EUROPEI

Nelle più grandi elezioni transnalizionali della storia
L'Europa non è di attualità
Il nuovo Parlamento europeo dovrà dedicarsi ai cittadini

di Tino Bedin

Dalle 7.30 di giovedì 4 giugno (in Olanda) alle 22 di domenica 7 giugno (in Italia) 375 milioni di persone di 27 Stati avranno a disposizione una scheda ed un voto per eleggere 736 deputati europei. Quanti europei concretamente parteciperanno alla più grande operazione di democrazia transnazionale mai realizzata nella storia? Probabilmente si tratterà di cifre alte in numero di milioni, ma basse in percentuale. Cifre diverse da paese a paese, sulle quali bisognerà che il nuovo Parlamento di Strasburgo rifletta e decida nei prossimi cinque anni.
Oggi è infatti praticamente inutile fare appelli al voto europei. Non ti sta ad ascoltare nessuno. L'Europa non è di attualità.
Sottoposta a spintoni avanguardistici (gli Stati Uniti d'Europa), a freni a mano nazionalistici (le paure di ogni straniero), a "maldicenze governative" (ogni governo addossa all'Europa la colpa di quello che non riesce a fare) l'Unione Europea è diventata immobile. O così appare agli occhi dei suoi cittadini: ed è quello che in democrazia conta.

Non basterà internet Il nuovo Parlamento europeo avrà compiti più rilevanti di quelli che lo hanno preceduto. Se - come tutto lascia presagire - il nuovo referendum di questo mese in Irlanda scioglierà il nodo della ratifica del Trattato di Lisbona, cioè dello strumento giuridico che governa l'Unione, il Parlamento potrà "codecidere" con il Consiglio (cioè con i governi) su molte materie.
Ma la vera "battaglia" del nuovo Parlamento, quella decisiva, non dovrà più riguardare le questioni interne alle Istituzioni europee. A questo punto diventano addirittura secondari i poteri del Parlamento, se i cittadini non li conoscono, non li apprezzano, non li adoperano. La prossima legislatura europea dovrà essere rivolta prevalentemente ai cittadini, con l'individuazione di forme di partecipazione che internet non potrà surrogare.
Probabilmente un dialogo strutturato con i parlamenti nazionali e con i consigli delle regioni europee potrebbe essere la strada più produttiva, tutta la costruire ma reciprocamente positiva per la democrazia.

31 maggio 2009


10 giugno 2009
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Tino Bedin