TINO BEDIN |
Lettera dal Senato. 65 /24 dicembre 2002 Forse saremo chiamati a mettere in discussione storiche amicizie La pace diventerà un atto di coraggio L'augurio di Natale è anche preghiera e comandamento di Tino Bedin Stanotte le campane amplificheranno anche per chi non è in chiesa il primo augurio di Natale: "Pace in terra agli uomini di buona volontà". Non è solo un augurio, quest'anno. È una preghiera fatta a nome di coloro che già scrutano il cielo per vedere se da lì sta arrivando la morte. È un comandamento per coloro che hanno il dovere di scegliere la pace.
Così non si allargano i confini della pace e della libertà. Non sarà come altre volte, pur drammatiche. Stando dalla parte della pace, questa volta ci ritroveremo infatti dalla parte opposta del presidente americano Bush; dalla parte opposta del rappresentante di un popolo che ci è amico e che ci è stato solidale proprio in una tragedia di guerra. Ma bisognerà farlo, perché la guerra preventiva è un ritorno indietro alle tragiche politiche che hanno insanguinato per millenni le famiglie e il paesi dell'Europa.
Ora che l'Onu è stata ridotta a poca cosa. Il fatto è che le Nazioni Unite sono state ridotte a poca cosa proprio dagli Stati Uniti. Giovanni Paolo II ci ha posto in questi giorni una domanda: "Non è forse questo il tempo nel quale tutti devono collaborare alla costituzione di una nuova organizzazione dell'intera famiglia umana, per assicurare la pace e l'armonia tra i popoli, ed insieme promuovere il loro progresso integrale?". Ci verrà probabilmente chiesto il coraggio di rispondere affermativamente, di ammettere da politici consapevoli che occorrono nuove regole nello stare insieme, regole frutto anche della pace e non solo della guerra (come sono le regole attuali).
Non erano meno complicati i tempi di Papa Giovanni. Ci basta la Carta europea dei diritti fondamentali. Saremo contro la guerra perché sappiamo che una guerra così presenta dei rischi per il sistema democratico europeo. Molti governi si metteranno nella condizione di andare contro le loro opinioni pubbliche. Il terrorismo (sia praticato che temuto) comporterà una riduzione dei diritti di cittadinanza cui gli europei sono affezionati (gli Stati Uniti vivono già questa condizione e in Europa la libera circolazione prevista dal Trattato di Schengen ha qualche limitazione). Tino Bedin Padova, 24 dicembre 2002 |
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24 dicembre 2002 tb-046 |
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