EUROPEI |
Se di fronte alla globalizzazione prevale la paura Sovrani su tutto, padroni di niente Senza una forza adeguata, la sovranità nazionale è una finzione; l'Unione Europea è una soluzione di Tino Bedin L'Europa è molto spesso vissuta (o presentata) come un problema. C'è questo problema? Lo si può risolvere?
La scelta tra forza e paura. Il nodo politico del problema europeo di oggi è questo: da un lato, vi è l'esigenza, profondamente sentita da governi e cittadini, di avere la forza necessaria al ruolo che gli europei potrebbero e dovrebbero giocare tra loro stessi e nel mondo, dall'altro lato c'è nei governi la difficoltà ad esercitare in forma collettiva il potere e c'è nei cittadini il timore di perdere il controllo di questo potere se "esce da casa". Ci si sente, insomma, più forti se si "esce" in Europa, ma più sicuri se ci si "chiude" in Italia (o in Irlanda, o in Francia, o in Olanda).
L'eurocrazia occupa il vuoto voluto dalla politica. Il problema della burocratizzazione dell'Unione c'è ed è grave.
Robinson Crusoe citato da Geoffrey Howe. Con questo comportamento i governi finiscono per limitare davvero il loro potere. L'Europa è, infatti, l'unico modo per i nostri Stati di recuperare peso reale e capacità di azione. Davanti alle sfide di questo tempo (clima, energia, immigrazione, lavoro, qualità sociale) gli Stati nazionali da soli non bastano. Vale per loro ciò che Geoffrey Howe osservava di Robinson Crusoe sulla sua isola: Robinson Crusoe era sovrano su tutto ma padrone di niente. Sir Geoffrey Howe aveva applicato questa osservazione alla sua isola, la Gran Bretagna. Egli è stato uno dei protagonisti dell'era thatcheriana nel Regno Unito: cancellerie dello Scacchiere e poi ministro degli Esteri appunto con Margareht Tatcher; nel 1990 si dimette perché la Thatcher decide di lasciare la Gran Bretagna fuori del Sistema monetario europeo.
Dimensione sopranazionale della cittadinanza. Resta invece aperta la profonda riflessione sul rapporto tra autorità e sovranità popolare, rapporto fondativo degli Stati democratici, che è in atto, non solo in sede accademica, ma anche nelle aule parlamentari e nelle opinioni pubbliche nazionali dei Paesi europei. Il diverso esercizio della sovranità nazionale esige una discussione circa la nuova dimensione della cittadinanza sovranazionale, che rischia di scontrarsi con i modelli tradizionali di organizzazione statale.
La globalizzazione tra sospetti e attese. I gridolini di giubilo del ministro italiano dell'agricoltura Zaia all'indomani del recente fallimento della trattativa sul Commercio mondiale, sono molto eloquenti, dicono tutta intera questa fuga dal futuro, anche a costo di abbandonare posizioni favorevoli. Ad esempio nella trattativa di Ginevra poi fallita, il negoziato sulle indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari stava avanzando con l'estensione del registro ad altri prodotti oltre a vino ed alcoolici. Come italiani avremmo ottenuto quello che volevamo; ora però la trattativa è fallita e quella parte non è entrata nel pacchetto concordato. L'Italia è un grosso esportatore di prodotti agricoli e industriali. Quindi ha bisogno della domanda dei mercati emergenti. Se si alzano muri protezionisti, si accelera il nostro declino relativo di fronte alla forza montante altrui. 17 agosto 2008 |
19 agosto 2008 eu-101 |
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