EUROPEI

Anche se il prossimo Parlamento deve ratificare il Trattato di Lisbona
Nessuno ha preso impegni con gli italiani sull'Europa
Governo dell'euro e confini finali dell'Unione i due temi più urgenti

di Tino Bedin

Il Parlamento austriaco ha ratificato con un'ampia maggioranza (151 voti a favore e 27 contrari) il Trattato di Lisbona. I partiti della grande coalizione al potere (SPÖ/ÖVP) e i Verdi hanno approvato mercoledì 9 aprile il nuovo trattato europeo, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2009, mentre i due partiti di estrema destra (FPÖ e BZÖ) lo hanno respinto. L'Austria è l'ottavo paese membro ad aver ratificato il trattato di Lisbona, dopo l'Ungheria, la Francia, la Slovenia, la Bulgaria, la Romania, Malta e la Polonia.
Nella campagna elettorale italiana che si conclude con il voto del 13 aprile l'Europa non ha avuto l'attenzione ( e l'impegno) che invece merita una dimensione decisiva della cittadinanza e della rappresentanza. Eppure uno dei primi impegni del nuovo Parlamento sarà quello di votare sul Trattato di Lisbona per consentire ai cittadini di andare alle elezioni europee con un impianto istituzionale più adeguata all'Europa unita. Visto che non ci sarà un voto diretto dei cittadini sull'argomento, sarebbe stato giusto offrire loro l'opportunità almeno di discuterne con i temi locali e di scegliere il governo dell'Italia anche in funzione dell'Europa.

Progressiva adozione dell'euro. L'Europa intanto continua ad integrarsi. La Slovacchia ha chiesto alla Commissione europea ed alla Banca centrale europea di verificare se rispetta i criteri per aderire alla zona euro al 1° gennaio 2009, hanno riferito sabato 5 aprile Joaquin Almunia e Jean-Claude Trichet dopo la riunione informale dei ministri delle finanze in Slovenia. I risultati raggiunti dal paese saranno ora confrontati con i criteri di Maastricht (stabilità dei prezzi, situazione delle finanze pubbliche, tasso d'interesse e tasso d'avvicendamento). Se l'analisi è positiva spetterà in seguito al Consiglio Ecofin raccomandare ai capi di Stato o di governo di autorizzare l'adesione della Slovacchia in occasione del Consiglio europeo di giugno. In luglio i ministri delle finanze dovranno allora ancora fissare il tasso d'avvicendamento irrevocabile della corona slovacca rispetto all'euro.
Più in generale, la Commissione e la Bce pubblicheranno il 7 maggio le relazioni di convergenza per tutti i paesi non che hanno ancora adottato l'euro (tutti gli Stati membri dell'UE sono obbligati ad aderire alla zona euro tranne il Regno Unito e la Danimarca che ne sono esentate da una clausola specifica).
Dopo le polemiche della Destra di Berlusconi, Bossi e Tremonti contro l'euro, sarebbe stato opportuno che nella campagna elettorale italiana una posizione sulla moneta europea fosse emersa da parte degli schieramenti in lizza. Così come - ancor più decisivo per il futuro dell'Europa e dell'Italia - è un dibattito sull'ulteriore allargamento dell'Unione Europea, in definitiva sui confini dell'Europa unita.

Le frontiere finali dell'Unione. Anche sui confini dell'Europa avrebbe potuto aiutare un confronto elettorale in Italia sul Trattato di Lisbona.
Ci sarà infatti un cambiamento fondamentale nel funzionamento della politica d'allargamento con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona all'inizio del 2009. Con il Trattato di Lisbona, non saranno più il Consiglio europeo o gli Stati membri a decidere, bensì i cittadini dell'Europa. Questo cambierà tutto. I negoziati d'adesione non saranno più un affare da addetti ai lavori. Quindi il tema principale, in futuro, non sarà di sapere dove saranno fissate le frontiere dell'Union Europea bensì chi potrà deciderlo.
Alcuni percorsi di allargamento sono comunque già avanti. La Commissione Europea presenterà in ottobre "un calendario indicativo" per la conclusione dei negoziati d'adesione tecnici con la Croazia nel 2009 (prima della fine del mandato della Commissione Barroso il 31 ottobre 2009); lo ha annunciato il commissario Olli Rehn (Ampliamento) dopo un colloquio con il ministro croato degli Affari esteri Gordan Jandrokovic a Bruxelles. A tal fine, è indispensabile che la Croazia rispetti, entro giugno, i criteri per l'apertura di tutti i capitoli rimanenti, ha aggiunto Rehn. Il ministro Jandrokovic ha garantito che il suo governo rispetterà questa scadenza del giugno 2008. L'obiettivo della Croazia è di raggiungere l'UE nel 2010, ha detto il ministro. Anche in questa prospettiva è stata risolta la recente controversia sull'estensione della zona di pesca e di protezione ecologica in Mare Adriatico.

Un quarto criterio. C'è da augurarsi che la questione delle future frontiere dell'Unione europea sia almeno uno degli argomenti determinanti della campagna per le elezioni europee del 2009. Il problema dei confini estremi dell'Unione Europea dovrebbe far parte della proposta di ogni formazione politica.
Dopo le adesioni del 2004 e del 2007, occorre infatti consolidare l'Unione, le istituzioni e le sue politiche prima di ammettere nuovi membri. Insomma non basta più che uno o più stati siano "pronti" per l'Europa: occorre che l'Europa sia pronta per loro.
Finora si è fatta attenzione nell'allargamento al rispetto dei tre principali criteri di Copenaghen (democrazia/Stato di diritto, economia di mercato, attuazione dell'acquis comunitario); si tratta ora di aggiungere un quarto criterio: la capacità d'integrazione dell'Unione Europea. Non è un criterio è tecnicamente misurabile e controllabile, come gli altri tre, ma è ormai decisivo, se si vuole rispettare la volontà dei cittadini. E per essere pratici, c'è anche una forte opposizione dei cittadini nella maggior parte degli Stati membri all'adesione della Turchia all'Unione Europea.

13 aprile 2008


18 maggio 2008
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Tino Bedin