I cittadini europei "contestano la politica del Mercato interno e le loro reazioni spontanee di fronte alle nuove iniziative lanciate dalla Commissione sono negative, come se il Mercato interno fosse più un pericolo che un vantaggio": la constatazione è del deputato europeo Jacques Toubon, promotore di una relazione che il Parlamento dell'Unione adotterà la settimana prossima in sessione plenaria. I parlamentari europei cercheranno anche di dimostrare ai cittadini d'Europa tutti i vantaggi che possono trarre dal completamento del mercato unico.
Avranno qualche difficoltà a farlo, mentre dall'Unione Europea capitano sulla testa dei cittadini notizie come quella che la Commissione europea ha rivolto una richiesta d'informazioni alle autorità italiane riguardante aiuti alla Chiesa cattolica. Si tratta di alcuni vantaggi fiscali di cui avrebbe beneficiato la Chiesa cattolica in Italia. "Non vi è ancora una decisione circa l'apertura di un'indagine perché abbiamo bisogno d'informazioni supplementari", ha dichiarato il portavoce del Commissario europeo alla Concorrenza, la signora Neelie Kroes. Jonathan Todd ha precisato che qualora si rivelasse necessaria l'apertura di un'inchiesta, questa verterebbe sul rispetto della regolamentazione riguardante gli aiuti di Stato.
I "compiti" affidati alle Chiese. Quasi a giustificarsi, di fronte alle reazioni italiane, Todd ha aggiunto che non sarebbe la prima volta che la Chiesa, "organismo che ha attività economiche", sarebbe implicata in un'indagine, ricordando che un'inchiesta è in corso in Spagna e che un'altra è stata avviata riguardante l'applicazione in Belgio della regolamentazione comunitaria in materia di Iva alla Chiesa.
Sarebbe interessante entrare anche nel merito della questione, ma il problema è più generale: la "testa" dell'Unione Europea continua a pensare esclusivamente con logiche economicistiche, nonostante che la dimensione di quella che all'origine si è chiamata Comunità economica europea sia oggi assai più vasta non solo per geografia, ma soprattutto per competenze e per attese dei cittadini.
Ci si è meravigliati a Bruxelles e altrove quando i cittadini di due paesi fondatori dell'Europa moderna si sono messi di traverso al Trattato costituzionale europeo. Non ci si meraviglia abbastanza quando - come nel caso dell'indagine sugli "aiuti di Stato" alla Chiesa cattolica - è proprio la dirigenza dell'Unione che rifiuta il percorso costituzionale.
Ridurre i rapporti di una comunità nazionale, codificati da disposizioni e leggi del proprio parlamento nazionale, con organismi valoriali quali sono le Chiese a mere considerazioni economiche vuol dire essere del tutto fuori dal ruolo che i cittadini europei richiedono alla loro Unione.
Non si convinceranno i cittadini che il Mercato unico è una buona cosa, se in suo nome si vogliono limitare funzioni educative, assistenziali, sociali che una comunità affida ad altri soggetti, quali le Chiese, di cui è partecipe, di cui si fida, che desidera finanziare perché sa che generalmente i risultati sono socialmente positivi anche in termini di costi collettivi.
Prossimo il nuovo Trattato. Non ci sarà Costituzione europea finché l'ambizione dell'Unione non sarà quella di interpretare il cuore e non solo il portafoglio.
Ci acconteteremo di un nuovo trattato. In queste settimane si è confermata la volontà di arrivare ad approvare un nuovo testo durante il Consiglio europeo informale del 18 e 19 ottobre a Lisbona, come auspica la presidenza portoghese. I primi scambi di opinioni politiche si svolgeranno durante la riunione informale dei ministri per gli Esteri l'8 e 9 settembre vicino a Porto.
Sarà comunque un passo avanti rispetto alla situazione attuale, perché sarà più agevole prendere decisioni in una Europa a 27 membri ed augurabile che sua anche più agevole governare i processi che l'Europa Unita ha innescato o comunque amplificato.
I movimenti di popolazione. Mi limito a citare il fenomeno dei grandi movimenti di popolazione sia all'interno della Unione Europea allargata sia verso l'Unione europea. Si tratta di un fenomeno che proprio la dimensione europea ha ingigantito e che giustamente i cittadini chiedono all'Unione Europea di contribuire a risolvere.
La Romania organizzerà le sue prime elezioni europee il prossimo 25 novembre. La Romania, che ha aderito all'Unione europea il 1° gennaio, dispone di 35 seggi dei 785 del Parlamento europeo, attualmente occupati da deputati "provvisori". Siamo ovviamente contenti di questo ulteriore rafforzamento democratico del Parlamento dell'Unione, ma questa data dovrebbe essere anche l'occasione non solo per un confronto interno alla Romania, ma per un confronto della Romania con gli altri Paesi dell'Unione per una evoluzione positiva di possibili conflitti sociali: penso all'allarme che i "nuovi europei" creano in alcune regioni tra cui il Veneto. L'Europa diventa parte della vita dei cittadini non solo se apre strade nuove, ma se fornisce anche le "mappe" per percorrerle.
E non va in questa direzione la decisione dell'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri UE, Frontex, di sospendere le operazioni di pattugliamento nel canale di Sicilia tra Malta e la Sicilia (Nautilus II) dal 27 luglio a metà settembre: al di là delle motivazioni tecniche ed operati ve, che impressione può fare ai cittadini un'Europa che "chiude per ferie" proprio quando maggiore è il flusso di imbarcazioni di clandestini tra Africa ed Europa?
2 settembre 2007