EUROPEI

Insufficiente ruolo politico della Commissione Europea
Cittadini interessati
ad un'Europa che governa

La presentazione del "Piano D": democrazia, dialogo, dibattito

di Tino Bedin segretario Commissione Europa del Senato

Mercoledì 12 ottobre la Commissione Europea dovrà adottare la Comunicazione sul "Piano D", che sta per democrazia, dialogo e dibattito.
Questa viene dopo la conferenza stampa del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso che, osservando che il rilancio del processo costituzionale non è vicino, ha invitato le autorità europee e nazionali a concentrarsi sulle realizzazioni concrete che i cittadini aspettano.

Difficoltà a decidere
A parte che non è certo di una riflessione culturale e sociologica che i cittadini europei sentono il bisogno, il limite politico di José Manuel Barroso è proprio in questa valutazione delle aspettative degli europei: egli dà per scontato che l'Europa politica non sia un'esigenza dei cittadini; pensa che le opinioni pubbliche siano più interessate alla politica agricola comune che agli strumenti attraverso i quali questa politica (e tutte le altre) viene decisa.
È vero invece l'esatto contrario. Alla bocciatura della Costituzione europea ai referendum francese e olandesi si è arrivati soprattutto perché molti cittadini hanno lamentato "l'assenza dell'Europa", cioè la sua difficoltà a decidere su questioni cruciali, quali il modello sociale o il rapporto con la globalizzazione (sia delle persone che dell'economia). La difficoltà a decidere nasce anche dall'attuale modello istituzionale, che il nuovo Trattato costituzionale comunque consente di aggiornare.

Proporre, non solo ascoltare
Per questo è criticabile la mancanza d'impegno della Commissione nel periodo di riflessione aperto a seguito dell'interruzione del processo di ratifica del trattato costituzionale europeo. Per questo è giusto chiedersi ora quale sia il senso di una riflessione che non vuole affrontare gli elementi istituzionali del progetto europeo Quello che preoccupa è che la Commissione non ha progetto politico. Invece se manca una direzione al Consiglio europeo, spetta alla Commissione dire: "Ecco il progetto politico". Non per supplenza, ma per competenza e per la natura dell'Unione Europea, che non è intergovernativa, ma comunitaria.
Invece che rivolgersi alle altre istituzioni dell'Unione, cioè al Consiglio e al Parlamento, con un proprio progetto politico, la Commissione europea si dedica a "misure volte a creare fiducia", come ha riferito il commissario Margot Wallström, e per questo "dobbiamo ascoltare e spiegare meglio".
È questo che mira a fare la comunicazione sul "Piano D" che propone che i prossimi dibattiti nazionali siano concentrati su "tre temi principali: lo sviluppo economico e sociale dell'Europa, il sentimento nei confronti dell'Europa e i compiti dell'Unione, i confini dell'Europa e il suo ruolo nel mondo". La comunicazione sarà articolata attorno a tre assi: stimolare il più possibile la discussione, promuovere la partecipazione dei cittadini al processo democratico e creare strumenti per suscitare un dialogo sulle politiche europee.

Il precedente di Prodi con l'Irlanda
Sono indubbiamente belle parole, che andavano bene prima della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione e prima del Trattato costituzionale. Oggi segnalano che la Commissione Europea presieduta da Barroso non ha iniziativa ed è il rivelatore delle contraddizioni degli Stati membri. Eppure la Commissione per prima sa che l'Unione europea è ingovernabile se non si dà i mezzi per governare e che i riferimenti istituzionali sono fondamentali.
Se non coglieranno un'effettiva volontà di governo da parte dell'Europa i cittadini non sapranno che farsene del "Piano D", che rischierà così di diventare un "Piano M", come "monologo".
I cittadini e con loro anche i partiti, oggi particolarmente assenti dalla riflessione europea, potrebbero essere assai più interessati da un'iniziativa della Commissione che concretamente punti a superare le difficoltà attuali, ad esempio indicando una procedura di accettazione della Costituzione, senza rassegnarsi a fermare il processo perché due paesi hanno detto "no". Certo la situazione non era la stessa, ma dopo il referendum con cui l'Irlanda bocciò il Trattato europeo di Nizza, il presidente Romano Prodi indicò una procedura per evitare il blocco.

9 ottobre 2005


24 ottobre 2005
eu-073
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Tino Bedin