Le specificità di un Comune e del suo sindaco
I cittadini prima risorsa di Baone
Francesco Corso ha guidato un'amministrazione innovativa, che ha valorizzato
le comunità e le persone; un'amministrazione civica ma non "neutra"
di Tino Bedin senatore dei Colli Euganei
Ogni inaugurazione è una festa. Quasi sempre la festa è per chi ha pensato e realizzato un'opera pubblica. A Baone, nelle numerose occasione in cui da senatore dei Colli Euganei ho partecipato a questi avvenimenti collettivi, ho avvertito che i festeggiati erano sempre i destinatari dell'opera che si inaugurava. Non si celebravano gli amministratori comunali ma i cittadini. Sia che si trattasse di Villa Mantua Benavides o della Palestra o dell'Ostello, le persone di Baone si sentivano arricchite come comunità e ne gioivano.
Non dico che sia una singolarità di questo Comune, ma certo è una caratteristica che l'amministrazione comunale guidata da Francesco Corso ha accentuato, difendendo il territorio e assumendo come dimensione quella delle comunità che formano il Comune: Baone e Calaone, Rivadolmo e Valle San Giorgio. Pur esprimendo una amministrazione moderna ed innovativa, i cui progetti sono stati apprezzati e valorizzati anche dall'Unione Europea, Francesco Corso ha considerato una risorsa la specificità delle singole frazioni, il loro sentirsi comunità. E le singole comunità hanno ricambiato prendendo a cuore tutto il Comune, soprattutto nei momenti di difficoltà. Ricordo una domenica mattina a Calaone, l'affetto e il senso di sicurezza che il paese ha manifestato a Francesco Corso e al suo assessore Giancarlo Piva, che avevano subito una pesante intimidazione personale.
Questo comune-comunità del resto si era manifestato "ufficialmente" alle elezioni municipali del 1999: più di tre elettori su quattro avevano confermato Francesco Corso e la sua lista alla guida del Comune. Anche questo risultato per me, parlamentare dell'Ulivo, è stato motivo di un'attenzione particolare per Baone. Non nel senso di considerare questo Comune una "roccaforte", ma al contrario per far conoscere nel vasto territorio degli Euganei e della Bassa padovana le ragioni e le condizioni di un'adesione così ampia ad un progetto amministrativo e ideale.
Pur essendo una amministrazione comunale civica, quella di Baone non è infatti mai stata una amministrazione comunale "neutra". Francesco Corso e la sua squadra hanno fatto le cose che i cittadini di aspettavano, ma all'interno di una visione della società, di una concezione dello sviluppo, di una scelta di campo tra gli interessi da difendere sempre molto chiare e nette. La difesa delle persone dall'inquinamento elettromagnetico nelle sue varie forme è la componente più nota di questa scelta di campo, perché ha cercato di coinvolgere altre rappresentanze istituzionali e perché ha contrastato poteri forti. Ma anche nell'urbanistica e nella formazione scolastica, nell'educazione alimentare e nella salute questa scelta di stare dalla parte dei cittadini è sempre stata evidente.
Del resto non poteva essere diversamente per un'amministrazione comunale che in nove anni ha tenuto più assemblee di cittadini che consigli comunali. Anche questi ultimi sono stati numerosi: una media di uno al mese che non è facile trovare come media generale. Ma le assemblee sono state di più: segno che Baone ha già conosciuto la democrazia partecipativa (ora introdotta formalmente addirittura nella bozza di Costituzione europea), accanto alla democrazia rappresentativa.
La democrazia partecipativa è una scuola impegnativa per chi fa politica, per chi lavora nelle istituzioni: costringe infatti a "rendere conto". Credo che sia nata da qui la "missione" che Francesco Corso si era data nel 2001, quando è stato proposto dall'Ulivo come candidato alla Camera dei Deputati nella Bassa padovana. "Ho il compito non agevole - egli spiegava - di far comprendere ai miei concittadini che non bisogna lasciarsi prendere dalla propaganda, che bisogna diffidare da chi promette l'impossibile". Certo in quella campagna elettorale, che abbiamo fatta insieme, si indicavano obiettivi territoriali e politici concreti, che in gran parte nascevano proprio da legame di Francesco Corso con il territorio. Ma alla base di tutto c'era per lui e per me il senso del rispetto dovuto alle persone cui si chiedeva il voto per poi rappresentarle.
Sono sicuro che i cittadini di Baone si siano sentiti rispettati in questi nove anni, perché in municipio c'èra chi li amministrava ma anche li aveva - li ha - a cuore.
Este, 1 maggio 2004 |