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Per la messa funebre i familiari di Francesco Ferrari hanno scelto letture bibliche che richiamano a liturgie nuziali: l'inno alla carità di San Paolo nella prima Lettera ai Corinti e il miracolo alle nozze di Cana. La lunga e operosa vita del "maestro Ferrari", come lo chiamavamo in molti a Cadoneghe, traeva la sua forza dalla famiglia: dalla moglie Germana e con lei e attraverso lei dai cinque figli Francesca, Alberto, Paola, Carlo e Diego.
Attorno a loro nella chiesa di Mejaniga martedì 19 agosto alle 9.30 ci siamo ritrovati in molti per il funerale officiato dal parroco don Mirco De Gaspari, dal vicario parrocchiale don Mattia Callegaro e da due sacerdoti fiorentini, della parrocchia in cui vive una delle figlie. Molte le ragioni che hanno radunato le persone attorno alla bara di legno chiaro: Francesco Ferrari ha avuto una vita lunga, 84 anni, ha coltivato il matrimonio arrivato al 57 anniversario, ha coltivato la propria vita: insegnante elementare (per questo lo chiamavamo il "maestro Ferrari), ma prima impiegato in uno zuccherificio del Polesine (la sua terra natale) e poi consulente del lavoro, un'attività che ora tre dei figli continuano.
Per me come per altri presenti al funerale, il "maestro Ferrari" era stato amico di impegno civile nella Democrazia Cristiana di Cadoneghe, anche un po' maestro di comunità nell'età in cui anche pochi anni fanno la differenza. Era stato anche consigliere comunale qui a Cadoneghe.
Posso ripetere per quella esperienza quello che i familiari hanno scelto per la loro: la carità. Il "maestro Ferrari" non aveva mai chiesto nulla alla politica; ne era stato richiesto e lo aveva fatto con generosità e con gioia. Per noi più giovani era stato fra coloro che ci mostravano la strada, invece che segnalarci solo le nostre inesperienze.
Nel suo ricordo rileggo con lui la lettera di San Paolo: "La carità è paziente, è benigna la carità; la carità non invidia, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità; tutto tollera, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta".
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