EUROPEI

Le prospettive finanziarie tra il 2007 e il 2013
L'Europa conta gli euro necessari
al suo futuro e al suo ruolo nel mondo

Un'opportunità che non va sciupata in nome di visioni apparentemente nazionali

di Tino Bedin segretario della Commissione Europa del Senato

L'Unione Europea, diversamente da molti suoi Stati membri, funziona secondo una programmazione finanziaria di lunga durata: ecco perché, una volta ultimata l'attuale programmazione 2000-2006, nota col nome di Agenda 2000, si passerà alla fase successiva, di un anno più lunga, dal 2007 al 2013.
La scadenza può comunque apparire assai distante. Ed in effetti la Commissione Europea deve presentare una proposta prima del luglio 2005 e l'accordo deve essere trovato prima del maggio 2006.
La Commissione Europea, guidata dal Presidente Prodi, ha invece già da tempo presentato una proposta, in discussione ora al Parlamento europeo. Vi è da augurarsi che il confronto sia pari alla posta in gioco, e coinvolga tutti gli attori politici, socio-economici e istituzionali presenti in Europa. Come ha spesso ricordato proprio Romano Prodi, i costi di una "non Europa" o di una "mini Europa", sono ben più alti di quelli che servono per dotare l'Unione di mezzi idonei.
L'obbligo di adottare per l'Unione a 25 Stati, nuove prospettive finanziarie entro il 2006 presenta infatti un'opportunità che non va sciupata in nome di visioni apparentemente nazionali, ma va utilizzata per dare all'Unione il senso di una effettiva finalità politica oltre ai mezzi per realizzare le sue ambizioni e le sue missioni.
Si tratta di un'occasione unica per ridefinire come (e soprattutto quanto) la Ue sarà finanziata e cosa dovrà fare con le proprie risorse, indicando chiaramente le sue priorità d'azione. Infatti la programmazione della quasi totalità delle politiche comunitarie scade con la fine di Agenda 2000. In alcuni casi per loro scadenza naturale, in vari altri mediante apposite proroghe, quasi tutte le politiche, da quella di coesione regionale al programma-quadro di ricerca, da molti settori della politica agricola fino alle politiche culturali ed esterne, vanno riformate. Si tratta di un elemento di novità rispetto alle precedenti programmazioni finanziarie, come i due pacchetti Delors o Agenda 2000, che rendono la sfida ancor più rilevante.
Il futuro quadro finanziario dell'UE dovrebbe creare le basi stabili e solide per sostenere gli obiettivi di fondo dell'Unione in un arco pluriennale.

7 novembre 2004


5 dicembre 2004
eu-066
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Tino Bedin