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Un territorio
capace di ulteriori progressi non solo economici
Camposampierese:
con la formazione
si consolida lo sviluppo
e si recupera lidentità sociale
Buono il livello
di cooperazione tra Comuni.
Ora serve un vero e proprio programma per le risorse culturali.
Matura una rappresentanza politica in Provincia e in Regione
Nellambito della riflessione
programmatica che a livello provinciale il centro-sinistra ha
avviato in vista di una proposta ai cittadini della provincia di
Padova, la Sala Filarmonica di Camposampiero ha ospitato un
convegno dellUlivo per una analisi delle potenzialità e delle
esigenze del Camposampierese.
Il convegno è stato introdotto e coordinato dal senatore Tino
Bedin. La relazione di base è stata svolta dal sindaco di
Camposampiero, lon. Dino Scantamburlo. Altre relazioni sono
state tenute dallassessore municipale di Cadoneghe Letterio Turiaco e dal vicepresidente della Provincia di Padova Tonino Ziglio.
Mettiamo a disposizione dei naviganti la relazione dellon.
Dino Scantamburlo
Il collegio del Camposampierese
Sul piano socio politico
Il Camposampierese è un territorio a
forte tradizione cattolica e già di amplissima prevalenza
democristiana, con unesperienza di impegno politico
ancorato al cattolicesimo democratico da parte di gruppi
significativi e incisivi che periodicamente e in vari Comuni
hanno amministrato in modo positivo ed efficace.
Pregnante è il valore della religione e della dottrina sociale
della Chiesa che si esprime nella vitalità ed efficacia
dellazione delle Parrocchie nel compito educativo e
formativo dei ragazzi e delle famiglie e così nel volontariato,
e non solo giovanile: si manifesta non solo lidealismo dei
giovani, ma anche il pragmatismo degli adulti: vedi cooperative
di solidarietà sociale e no profit e limpegno a favore
dellhandicap, degli anziani a domicilio e degli ospiti
degli istituti, degli ammalati, degli alcolisti, degli immigrati
e per azioni umanitarie varie.
Contemporaneamente, si riscontra una secolarizzazione crescente
nei giovani e nelle famiglie: sono in aumento i matrimoni civili,
le separazioni, i divorzi e i nuovi matrimoni. Emerge un disagio
giovanile che cè, anche se limitatamente visibile, con
fenomeni di tossicodipendenza e microcriminalità; sono in
aumento gli immigrati con i conseguenti problemi di accoglienza e
inserimento (problemi dellalloggio e della piena
accettazione sociale).
Sul piano economico
Siamo in presenza di una economia
agricola di tipo tradizionale, con artigianato e piccola e media
industria. La grande industria è presente a Campodarsego e a
Cadoneghe.
Si è creato un modello di economia mista che rappresenta proprio
il cosiddetto "modello veneto". Anche la stessa
agricoltura si è evoluta, specializzandosi, ad esempio, in
colture orticole, con ingenti investimenti e risultati che
consentono di stare sul mercato in posizione primaria (sia nella
produzione, che nel confezionamento e nella distribuzione). Ci
sono allevamenti bovini e suini a Trebaseleghe, Piombino Dese e
Massanzago.
Nellartigianato si ha uno sviluppo molto elevato nel
settore meccanico, del legno, delledilizia. A parte il polo
di macchine agricole a Campodarsego, non si è creato qui però,
un vero distretto industriale, ma si tratta di una miriade di
attività manifatturiere, che si integrano a vicenda,
determinando praticamente la piena occupazione, tanto da
richiedere per il lavoro numerosi lavoratori stranieri. È da
rilevare che non ci sono operai nella lista per i lavori
socialmente utili.
Si può parlare di un elevato livello qualitativo raggiunto in
tutti i settori manifatturieri, con punte di eccellenza nella
falegnameria e nella meccanica, e una vasta rappresentanza
nelledilizia e nel tessile, e con alcune produzioni di
nicchia, frutto di vivace inventiva e di intraprendenza
personale. I successi, misurabili anche nel volume delle
esportazioni, sono però sostenuti da un continuo processo di
aggiornamento a cui gli imprenditori si sottopongono, specie
quelli della seconda generazione, che investono risorse materiali
e umane nelle aziende ereditate dai padri.
