La Sala della Ragione a Padova ospita sabato 20 novembre il convegno internazionale promosso da Cuamm Medici con l'Africa sul tema "La giusta parte per tutti. Diseguaglianze in salute nel mondo". L'organizzazione non governativa propone un confronto sulle politiche pubbliche e sanitarie tra operatori e istituzioni per rafforzare il principio che la salute è uno dei diritti fondamentali della persona e dei popoli. Il convegno è stato presentato tra l'altro a Roma, in Senato, nel corso di una conferenza stampa introdotta dal senatore Tino Bedin, membro del consiglio di ammninistrazione del Cuamm e vicepresidente della Commissione straordinaria per i Diritti umani del Senato.
di Tino Bedin vicepresidente Commissione Diritti Umani del Senato
Un convegno, sia pure importante e internazionale, come quello in programma a Padova il 20 novembre, non corrisponde alle esigenze dell'informazione. L'informazione si esalta con l'attualità: se c'è una parte del mondo che non è di attualità è l'Africa, cioè i destanatari ed i protagonisti del convegno promosso dal Cuamm Medici con l'Africa. L'informazione si nutre di eccezionalità e di emergenza: il Cuamm, organismo non governativo di fondazione ecclesiale, applica da oltre cinquant'anni la virtù della normalità: è tra gli africani sempre, cioè quando si ammalano e muoiono di miseria e sottosviluppo; è in africana anche quando sono i conflitti a riempire ospedali e cimiteri, ma non ci va per questo.
Il convegno internazionale "La giusta parte per tutti. Diseguaglianze in salute nel mondo" affronta i temi delle differenze di salute nel mondo. Le affronta pubblicamente, nella sala-simbolo del Comune di Padova, la Sala della Ragione, con la speranza di fornire elementi perché le materie cui il convegno di Cuamm Medici con l'Africa dedica attenzione diventino in queste settimane e lo restino stabilmente materie di interesse per tutti i cittadini.
Cooperazione sanitaria per lo sviluppo. Di sicuro sono materie che interessano la Commissione straordinaria per i Diritti Umani del Senato. Ed è per questo che intervengono, come vicepresidente di questa commissione. Nell'ambito della individuazione degli obiettivi per il 2004-2005, la Commissione, su indicazione del presidente Enrico Pianetta, ha ritenuto che la cooperazione allo sviluppo sia uno degli strumenti attraverso i quali si possono diffondere e consolidare i diritti umani nel mondo. Non solo diritti civili, ma anche diritti esistenziali, umani appunto. Per questi diritti la cooperazione sanitaria è molto spesso lo strumento fondamentale.
Il diritto alla salute è oggi uno dei diritti umani più disattesi per l'umanità.
Così recita all'articolo 25 la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo: "Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari" (1948). Un diritto che - secondo l'enunciato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità - dovrebbe investire "lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto la mancanza di malattie o di infermità" (1946).
Ogni anno, nel mondo, muoiono 10 milioni di bambini. Il 90 per cento delle morti si concentra in soli 42 dei 192 paesi presenti sul globo, in Asia e nell'Africa sub-sahariana. Il 95 per cento delle morti per Aids si verificano in Africa (2,4 milioni) e in Asia del sud (440.000).
Evitabili le disiguaglianze nella salute. Che fare? Il rapido miglioramento della salute delle popolazioni del Sud del mondo è possibile, poiché la gran parte delle malattie che le affligge è costituita da un numero limitato di condizioni per le quali esistono già interventi di provata efficacia.
Il Convegno internazionale "La giusta parte per tutti. Diseguaglianze in salute nel mondo" affronta questi temi. È un impegno d'informazione diverso, una scommessa sulla possibilità di leggere la cooperazione e la politica sanitaria secondo l'angolo visuale dei più poveri, di quanti rischiano di essere irreversibilmente esclusi dall'accesso alla salute.
