per garantire che le politiche giovanili rispondano alle esigenze e le aspettative dei giovani in Europa. È stato adottato nel 2006 con una Risoluzione del Consiglio Europeo dei Ministri della Gioventù ed è rivolto ai giovani, alle organizzazioni e agli operatori/attori del mondo giovanile, con l'obiettivo di costruire politiche concertate per le giovani generazioni. Si tratta di uno "strumento di mutua comunicazione tra i giovani e le istituzioni, creato ed utilizzato al fine di attuare le priorità della cooperazione europea nel settore delle politiche giovanili, per permettere ai giovani stessi di essere parte attiva, creativa e proponente dell'intero processo e di far sentire la propria voce in sede di decisioni politiche locali, regionali, nazionali ed europee".
Non vi daremo indietro l'eredità. In occasione delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma un gruppo di 12 giovani europei ha presentato a Villa Almone (sede dell'Ambasciata tedesca) "Un manifesto per un'Europa unita, libera e sicura". Comincia così: "Siamo europei. Noi, i giovani del Manifesto di Roma, siamo partiti da qui. Il vento è cambiato e la nostra coscienza politica mutata. Siamo un gruppo di italiani, tedeschi, olandesi, greci, croati, austriaci e inglesi. Fieri della diversità, ma uniti nello spirito: quello europeo. Non abbiamo paura di dirlo e con il nostro Manifesto vogliamo difendere ciò che ci appartiene: l'Europa. A molti non andrà giù, ma bisognava pensarci prima. Non si può lasciare un'eredità e poi rivolerla indietro. Il futuro è adesso".
Iniziative locali. Uno degli strumenti da adoperare può essere proprio quello del dialogo strutturato. Mi pare che anche a livello locale le amministrazione comunali potrebbero diventare riferimenti della partecipazione dei loro giovani locali al prossimo ciclo di dialogo strutturato che prenderà il via nel prossimo luglio. Potrebbero farlo magari mettendosi insieme a livello comprensoriale in modo da interessare un numero significato di "nativi europei" e di dare loro la parola.
2 aprile 2017 |
4 giugno 2017 eu-126 |
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