EUROPEI

Sessant'anni dell'Europa unita e trent'anni di Erasmus
I nuovi Ragazzi del 99:
i diciottenni nati nell'anno dell'euro

La più ambiziosa speranza che motivava i rappresentanti dei sei Paesi firmatari dei Trattati di Roma nel 1957 riguardava i giovani

di Tino Bedin

Sessant'anni e trent'anni: due generazioni, la stessa storia; la storia di noi europei. Il 2017 ci fa incontrare queste altre due date: il 1957 che con i Trattati istitutivi delle Comunità Europee segna l'inizio dell'Unione Europea; il 1987 quando l'Europa avvia il programma Erasmus che ha consentito ad oltre 4 milioni di giovani europei di studiare e di formarsi nelle Università dell'Unione.
Erasmus è l'Europa della libertà e delle opportunità; è l'Europa delle diversità che non hanno bisogno di confini per valorizzarsi; è l'Europa che per superare le difficoltà si costruisce il futuro. A ben leggerne le ragioni per cui è stata fondata, questa è prima di tutto l'Europa immaginata dai Padri Fondatori il 25 marzo 1957 a Roma.
Nel Trattato del 1957 con il quale nasce la Comunità economica europea (la Cee) non si parla dei giovani. Tuttavia la più ambiziosa speranza che motivava i rappresentanti dei sei Paesi firmatari riguardava proprio i giovani: fare in modo che a loro non toccasse quello che era capitano alle generazioni precedenti, cioè di diventare adulti facendosi la guerra, come nella Grande guerra europea (1914-1918) e nella sua ancor più tragica continuazione, la seconda Guerra mondiale.

Un biglietto per viaggiare in Europa. Tra gli anniversari cui ci rimanda questo 2017 c'è anche la tragedia dei Ragazzi del 99, i diciottenni nati nel 1899, ultima classe di leva della Prima Guerra Mondiale, e inviati al fronte dopo la rotta di Caporetto nel novembre del 1917.
Anche il nostro secolo ha i suoi Ragazzi del 99: sono i diciottenni nati nel 1999, l'anno in cui l'euro è diventato la moneta ufficiale di 11 Stati dell'Unione Europea. Per una parte di questi nostri Ragazzi del 99 non ci sarà la cartolina-precetto per il militare; è pronto invece un biglietto del treno gratuito per poter viaggiare in Europa tra l'agosto di quest'anno e il dicembre 2018. "Muoversi per imparare, imparare a muoversi" si chiama questa iniziativa dell'Unione; costerà 2 milioni e mezzo di euro ed è la prova generale di un progetto più ambizioso (per via dei costi): un pass Interrail gratuito per tutti i diciottenni europei.
Quest'ultima recentissima iniziativa (è stata presa alla fine di marzo, nei giorni del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma), conferma che l'Unione europea assegna alle politiche per la gioventù e lo sport, l'istruzione e la formazione un ruolo determinante in un'economia basata sulla conoscenza. Sono politiche che sostengono la crescita e l'occupazione tenendo conto dell'esigenza di una popolazione sempre più qualificata e adattabile; al contempo mirano a rafforzare la coesione sociale e la cittadinanza attiva in seno all'Unione europea. Attraverso programmi a favore dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, inoltre, l'UE si prefigge di sviluppare e rafforzare la dimensione europea, favorendo la mobilità e incoraggiando la cooperazione internazionale.

Erasmus e Gioventù per l'Europa. È soprattutto nel corso degli anni Ottanta che si forma e va sempre più concretizzandosi l'idea di un'Unione non solo economica, piuttosto una comunità a tutti gli effetti, che riguarda quindi sempre più sfere della vita dei cittadini comunitari. Infatti proprio nella seconda metà di questo decennio, nascono anche i primi due importanti interventi riguardanti i giovani.
Nel 1989 viene creato il longevo programma Gioventù per l'Europa, il quale mirava sin da allora a promuovere la mobilità internazionale, considerata un elemento fondamentale per l'arricchimento culturale. Nei 20 anni successivi, prima che il programma si trasformasse nell'attuale Youth in Action, hanno direttamente beneficiato di questo programma più di 1,6 milioni di giovani studenti o giovani lavoratori, che hanno partecipato a scambi, volontariato e formazione. Nel solo 2008, oltre 110 mila giovani ed animatori socio-educativi hanno preso parte agli oltre 7.000 progetti, che sono stati 100.000 nel periodo 2000-2006.
L'altro importante programma che prese avvio in quegli anni fu lo storico programma Erasmus. Acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students (Piano d'azione delle regioni europee per la mobilità degli studenti universitari), e ispirato al nome di Erasmo da Rotterdam (che già nel 1300 viaggiò per l'Europa nella convinzione dell'importanza della diversità culturale) è stato approvato in via definitiva nel 1987, e da allora ha favorito lo spostamento di quasi 4 milioni di studenti. Il successo dell'Erasmus ne ha determinato in questi trent'anni l'evoluzione e l'ampliamento continuo, sia in termini di dotazione economica che di iniziative promosse (ad esempio il progetto Leonardo, per scambi professionali per i laureati).
Proprio dal successo di quelle iniziative nasce l'inclusione del concetto di "gioventù" nella politica europea. Inclusione relativamente recente; appare infatti per la prima volta nel Trattato di Maastricht firmato nel 1991 ed entrato in vigore nel 1993. Quel Trattato disegna l'Europa come la conosciamo oggi ed è significativo che il tema della gioventù accompagni in passaggio dalla Comunità europea all'Unione europea.

26 marzo 2017


31 maggio 2017
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