L'ultimo degli accordi tra Unione Europea e Libano va al di là del tradizionale rapporto di collaborazione economica. Esso prevede tra l'altro la creazione di un quadro di cooperazione in materia di libertà, giustizia, con particolare riferimento alla lotta alla criminalità organizzata ed alla gestione del fenomeno dell'immigrazione. Il favore con cui il gruppo Margherita-L'Ulivo accoglie generalmente questo tipo di accordi è in questo caso arricchito proprio dalle opportunità che esso offre all'Unione ed in particolare all'Italia nella gestione di politiche particolarmente sensibili per l'opinione pubblica.
Aggiungo che il Libano fa parte del gruppo dei cosiddetti paesi islamici moderati, cioè dai paesi con i quali occorre approfondire il dialogo se vogliamo realizzare, nell'area del Mediterraneo, un confronto globale che possa condurre ad un'intesa fra le due sponde del Mediterraneo.
Verso una grande area di libero scambio
Queste sono comunque motivazioni di politica estera, che pure interessano la Commissione Europa del Senato, ma non ne costituiscono lo specifico.
In questa commissione mi interessa motivare il voto favorevole alla ratifica da parte della Margherita con il fatto che l'Accordo euromediterraneo con il Libano si inserisce nel "Processo di Barcellona", cioè di quel progetto che dal 1995 punta a fare del Mediterraneo un'area di condivisione, fino a trasformarla entro il 2010 in una zona di libero scambio. Più recentemente la Conferenza di Valencia del 2002 ha puntato sull'approfondimento delle relazioni politiche tra Unione Europea e sponda sud del Mediterraneo.
Complessivamente l'Unione si sta muovendo in tre direzioni: una dimensione politica che rafforzi la sicurezza nel bacino del Mediterraneo, visto come area comune di pace e di stabilità, assicurate soprattutto attraverso il rispetto dei diritti dell'uomo, dello Statuto delle Nazioni Unite, dei principi democratici e del controllo degli armamenti; una dimensione economica e finanziaria che punti a realizzare quello che, nel 2010, dovrebbe diventare il mercato di libero scambio del Mediterraneo; una dimensione sociale, culturale ed umana che possa integrare il partenariato politico, avvicinando popoli e culture.
L'accordo con il Libano, per le caratteristiche di questo paese e per l'attesa che in esso ha la ratifica di questo accordo, rafforza tutte e tre queste dimensioni.
I produttori agricoli italiani e l'integrazione
Si tratta, come ho detto, di dimensioni di interesse generale, il cui costo quindi non può essere addossato solo ad un settore dell'Unione. Mi riferisco al fatto che la creazione della zona di libero scambio nel Mediterraneo ha già ed avrà come elemento-base l'agricoltura ed in particolare le produzioni mediterranee.
Oltre a rilevanti concessioni in materia commerciale, proprio l'Accordo con il Libano mira a facilitare la completa liberalizzazione per le esportazioni di prodotti agricoli libanesi verso l'Unione europea (ad eccezione di una decina di prodotti "sensibili" per l'agricoltura europea); prevede inoltre significative riduzioni tariffarie per i prodotti agricoli trasformati e per i prodotti industriali europei. L'Accordo impegna anche il Libano a adottare una normativa commerciale in linea con gli standard internazionali in materia di concorrenza (entro cinque anni dall'entrata in vigore dell'Accordo), protezione della proprietà intellettuale, anti-dumping e anti-sovvenzioni e appalti pubblici.
Tutto questo è condivisibile nei rapporti tra Unione e Libano. Quello che deve cambiare è la politica interna dell'Unione e la gestione del bilancio comunitario. Il costo della pacificazione, dell'integrazione, della sicurezza non può entrare nei costi della Politica agricole comune, ma deve essere compreso tra i costi generali dell'Unione, in modo che le produzioni agricole italiane abbiano dei sostegni che consentano ai produttori italiani di partecipare da protagonisti a quest'area di libero scambio. Finora questo non è avvenuto, ma in un'Unione Europea che ha allargato alla sicurezza comune i proprio obiettivi, non è più possibile che solo l'agricoltura sopporti i costi di politiche generali.
Senato, Commissione Europa, 28 luglio 2004
Parere su "Ratifica ed esecuzione dell' Accordo euromediterraneo che istituisce un' Associazione tra la Comunità europea ed i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica libanese, dall' altra, con Allegati, Protocolli, Dichiarazioni ed Atto finale, fatto a Lussemburgo il 17 giugno 2002"