EUROPEI

Luglio è passato senza iniziative e proposte per l'Unione
La "Signora Pesc" vale
tutto il Semestre europeo dell'Italia?

I temi dell'occupazione e dei rischi per la pace dovrebbero essere prioritari per il governo italiano

di Tino Bedin

Il primo mese di Presidenza italiana dell'Unione Europea è volato via. Non se ne sono accorti gli italiani; tanto meno la presenza italiana è stata notata dagli altri europei.
Certo la presidenza di turno dell'Unione non è un "potere effettivo", specialmente dopo che è stata istituita la presidenza permanente del Consiglio europeo. Anche per questo il governo italiano avrebbe fatto meglio a non far passare messaggi di "incisività" che non hanno fondamento, ponendo le premesse per una nuova delusione dell'opinione pubblica che naturalmente sarà indotta a credere che i mancati obiettivi saranno stati causati da Bruxelles e non da Roma. Non gioverà a nessuno questo scaricabarile.

Una figura-cerniera. Ora volerà via anche agosto. I capi di Stato e di governo dell'Unione hanno infatti rinviato alla fine del mese la condivisione delle scelte sulla composizione della Commissione Europea. Non c'è fretta, a dire il vero: il calendario istituzionale prevede infatti che il nuovo governo europeo entri in carica l'1 novembre. Sul rinvio delle indicazioni ha pesato moltissimo la pretesa di Matteo Renzi di imporre a maggioranza il nome di Federica Mogherini quale Alto Rappresentante della politica estera e di sicurezza dell'Unione. Si tratta di una figura-cerniera tra la Commissione e il Consiglio europei (oltre che la figura "esterna" dell'Europa), per la quale il metodo del "consenso", che è prevalente nell'Unione, è in questo caso necessario. Ed è singolare che questo inconsueto stile procedurale sia stato adottato proprio dalla Presidenza di turno dell'Unione, che ha così rinunciato fin dall'inizio del Semestre al proprio ruolo di sintesi e di propulsione dell'Europa.
Può anche darsi che in un quadro generale di alleanze di partito e di rivendicazioni nazionali Federica Mogherini alla fine diventi la "Signora Pesc", ma il Semestre europeo dell'Italia rischia di esaurirsi in questa nomina.
Si sarà persa un'occasione per aiutare l'Europa ad affrontare insieme i rischi che sovrastano i cittadini europei: i rischi dell'impoverimento e i rischi della guerra.

Il Mediterraeo rischioso. È vero che la Presidenza di turno non ha un potere proprio, ma il Semestre a guida italiana cade in un calendario istituzionale europeo nel quale le altre Istituzioni sono in fase di consolidamento: ciò vale per il Parlamento europeo da poco eletto, vale per la Commissione europea, vale per lo stesso Consiglio europeo che deve nominare il suo presidente permanente. In questo quadro la Presidenza italiana avrebbe potuto - potrebbe ancora, se non pretende di pensare solo a se stessa - assumere un ruolo di riferimento per tutta l'Unione nelle materie che più stanno a cuore ai proprio cittadini, aiutando così i nuovi Organi istituzionali a formarsi e i cittadini a sentirli come propri.
Ciò non sta avvenendo. La Presidenza italiana dell'Unione - solo per fare un esempio - avrebbe dovuto essere il naturale riferimento europeo nello scenario di guerra e di insicurezza che coinvolge il Mediterraneo. La posizione geografica e la conoscenza diplomatica che il nostro Paese ha dell'area lo candidano a questo compito. Ma non è a Roma che si fa sintesi di posizione europee in questo momento.

I 300 miliardi proposti da Juncker. Lo stesso discorso vale per le politiche economiche. Matteo Renzi insiste sulla flessibilità. Va bene. È probabile che alla fine qualcosa ottenga: non perché si cambino le regole per noi, ma perché nel calcolo del prodotto interno lordo verranno inserite anche voci "non tradizionali", cioè attività illegali, come traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol). Il nuovo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha proposto nel discorso di elezione al Parlamento di Strasburgo 300 miliardi di investimenti diretti dell'Unione per recuperare l'occupazione in Europa: su questa materia la Presidenza italiana non ha nulla da proporre? Non trova il modo di coinvolgere gli europei o magari solo gli italiani, con una iniziativa straordinaria (un dibattito del Parlamento e un coinvolgimento diretto dei Consigli regionali) in modo da incalzare il presidente Juncker non solo con le richieste di flessibilità ma con le proposte di un grande paese?
Agosto passerà senza che nulla di tutto questo accada. Da settembre potrebbe essere tardi.
Ma non sarà una colpa dell'Europa.

3 agosto 2014


5 agosto 2014
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Tino Bedin