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Un ruolo decisivo per Medio Oriente ed immigrazione Nel Mediterraneo la pace e lo sviluppo dell'Europa La Presidenza finlandese dell'Ue ha un notiziario in latino di Tino Bedin L'Europa è soprattutto mare Mediterraneo in queste settimane. La crisi libanese, con i rischi di guerra globale, si affianca ad altri drammi ed ad altre speranze, per le quali la dimensione europea è la sola adeguata. Ne ricordo alcuni.
Medio Oriente. L'Unione Europea sembra l'unica vera potenza di pace nello scenario che è sfuggito di mano sia ad israeliani che ad Hezbollah in Libano. Il governo italiano di Romano Prodi è capofila di questa disponibilità. Ma non è solo.
Immigrazione. Nel Mediterraneo continua intanto il dramma del profugato economico. Stando ai dati ufficiali, tra il 1° gennaio e il 20 luglio sono stati intercettati nei pressi di Lampedusa e della Sicilia 9.500 clandestini, ossia 2.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2005. Nel 2005, l'Italia ha concesso 907 statuti di profugo e 4.375 permessi temporanei di soggiorno per motivi umanitari, stando ai dati dell'Alto commissariato dell'ONU per i profughi (HCR).
Africa. Il problema del profugato economico non si risolve per solo con le pattuglie di polizia. Serve anche cooperazione allo sviluppo. Una delle maggiori "scommesse europee" è il Congo. Tra il 2002 e il 2006, l'UE ha attribuito alla Repubblica democratica del Congo aiuti per circa 900 milioni di euro. Una parte consistente di questi proviene dal Fondo europeo di sviluppo. Complessivamente, alla RDC saranno stati attribuiti 475 milioni di euro ai sensi del IX FES entro il 2008. Le infrastrutture (circa 80 milioni di euro) e la sanità (80 milioni di euro) figurano tra le prime priorità dell'operato dell'UE in favore della RDC. A queste vanno aggiunti: il sostegno al processo elettorale (241 milioni di euro), la riforma dei settori della giustizia (14 milioni di euro), della sicurezza (EUSEC) e della polizia (EUPOL). In quest'ultimo caso, la Commissione ha contribuito con 5 milioni di euro e il Consiglio con 585.000 euro ai sensi del bilancio PESD per la costituzione delle unità di polizia integrate, che sono state formate e attrezzate con l'aiuto degli Stati membri (1.135.000 euro di contributi finanziari e 1.230.000 in attrezzature).
Allargamento. Si prepara intanto l'ingresso della Bulgaria e della Romania nell'Unione europea. La data fissata è l'1 gennaio 2007: ormai manca poco. Non tutto è stato ancora risolto. I mesi che restano dovrebbero comunque essere sufficienti alla Bulgaria per superare gli ostacoli che rimangono per la sua integrazione nell'UE il 1° gennaio 2007 e soprattutto per coinvolgere la "società civile" nel processo decisionale in Bulgaria. L'adesione all'UE potrebbe significare per la Bulgaria più investimenti, più innovazione e una crescita economica sostenuta, ma i cittadini devono essere coinvolti. Da parte sua una l'UE a 27 sarà ancora più visibile sulla scena mondiale.
I Balcani. All'Europa si prepara anche la Croazia. La Croazia vuole aderire all'Unione europea nel 2008. Lo ha affermato il 1° agosto a Salisburgo, dove partecipava ad una riunione del Patto di stabilità per l'Europa sud-orientale, il primo ministro croato, Ivo Sanader.
Il latino europeo. Avevo scritto che la presidenza finlandese dell'Unione Europea avrebbe stupito, ma non immaginavo fino a questo punto. La presidenza finlandese del Consiglio dell'UE sta pubblicando una lettera d'informazione in latino (intitolata Conspectus Rerum Latinus). Un segnale che anche dal Baltico si guarda con interesse e partecipazione al Mediterraneo.
6 agosto 2006 |
6 agosto 2006 eu-084 |
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