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Puntare su una coalizione più organica
per superare i condizionamenti esterni

La crisi del governo Prodi è la crisi della legislatura?

Caro Senatore,
per quanto riguarda l’attuale crisi di governo è parere mio personale e di altri amici popolari di Villafranca, che si debba andare alle elezioni; il governo ha ben operato e la gente lo riconosce, si deve puntare ad una coalizione più organica per superare i condizionamenti esterni nati da desistenza elettorali, (è la stessa scelta della desistenza elettorale che non si dovrà ripetere ma in ogni collegio dovrà esserci l’Ulivo).
Sono poi contrario a fare accordi con l’Udr ripropongono un vecchio modo di essere politica e non mi sembra abbiano grande seguito.
L’Ulivo deve e può capitalizzare il grande lavoro fatto se si accettasse qualsiasi altro governo poi tutto sarebbe più difficile, è giusto che chi ha causato questo stato di fatto ne renda conto agli elettori.

Mario Chinellato (sindaco di Villafranca Padovana)


Risponde Tino Bedin

Caro Mario, la crisi di Governo è un evento che ci coinvolge in una riflessione destinata (nella volontà) ad individuare proposte adeguate al bene comune ed a farci scoprire attraverso quali azioni quelle nostre proposte possono essere applicate.
Sono anch’io convinto che il Governo Prodi e il Parlamento abbiano lavorato bene. Ho la consapevolezza che molto di più avremmo potuto "comunicare" (oltre che fare), se fossimo stati un po' più .... convincenti come Ulivo alle elezioni del 21 aprile 1996, ottenendo più consenti, in modo che il rapporto con Rifondazione Comunista fosse potuto restare quello che avevamo scelto: solo la desistenza elettorale. Così non è stato: dopo le elezioni, proprio sulla base del risultato elettorale, l’Ulivo ha dovuto fare un patto parlamentare di programma con Rifondazione.
Ora quel patto è venuto meno. Ci ritroviamo come all’indomani delle elezioni, con l’Ulivo senza maggioranza e con un progetto per l’Italia ancora da completare. Quella di oggi non è ancora "L’Italia che vogliamo": i giovani disoccupati sono ancora troppi, i bambini e le loro mamme hanno ancora pochi diritti, il Federalismo ha più leggi che .... opere, il fisco è ancora "troppo giusto" per molte famiglie e molti imprenditori, la
scuola ha discusso del suo cambiamento ma ha appena cominciato a praticarlo.....
Siamo orgogliosi di aver riportato l’Italia a guardare al proprio futuro, ad avere un po' meno paura. Personalmente sento l’impegno a non disperdere questa fiducia, rendendo di nuovo incerto il futuro. E’ l’impegno che mi pare prioritario in questo momento per la politica: evitare che gli italiani si sentano abbandonati, prigionieri di un gioco di cui non sono protagonisti e di cui non vogliono essere spettatori.
Quale è lo strumento per tenere insieme cittadini e istituzioni? Tu dici che sono le elezioni immediate. E’ probabile che questo si dimostri l’unico strumento. Non mi nascondo però che sarebbe una nuova, ricorrente, dimostrazione dell’incapacità del sistema politico di trovare risposte sulla base della volontà espressa dai cittadini con il loro voto.
Espressione della "volontà generale" degli italiani è questo Parlamento; lo sforzo dovrebbe essere di tentare qui la risposta, perché è per questo che siamo stati eletti, è il nostro "mestiere".
Quanto all’Udr, penso anch’io che non abbia una grande seguito. Oggi però è in questo Parlamento: nata dopo il voto del 21 aprile 1998 e quindi senza mandato elettorale, divisa dai raggruppamenti con i quali l’Ulivo ha svolto la sua competizione. E’ un dato. Credo lo stia mettendo in campo, per quanto possibile, anche Romano Prodi nella sua verifica programmatica e parlamentare come gli ha chiesto il presidente Scalfaro
Mi sono dilungato. Spero che avremo l’occasione di parlarne.

Roma, 14 ottobre 1998


15/10/1998
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Tino Bedin