TINO BEDIN

Lettera dal Senato. 81 /14 marzo 2004
I trasferimenti erariali ai comuni padovani per il 2004

Lo Stato si tiene i soldi
destinati alla vita delle persone
Drammatici tagli ai bilanci comunali proprio mentre le comunità locali preparano le elezioni municipali, cercando qui di vincere l'impoverimento e l'impaurimento

di Tino Bedin

Cari amici, in anticipo (almeno rispetto alla tradizionale "prudenza" dei partiti) in molti comuni si sono già individuati i candidati sindaci per le elezioni del 12 e 13 giugno. In particolare il centrosinistra sta offrendo ai cittadini molte settimane per un confronto aperto, utile a delineare in molti il programma e a conoscere di persona chi potrebbe guidare la comunità. Anche là dove la proposta non è ancora completa, l'idea che prevale è quella della concordia locale, dell'ascolto dei cittadini, della elaborazione di progetti che non riguardino solo le "opere".
Le motivazioni di questa novità sono molte e sono diverse da comune a comune. Non è giusto quindi ricondurle ad un "disegno" generale. Mi pare tuttavia di cogliere nelle persone che lavorano per il loro comune prima ancora che una linea politica, un sentimento: il desiderio di rispondere all'impaurimento che molti cittadini vivono in questi mesi. Attraverso l'impegno municipale, è come se decine di persone dicessero ai loro concittadini: "Roma non ce la fa; il governo non ce la fa; ma l'Italia non è solo Roma: qui, tra noi, nel nostro comune, possiamo fare quello di cui c'è bisogno; insieme possiamo farcela anche stavolta; insieme possiamo vincere l'impoverimento e l'impaurimento".

Comune per comune i soldi tolti dallo Stato. Il municipio torna al centro della vita pubblica. Non è più il federalismo rivendicativo degli anni Novanta. Non c'è tanto un'autonomia da conquistare, quanto una cittadinanza da difendere. È un municipalismo preoccupato della vita dei cittadini prima che dei poteri che deve esercitare e che incentra la sua proposta sulle persone prima che sulle opere pubbliche.
Mentre così si lavora e si spera nei comuni, la dissipazione del patrimonio repubblicano (quello sociale e quello economico) da parte del centrodestra rischia però di annullare anche l'impegno a livello locale. Il rischio si può ricavare dalla lettura delle tabelle dei trasferimenti erariali dallo Stato ai Comuni della provincia di Padova per il 2004. Sono cifre ufficiali, riportate sul sito internet del ministero dell'Interno. Nel sito non c'è il confronto fra i due anni e non c'è neppure la tabella completa della provincia di Padova. Ho pensato che fosse utile ricostruire sia il confronto con le cifre in euro e quelle in percentuale e dare il quadro comune per comune, perché così emerge drammaticamente la quantità dei tagli ai bilanci locale ed insieme l'impoverimento generale delle azioni che anche insieme i sindaci potranno fare.
Complessivamente sono oltre 24 milioni di euro in meno che i comuni padovani avranno a disposizione quest'anno. Rispetto alle tasse che ha pagato, ogni cittadino avrà indietro dal suo sindaco in beni e servizi 37 euro in meno.
Ed è solo l'ultimo dei tagli. La Corte dei Conti ha recentemente riassunto che nel giro di 24 mesi (tra il 2001 e il 2002) i trasferimenti statali ai comuni sono scesi da 18,6 a 16,2 miliardi di euro. Il blocco delle addizionali locali disposto nel 2003 e confermato nel 2004 riduce ancora di più i fondi municipali. Quasi impossibile a questo punto non mettere in preventivo la riduzione dei servizi prestati dagli enti locali.
La drammaticità delle cifre non è infatti sono nella loro riduzione, ma nel rischio che contengono di azzerare la capacità degli enti locali di organizzare quella "speranza" civile di cui i cittadini avvertono l'esigenza.

Ora gli investimenti sono nelle persone. Bilanci locali adeguati (e soprattutto certi nelle cifre) sono indispensabili per il ruolo che i comuni sono chiamati a svolgere nelle comunità locali e nella società italiana nel suo insieme e che è destinato a modificare il concetto stesso di "investimento".
Tuttora - anche nelle tabelle dei trasferimenti statali - si fa distinzione tra spese per gestione e spese per investimento: queste ultime vengono riferite solo a spese per "opere". Siamo però in una stagione della società veneta nella quale gli investimenti più necessari e più redditizi sono quelli fatti sulle persone. Non investire in natalità - ad esempio - comporterebbe dei costi futuri enormi per l'insieme della società, che nel giro di un decennio dovrebbe riconvertire molte delle sue stesse strutture. Così come se i comuni non riusciranno ad investire sulle generazioni anziane, sulla qualità della loro vita, si troveranno un domani schiacciati o da costi sempre crescenti o dall'ingratitudine verso chi ha pure costruito il benessere attuale.
E non si tratta solo di edificare "case", asili-nido, centri civici: si tratta proprio di investimenti sulle persone, perché siano capaci di vivere al meglio le loro età.

Quell'idea di comunità che ha dato vita ai comuni. Il voto per le elezioni municipali del 12-13 giugno sarà su questa nuova dimensione dei municipi, sulle paure esistenziali e sul modo di superarle insieme, tra persone e famiglie che hanno in comune un territorio, una storia, una vita.
Il presidente del Consiglio ha voluto fermamente che il voto per i sindaci fosse nello stesso giorno in cui si vota per il Parlamento europeo, al quale è candidato, con lo scopo dichiarato di chiedere in ogni caso un voto per sé. Finirà che davvero i cittadini voteranno su Berlusconi e sulle sue politiche anche scegliendo il loro sindaco, ma non nel senso sperato da Berlusconi. Per avere un sindaco forte, capace di rappresentarli e di dare loro speranza, dovranno votare contro il governo che sta impoverendo i comuni. Per consentire a se stessi di guardare con meno preoccupazione al futuro sia familiare che collettivo i cittadini dovranno votare contro un governo che sta dissipando il patrimonio sociale, i cui valori sono nell'idea solidale che ha originato i nostri comuni, molto prima delle istituzioni nazionali.

Tino Bedin

Padova, 14 marzo 2004


16 marzo 2004
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