L'Efsa, autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma, ha ricevuto dalla Commissione europea, Direzione generale Salute e sicurezza alimentare, la richiesta di fornire una consulenza scientifica sull'etichettatura nutrizionale da apporre sulla parte anteriore delle confezioni di cibo. L'ha reso noto la stessa Efsa il 3 febbraio scorso, specificando che su tale consulenza si baserà l'elaborazione di un futuro sistema a dimensione UE per l'etichettatura nutrizionale ed essa fungerà inoltre da base scientifica per l'introduzione di condizioni particolari per l'impiego di indicazioni nutrizionali e sulla salute da apporre sui prodotti alimentari.
Riportiamo dal comunicato dell'Efsa.
"In base al piano d'azione per la Strategia UE dal produttore al consumatore, la Commissione europea intende presentare, entro la fine del 2022, una proposta di etichettatura nutrizionale armonizzata e obbligatoria, destinata alla parte anteriore delle confezioni alimentari, e di definizione di profili nutrizionali onde limitare la promozione di alimenti ad alto tenore di sostanze come ad esempio sale, zuccheri e/o grassi.
La Commissione europea ha chiesto all'EFSA di fornire consulenza scientifica in queste materie: sostanze nutritive importanti per la salute pubblica delle popolazioni europee, gruppi di alimenti che rivestono un ruolo importante nelle diete delle popolazioni europee e relativi sottogruppi, criteri atti a orientare la scelta di sostanze nutritive e altri componenti non nutrienti degli alimenti onde stabilire profili nutrizionali.
Nel mandato non viene chiesto all'EFSA di sviluppare un modello per la definizione di profili nutrizionali né consulenza sugli attuali modelli di profilazione già in uso per scopi diversi.
L'EFSA dovrà consegnare il proprio parere scientifico entro marzo del 2022. Entro la fine del 2021 verrà indetta una consultazione pubblica sul parere in bozza".
No approccio ideologico sulla "Strategia dal campo alla tavola"
Sulla "Strategia dal campo alla tavola'' le Commissioni Agricoltura e Commercio internazionale del Parlamento europeo hanno organizzato il 4 febbraio scorso un'audizione con alcuni esperti e accademici europei. I relatori delle due Commissioni, Herbert Dorfmann (Partito popolare europeo) e Paolo De Castro (Socialisti e democrativi) hanno emesso un comunicato piuttosto allarmato: "Gli obiettivi della Strategia dal campo alla tavola dovranno basarsi su valutazioni scientifiche e non ideologiche, - hanno detto - per poter garantire un equilibrio tra sostenibilità economica, ambientale e sociale. Gli obiettivi ambiziosi che l'Unione si pone con questa strategia rischiano di pregiudicare la sopravvivenza economica dell'intero comparto agroalimentare europeo, in mancanza di un approccio scientifico che individui obiettivi realizzabili, garantendo al tempo stesso piena convergenza e reciprocità degli standard produttivi per tutti i prodotti agricoli, alimentari e forestali importati nell'Ue. Un approccio ideologico porterebbe infatti a una perdita repentina di produttività, accompagnata da un aumento dei prezzi, che renderebbe i prodotti europei accessibili solo a una élite di consumatori".
I due relatori chiedono alla Commissione di presentare al più presto una valutazione dell'impatto cumulativo per ogni target individuato, nonché proposte proporzionali al raggiungimento degli obiettivi, continuando a monitorarne gli effetti sulla competitività delle nostre imprese. Essi, da parte loro, si impegnano a mettere a disposizione dei produttori alternative valide per produrre di più, in modo più sostenibile e con meno input, dallo smart farming alle NBTs, le nuove bio-tecnologie sostenibili".
Contrarietà al Nutriscore francese
Con l'occasione Paolo De Castro e Herbert Dorfmann hanno ribadito la loro contrarietà a sistemi obbligatori di etichettatura, come il Nutriscore francese, "che non solo non forniscono informazioni precise ai consumatori, ma ne influenzano le scelte d'acquisto fuorviandoli con indicazioni eccessivamente semplicistiche. Non possiamo accettare che si vogliano demonizzare prodotti agricoli europei senza ricordarsi che la Dieta mediterranea, riconosciuta come sana in tutto il mondo, si basa anche su un consumo equilibrato di cibi con diversi profili nutrizionali. In questo senso, ci ha fatto piacere il parere negativo espresso anche dai produttori di qualità francesi, che non si riconoscono nelle scelte del proprio governo. Dobbiamo quindi rispettare il nostro territorio e la nostra ricca tradizione alimentare che caratterizza le regioni e gli Stati dell'Unione europea".
Nell'ottobre scorso Paolo De Castro, con altri cinque parlamentari europei, aveva invitato "la Commissione a proporre al più presto un sistema di etichettatura armonizzato, non discriminatorio e basato su solide basi scientifiche, che metta la consapevolezza dei consumatori, e non il profitto di alcune aziende, al primo posto, fornendo informazioni corrette su ciò che acquistiamo e portiamo ogni giorno sulle nostre tavole".
8 febbraio 2021
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