RASSEGNA STAMPA

EIR Strategic Alert
3 marzo 2008


La speculazione sui biocarburanti e la minaccia di carestia mondiale

Il programma alimentare mondiale (PAM) dell’ONU ha reso noto la settimana scorsa che, a motivo dell’aumento dei prezzi, nel settore in via di sviluppo la fame si diffonde la fame e colpisce anche le classi medie e urbane non più in grado di coprire i costi alimentari. Fino a poco fa la PAM ha cercato di fornire aiuti alle regioni povere di cibo, ma più recentemente ha dovuto rispondere ad emergenze che si verificano a motivo dei prezzi e non a motivo delle scorte. Questo vale soprattutto per l’Indonesia, il Messico e lo Yemen. In Egitto la PAM ha dovuto rilanciare il suo programma dopo due decenni di stabilità. Il Pakistan ha reintrodotto le tessere di razionamento che erano state abbandonate a metà anni Ottanta.
Josette Sheeran, presidente della PAM, riferisce che le popolazioni di alcuni paesi sono passate dal consumo di tre pasti al giorno ad un unico pasto, per lo più di soli farinacei. I paesi poveri dovranno sborsare quest’anno il 35% in più per le importazioni di cereali.
Il problema è solo in parte dovuto all’aumento dei consumi in alcune regioni e alle difficoltà climatiche: tra le cause principali dell’impennata dei prezzi la PAM menziona “la fame di cereali dell’industria dei biocarburanti”. Un altro fattore è la speculazione sulle derrate alimentari, sia nelle borse che trattano i futures, sia da parte degli investitori reduci dalle batoste sul mercato dei sub-prime. In passato i governi erano in grado di ridurre i prezzi vendendo sul mercato le riserve, ma la dottrina neo-liberista dominante li ha costretti a liberarsi del grosso delle riserve, perché il loro mantenimento è considerato una “spesa inutile”. Così l’UE ha ridotto le riserve da 14 a 1 milione di tonnellate in un solo anno!
Così i tumulti per il pane sono esplosi in Yemen, Messico, Mauritania, Senegal, Pakistan, Uzbekistan, Marocco e Guinea, riferisce la PAM, che avvisa che il continuo aumento dei prezzi non le consentirà più di provvedere ai 73 milioni di persone in 78 paesi che ora riesce ad aiutare e che in ogni caso sono il 10% del totale dei denutriti del pianeta.

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6 aprile 2008
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Tino Bedin