Nel semestre di presidenza finlandese, che si conclude il 31 dicembre, l'Unione europea ha fortemente rafforzato la propria integrazione a proposito dell'ambiente, della ricerca e del mercato interno. Erano anni che l'Unione non otteneva successi così numerosi in un solo semestre.
Avevo espresso forti speranze nella Finlandia all'inizio di luglio e il bilancio del Semestre conferma che questo piccolo paese ha saputo far più grande l'Europa nesi suoi contenuti.
I finlandesi hanno portato la loro esperienza anche nella trasparenza democratica dell'Unione Europea: in questi sei mesi l'80 per cento della legislazione europea è stata adottata in pubblico e non nel "segreto" dei Consigli europei. I finlandesi hanno nel loro Parlamento una "grande commissione" (si chiama proprio così) alla quale il governo deve rispondere prima e dopo ogni incontro europeo. I politici finlandesi pensano che i loro cittadini sono disposti a sostenere l'Europa solo se concorrono a governarla. La trasparenza nelle decisioni è la condizione essenziale per un controllo democratico sulle istituzioni europee.
Due terzi hanno detto "sì" alla Costituzione. Forte di questo legame con i cittadini, il Parlamento finlandese - come aveva promesso - ha ratificato nel corso del semestre di Presidenza europea la futura Costituzione dell'Unione.
Serve ratificare un Trattato che altri hanno già respinto? È un gesto solamente politico e simbolico? Anche in questo la Finlandia si rivela europeista concreta e produttiva.
Certamente è significativo che chi guida l'Unione ne condivida il futuro delineato nel nuovo Trattato costituzionale. Ma la ratifica finlandese ha anche un valore operativo: con il voto del Parlamento di Helsinki sono 18 su 27 gli Stati che hanno detto sì alla Costituzione europea. Si raggiunge cioè la maggioranza dei due terzi che consente procedure rafforzate di salvaguardia del lavoro svolto.
La diplomazia finlandese ha fatto anche di più: non in forma ufficiale o pubblica, ma attraverso consultazioni riservate, ha appurato che sono almeno venti gli Stati membri dell'Unione che vogliono salvaguardare il testo della Costituzione così com'è. Anche gli altri, con l'esclusione probabilmente del Regno Unito, confermano che ci vuole una Costituzione per andare avanti.
La spinta di Spagna e Belgio. La Finlandia affida alla Germania (presidente di turno nel primo semestre del 2007) non un'Europa in cui sembravano decisivi due "no" di Paesi Bassi e Francia, ma un'Europa in cui possono diventare decisivi i diciotto "sì" già pronunciati.
La conferma si ha nelle voci che danno per certa la promozione da parte di Belgio e Spagna di una riunione a Madrid in gennaio proprio dei 18 paesi membri che hanno approvato la Costituzione. Se ne avrà certezza, molto probabilmente, in occasione del Consiglio europeo di metà mese a Bruxelles. Ma già il fatto che si lasci trapelare l'ipotesi di questa "distinzione" dimostra che la Germania (che ha ratificato la Costituzione) potrà far valere questa forza per costruire il percorso che consentirà di uscire dal blocco franco-olandese.
Aspettando la Francia nel 2008. Non sarà Angela Merkel, cancelliere tedesco, a "vantare" questo risultato: non perché non ne sia capace, ma perché l'Europa è forte non solo perché non sta ferma, ma anche perché sa rispettare i propri membri.
Per questo fin dal giugno scorso il Consiglio europeo ha approvato un calendario che non casualmente affida proprio alla Francia l'obiettivo di fare sintesi delle posizioni e di trovare il modo di superare lo sbarramento: la Francia assumerà la Presidenza dell'Unione nel secondo semestre del 2008 ed è appunto in quel periodo che si è calendarizzata l'approvazione finale della nuova Costituzione. In questo modo essa sarà attiva per le elezioni europee nel primo semestre del 2009.
La Dichiarazione di Berlino. La Presidenza tedesca darà il suo contributo a questo percorso, raccogliendo il lavoro di consultazione compiuto dalla Finlandia, mettendo insieme la probabile iniziativa di Spagna e Belgio e soprattutto preparando con intensità politica, istituzionale e popolare il cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma, sottoscritti il 25 marzo 1957. A Berlino il 25 marzo 2007 Angela Merkel proporrà a tutti i 27 paesi dell'Unione, la firma di una Dichiarazione di Berlino dalla quale formalmente ripartirà il processo costituzionale europeo che continua da mezzo secolo.
3 dicembre 2006