Ricorre nel 2009 il cinquantesimo anniversario della consacrazione sacerdotale di don Orlando Zampieri, dal 1975 parroco di San Girolamo in Este, ordinato prete il 12 luglio 1959. La ricorrenza sarà celebrata nella parrocchia estense in due circostanze: l'11 e 12 luglio e poi domenica 4 ottobre con il cardinale Giovanni Battista Re. Sabato 11 luglio si tiene una cena comunitaria all'hotel Beatrice; domenica 12 luglio sono in programma la santa messa solenne delle ore 11 ed un concerto in chiesa alle ore 21. Il senatore Tino Bedin, che ha seguito la comunità di San Girolamo in Este sia come giornalista della "Difesa del Popolo" che come parlamentare della Bassa padovana, ha scritto per il prossimo numero del bollettino parrocchiale il commento che pubblichiamo.
di Tino Bedin
Sono stati cinquant'anni di pellegrinaggio. Anche i prossimi - che la Provvidenza gli affiderà e che in molti gli auguriamo - saranno per Don Orlando Zampieri anni di pellegrinaggio, perché questo è il sacerdozio per il parroco di San Girolamo in Este.
Ho trovato la parola nell'editoriale di Don Zampieri nell'ultimo numero di "Insieme. Costruiamo la Comunità", il bollettino parrocchiale che è arrivato a 33 anni (praticamente tutti gli anni della parrocchia) e con fedele puntualità entra nelle case del quartiere di Meggiaro. Con la parola "pellegrinaggio" Don Orlando Zampieri definisce il suo "giro" per la benedizione delle famiglie, cui pure ha dedicato una fedele puntualità.
Il pellegrinaggio è l'andare del credente nei luoghi sacri. Sacre per questo prete sono dunque le famiglie, sacre sono le persone.
Dalla fondazione, nell'autunno del 1975, ad oggi la parrocchia di San Girolamo in Este ha costruito e diffuso i suoi luoghi sacri: non solo la chiesa (costantemente completata ed abbellita) ma anche cappelle, edicole, immagini. Luoghi e segni destinati a segnalare la vita ma anche ad individuare una storia, perché non sono mai anonimi, ma pregevoli e ammirabili.
Contemporaneamente Don Zampieri ha sempre voluto "segnalare" il sacro che c'è in ciascuna persona.
Il suo insistere sulla carità, che ha caratterizzato in particolare gli anni di fondazione di San Girolamo, era certo la condizione per fare di un quartiere una comunità, ma era ed è il mettere un "segno di rispetto" su ogni persona, che in quanto tale è meritevole della dedizione ("dedicazione" liturgicamente) degli altri.
La puntigliosa segnalazione dell'impegno formativo dei giovani di Meggiaro, con la pubblicazione periodica dei titoli delle tesi di laurea arrivate in canonica, è stato ed è il partecipare della comunità all'arricchimento personale dei giovani sul piano culturale ma anche il ricordare che l'intelligenza riflette il divino di ciascuna persona e il segnalare che quella ricchezza andava poi impiegata e distribuita nella comunità stessa.
Più avanti negli anni (ormai da un tempo sufficiente da farne comunque una tradizione), questo pellegrinaggio nella sacralità delle persone è uscito dall'ambito non solo di San Girolamo ma di Este tutta attraverso il Premio "Fernanda Guariento": sintesi - mi pare - proprio delle due maggiori attenzioni di Don Orlando Zampieri, cioè la carità e la cultura. Attraverso questa iniziativa San Girolamo si propone a livello almeno diocesano come uno dei luoghi che sanno mantenere vivo il Cattolicesimo sociale, che del resto ad Este ha avuto grandi e santi protagonisti. Annualmente Don Zampieri ci propone di farci pellegrini nell'incontro di vive speciali illuminate dalla fede. Vite diversissime apparentemente: cosa c'è di comune tra Luigi Gui, uno dei Padri della Repubblica, e Germana Costantin Molon, moglie e madre alla Ciesazza di Ponso? Una domanda che sarebbe rimasta senza risposta se non avessimo avuto Don Orlando Zampieri ad assicurarci che "l'idea ben chiara che si fa esempio, è come una luce che illumina, un sole che riscalda, dando vigore alle piante e colore ai fiori".
12 luglio 2009
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