COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
A sessant'anni dalla istituzione dei due organismi
Serve il controllo parlamentare
su Banca mondiale
e Fondo monetario internazionale

Il senatore Tino Bedin tra i firmatari della petizione

Quest'anno cade il sessantesimo anniversario della creazione del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale (le cosiddette istituzioni di Bretton Woods). La scadenza è apparsa come un momento quanto mai opportuno per richiedere un maggiore controllo democratico delle politiche della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. Un'analisi approfondita condotta da organizzazioni non governative a livello internazionale ha infatti evidenziato il deficit di democrazia nelle relazioni tra gli stati e la Banca mondiale ed il Fondo monetario internazionale. I Parlamenti sono regolarmente esclusi dalle decisioni che riguardano questioni economiche chiave. Per questo un gruppo di ONG e parlamentari di tutto il mondo hanno lanciato una petizione con lo scopo di rivendicare il principio della sovranità dei parlamenti nazionali e del ruolo che quest'ultimi dovrebbero avere nella creazione delle politiche nei processi correlati alle Istituzioni di Bretton Woods.
Il senatore Tino Bedin, parlamentare della Margherita-L'Ulivo, è tra i firmatari italiani di questa petizione. In Italia la Campagna per la riforma della Banca mondiale guida il coordinamento delle attività per la petizione , in stretto contatto con il senatore Francesco Martone e con l'europarlamentare Monica Frassoni.
Pubblichiamo il testo della petizione.

Petizione Internazionale dei Parlamentari
per un Controllo Democratico
delle Politiche del Fondo Monetario Internazionale
e della Banca Mondiale

Noi parlamentari firmatari di questo documento,
Notando che quest'anno ricorre il sessantesimo anniversario della creazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale - Istituzioni di Bretton Woods;
Riconoscendo che il FMI e la Banca Mondiale hanno espresso un impegno per assicurare che i singoli Paesi possano determinare le loro politiche economiche;
Notando che politiche economiche fondamentali continuano ad essere imposte sia dalla Banca mondiale che dal FMI come condizioni per la cancellazione del debito e per nuovi prestiti, con i Consigli delle Istituzioni di Bretton Woods che conservano il loro potere di veto in merito a tutte quelle misure, incluse quelle nei Poverty Reduction Strategy Papers.
Chiediamo quindi alle Istituzioni di Bretton Woods ed ai loro principali azionisti di assicurare che i rappresentanti democraticamente eletti degli stati beneficiari siano i decisori finali su tutte le politiche economiche dei loro Paesi.
E' vitale che i Parlamenti nazionali dei Paesi beneficiari abbiano il diritto e l'obbligo di essere pienamente coinvolti nello sviluppo e nel controllo di tutte le misure associate alle attività delle Istituzioni di Bretton Woods all'interno dei loro confini, e che mantengano alla fine il potere di ratifica.
Assicurare la supremazia della sovranità dei Parlamenti nazionali in questo ambito servirà a migliorare l'applicazione delle misure atte a ridurre la povertà, rafforzare la good governance e favorire la democrazia.

1 settembre 2004


12 settembre 2004
ci-035
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Tino Bedin