Il Convegno rientra nell'attività specifica del Cuamm. Il Cuamm Medici con l'Africa con il proprio diretto impegno sul campo ricerca e promuove la collaborazione con le istituzioni, i governi, le comunità locali, le agenzie internazionali, consapevole che le politiche di contrasto alle disuguaglianze nella salute si possono classificare in due categorie:
1) politiche "a monte", che riguardano la riduzione della povertà, lo sviluppo economico, l'equa distribuzione del reddito e la coesione sociale, l'emancipazione femminile e l'istruzione;
2) politiche "a valle", che hanno a che vedere con la struttura e l'organizzazione dei sistemi sanitari, con l'accessibilità dei cittadini ai servizi, con la qualità e l'utilizzazione di questi.
Le differenze nello stato di salute della popolazione tra diverse aree del mondo sono clamorose, non necessarie e, soprattutto, evitabili. Un carico straordinariamente pesante di morti evitabili.
In questo senso sottolineo l'importanza che la Commissione Diritti Umani del Senato riserva a questi temi. Questa sintonia intende affermare che la salute non è un bene di consumo, ma un diritto umano fondamentale.
Il Cuamm Medici con l'Africa ha scelto di battersi in ogni sede per il rispetto universale di questo diritto, avendo sperimentato che l'indispensabile servizio del personale sanitario volontario non è sufficiente al raggiungimento della missione del Cuamm stesso.
Oltre cinquant'anni di attività. Il Cuamm Medici con l'Africa è nato a Padova, il 3 dicembre 1950. Con la sua finalità di promozione della salute e della crescita della popolazione dei paesi in via di sviluppo, è stato il primo organismo in Italia di cooperazione sanitaria e di volontariato internazionale riconosciuto in base alla legge della cooperazione del 1971. In questi anni più di mille medici e oltre 250 volontari, tra paramedici e tecnici, hanno prestato servizio specialmente nei paesi dell'Africa sub-sahariana.
Fa parte di Volontari nel mondo - FOCSIV, la federazione degli organismi cristiani di servizio internazionale volontario. È membro dell'Associazione delle Ong italiane e di Medicus Mundi International, la federazione internazionale di organismi di cooperazione in campo sanitario. È corrispondente - in collegamento stabile e riconosciuto - dell'Unicef e sottoscrittore del Codice di condotta della Croce Rossa Internazionale. Ha sottoscritto l'accordo di parternariato con Echo, agenzia dell'Unione Europea per gli aiuti umanitari.
Ecco alcune cifre di questi anni: 270 studenti ospitati da 35 paesi del Sud del mondo, 1250 medici con varie specializzazioni inviati nei Pvs, 300 tra infermieri e tecnici partiti con un impegno pluriennale, 150 programmi realizzati, 34 paesi di intervento in Asia, America Latina, Medio Oriente e soprattutto Africa.
Attualmente il Cuamm opera in Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Uganda, Tanzania, Rwanda impiegando ogni anno circa 80 operatori tra medici, infermieri, amministrativi e fisioterapisti negli ospedali di Chiulo, Negage, Songo e Damba (Angola), Dubbo e Wolisso (Etiopia), Beira (Mozambico), Lugarawa, Mikumi e Tosamaganga (Tanzania), Angal, Maracha, Matany e Naggalama (Uganda). Ogni ospedale garantisce da 100 a 200 posti letto e offre assistenza a una popolazione che può arrivare a 3-400.000 mila persone.
In dettaglio il Cuamm è presente in Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Rwanda, Tanzania, Uganda con: 74 operatori (44 medici, 10 paramedici, 13 tecnici e amministrativi, 7 rappresentanti paese), 32 progetti di cooperazione in corso, con i quali appoggia: 20 ospedali, 14 distretti (per attività di Sanità Pubblica e formazione), 3 centri di riabilitazione motoria, 3 scuole infermieri e 2 università.
Accanto al principale impegno di rafforzare i sistemi sanitari nel loro complesso, per renderli equi e accessibili anche alle fasce più povere della popolazione, il Cuamm sente come suo mandato il dovere di affrontare i bisogni cruciali e i problemi emergenti della sanità in Africa, in particolare, la lotta alle principali malattie: malaria, tubercolosi e Aids.
20 novembre 2004
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