Infatti, il problema principale della nostra zona non è
loccupazione, ma la formazione. Le aziende chiedono,
magari, periti meccanici che non trovano nel mercato. Per la
verità, neppure le imprese edili trovano i muratori, tanto che
esse ricorrono a lavoratori extracomunitari, nordafricani e
slavi. Si può dire che qui, di fatto, ci sia piena occupazione,
anche se non piena corrispondenza tra diploma acquisito e lavoro
trovato.
Le nostre aziende possono lavorare e svilupparsi, se hanno
facilità di rapporti, se possono velocemente spostare le
persone, i materiali, i prodotti. Invece, la viabilità è il
nostro problema principale.
Sì, quindi, al progetto della Provincia per la nuova SS 307; ai
15 miliardi che la Provincia di Padova propone, aggiungiamo come
Comuni alcune cifre compatibili con i nostri bilanci, chiediamo
alla Regione e allANAS di fare altrettanto e presentiamoci
con un pacchetto di risorse, al Ministero dei Lavori Pubblici.
Sì, alla metropolitana di superficie che, se sarà davvero
efficiente, dovrà provare la nostra disponibilità a mutare
abitudini nello spostamento da e verso i centri urbani. Oltre ad
un effettivo miglioramento della viabilità in senso est/ovest,
serve la strada alternativa alla attuale SS 245 da Boscalto a
Trebaseleghe.
I cittadini della zona sono costretti ad andare a Padova per
molti servizi, non decentrati qui. A giorni sarà operativo a
Camposampiero un ufficio distaccato della Camera di Commercio.
Ciò che emerge con forte evidenza è la necessità assoluta di
lavorare insieme tra Comuni, tra Comuni Provincia
Consorzi (Acquedotto Tergola, Bacino Padova Uno, Bonifica
Sinistra Medio Brenta Alta servizi) e con le associazioni
di categoria. Un coordinamento organico è necessario.
Tra i Comuni abbiamo sperimentato una utile, a volte forte
capacità di lavorare insieme, specie su temi importanti, comuni
e condivisi. Questo coordinamento è necessario anche per
affrontare un altro grande problema: la formazione culturale e
professionale dei giovani, che oggi risulta inadeguata per
linsufficiente offerta formativa data dalle scuole presenti
e per laffievolirsi dellidentità culturale.
Non mancano le iniziative, sia in campo culturale che sociale, ma
si esauriscono troppo spesso nel gruppo di persone che le ha
fatte nascere. Stanno venendo meno la memoria storica, la
consapevolezza piena di appartenere a un territorio, di inserirsi
in un quadro più ampio di azione di quello a cui le abitudini di
vita e le necessità economiche ci aprono.
È un territorio di sicuro benessere e ricchezza:
Dati recenti attestano, specie a Camposampiero, ma anche negli
altri Comuni:
- grandi depositi bancari: disponibilità di denaro e risparmio
(al terzo posto in Provincia);
- elevata capacità di investimento e accesso al credito (al
terzo posto in Provincia).
Sul piano culturale
Il territorio ha cercato di recuperare
nei due ultimi decenni un forte ritardo nella scolarizzazione.
Se guardiamo ai dati di: abbandoni, ripetenze, dispersioni e
riuscita nella scuola del territorio, constatiamo che larea
del Camposampierese è un gigante demografico ed economico
con 13,2 imprese ogni 100 abitanti, contro la media provinciale
di 11,3 al 1996 ma molto più piccolo sul versante
dellistruzione superiore, questanno con 1,7 studenti
di scuola superiore ogni 100 abitanti, contro una media
provinciale di 3,8.
