Anche noi qui all'Istituto di Riposo per Anziani di Padova, come in tutta Italia per l'ottavo anno, vogliamo celebrare il "Giorno della Memoria". L'istituzione del Giorno della Memoria fu approvata dal Parlamento italiano con voto unanime, espressione di un comune sentire e di un comune impegno, e fu scelta la data del 27 gennaio come ricorrenza del giorno in cui furono abbattuti i cancelli di Auschwitz, l'immenso campo di sterminio nazista, prima luogo e poi simbolo della persecuzione di un popolo e di un'intera civiltà, quella ebraica.
Lo facciamo all'interno della celebrazione domenicale per affidare al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe le vittime di quella persecuzione anche per credere proprio nel Dio comune.
Le leggi razziali e i disobbedienti silenziosi. Ricordare non è soltanto pietà verso le moltitudini di persone travolte da una storia perversa.
Ricordare è un dovere: per chi c'era e per le generazioni che si sono susseguite e si susseguiranno verranno.
C'è anzitutto il dovere della memoria nei confronti di coloro che la barbarie nazista, condusse alla morte, spesso con una ferocia che riesce oggi inimmaginabile. Furono milioni di persone, intere comunità: quasi tutti gli Ebrei d'Europa furono vittime della Shoàh.
Riflettendo sulla Shoah, noi italiani non possiamo dimenticare che lo sterminio di oltre un quinto degli Ebrei italiani non fu dovuto soltanto alla barbarie nazista; fu reso possibile anche dalle vergognose leggi razziali del 1938.
Ma è giusto ricordare il grande numero di italiani non ebrei, migliaia di uomini e donne di ogni ceto e di ogni regione, civili e militari, funzionari e diplomatici, religiosi e religiose, che non obbedirono a quelle leggi e soccorsero gli ebrei perseguitati, e non solo gli ebrei italiani, ma anche stranieri, salvandone e proteggendone molte migliaia.
C'è - dunque - il dovere della memoria anche nei confronti di coloro che rischiarono la loro vita, e che talvolta anch'essi la sacrificarono, per soccorrere quelle vittime incolpevoli, animati da un istinto di fratellanza umana che per fortuna è forte nel cuore degli uomini. Anch'essi - i Giusti - hanno il diritto di essere ricordati. A loro - per invito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è particolarmente dedicata la celebrazione di quest'anno.
Il superamento dei conflitti. Il dovere della memoria si impone infine affinché quella barbarie non abbia a ripetersi.
È con riferimento particolare a quest'ultimo dovere che celebriamo qui, in una Residenza per Anziani, il "Giorno della Memoria": giorno che è prima di tutto della generazione che vive qui all'Istituto di Riposo per Anziani di Padova.
È la generazione di coloro che, in quegli anni bui, non si lasciarono corrompere dalle ideologie di odio allora dominanti. È la generazione di tanti italiani "giusti" di cui non sapremo mai il nome, ma sappiamo che essi hanno onorato l'Italia, che hanno contribuito a tenere viva la Patria. Sicuramente anche tra voi anziani, che ora abitate qui all'IRA, ci sono state ragazze e ragazzi che hanno aiutato, nascosto, salvato amici che rischiavano la vita per la persecuzione. Ve ne siamo grati.
È la generazione di coloro che hanno vissuto un'epoca tra le più tragiche nella storia dell'umanità; la generazione degli Europei sopravvissuti alla seconda guerra mondiale, che sono stati capaci di avviarsi sulla via dell'unificazione fra i popoli d'Europa, avendo nella memoria i milioni di loro coetanei morti. Dalla tragedia delle guerre, dall'orrore provato ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio, sono scaturite le istituzioni comuni e i valori di cui l'Europa di oggi si alimenta e che difende con forza: dignità, libertà, eguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia.
Ora noi delle generazioni successive dobbiamo imparare a vivere in una società multi culturale, multi etnica. Questo comporta non solo il rispetto di culture diverse ma anche il riconoscimento della loro identità, la ricerca del dialogo e della comprensione per un reciproco arricchimento.
Il Giorno della Memoria è dunque anche un Giorno del nostro Futuro.
27 gennaio 2008
Istituto di Riposo per Anziani di Padova
Comunicazione durante la celebrazione della Santa Messa domenicale