La forza economica che caratterizza lalta padovana deve
essere accompagnata a un preciso programma di sviluppo e di
riscoperta delle risorse culturali che nei passati decenni,
segnati dallimportantissimo fermento nelle attività
produttive artigianali e industriali, non hanno trovato un
proprio spazio di affermazione e di proposta.
In questo territorio, debolmente strutturato riguardo ai presidi
culturali, alle realtà museali, ai percorsi storico
naturalistici, sono da ricreare le condizioni per delle offerte
culturali, attraverso delle compiute programmazioni.
Sono da utilizzare le potenzialità e le competenze dei vari
soggetti, sociali, economici, culturali, riconoscendo che la
cultura è anche risorsa economica e occupazionale.
Stanno sorgendo il Museo del Graticolato a Borgoricco e quello
del territorio, a villa Querini, a Camposampiero, il progetto
attorno allOstiglia, il museo di Fontaniva (cultura
contadina).
È necessario investire di più come Comuni, sulla scuola,
salvaguardando gli attuali livelli di utenza negli indirizzi di
studio per economisti dazienda, programmatori, periti
meccanici, liceali scientifici, stilisti di moda. Il federalismo
scolastico, in nome della autonomia e della sussidiarietà,
impone di istituire un secondo istituto superiore autonomo a
Camposampiero, per adeguare di più lofferta formativa alle
istanze culturali e produttive del territorio, composto
soprattutto da piccole imprese familiari.
Soltanto nel nord est padovano, infatti, gli addetti
allindustria superano ancora quelli nei servizi e
limpresa artigiana dà lavoro ad oltre la metà degli
occupati nellindustria. Risalta evidente la carenza di
tecnici qualificati, di nuove figure professionali per
lartigianato, oggi particolarmente grave, anche perché il
95% degli studenti camposampieresi di terza media prosegue negli
istituti superiori (il 10% nei centri di formazione
professionale), ma quasi 3/4 di essi sono ancora costretti ad
emigrare altrove, per poter studiare nelle scuole di loro scelta.
Sul piano politico
Diciamo spesso che questa è
unarea moderata e di centro.
Ma, anche questa area vota estesamente Lega e Polo, esprime
protesta e rabbia; ne sono interpreti in ampia parte le
associazioni di categorie. Il voto alla Lega è stato dato ed è
dato come reazione e protesta, in difesa del proprio (lavoro,
beni, conquiste economiche, sociali, personali e familiari), per
affermare unidentità, contro le tasse, per sfiducia nella
politica, da relegare a un ruolo marginale, e non certo per le
mistificazioni padane o secessioniste.
I fatti di Borgoricco sono fatti isolati e che hanno avuto per
protagoniste poche persone.
È unarea moderata, ma oggi i moderati sono i più
arrabbiati!
Noi, impegnati nellUlivo, subiamo attacchi pretestuosi
ampiamente ingiustificati, dai rappresentanti del Polo di questo
territorio.
Abbiamo validi elementi per difenderci sia con lazione a
livello governativo, sia con quella svolta in ambito
amministrativo locale.
In conclusione, i problemi principali sono riferiti:
- ai servizi amministrativi, sanitari e sociali da decentrare nel
territorio,
- alla sanità, per la quale occorre qualificare e potenziare
lOspedale ed estendere la medicina nel territorio,
- alla viabilità,
- alla scuola e alla cultura,
- ai valori dellambiente,
- al bisogno di sicurezza.
In vista delle prossime elezioni amministrative del 1999 è da
dire che:
- una presenza politica del territorio in Regione e una in
Provincia con responsabilità gestionali è ampiamente
giustificata;
- come forze dellUlivo non possiamo dividerci:
lesperienza anche delle elezioni recenti nei Comuni
dimostra che facendo così, non si vince;
- dobbiamo pensare a coalizioni omogenee, ma aperte alle
componenti dellassociazionismo, delle attività produttive,
delle componenti che in ciascun Comune hanno idee e consensi.
Dino Scantamburlo
Ottobre 1998
24/10/1998 webmaster@euganeo.it |
il collegio senatoriale
di Tino Bedin |