TINO BEDIN

Una circolare dell'ente di previdenza toglie loro ogni minimo introito
Le compagnie filodrammatiche non sono imprese
Ci rimetteranno anche i cittadini, che avranno meno occasioni culturali, e la Siae

BEDIN - Ai ministri del Lavoro e dei Beni culturali - Premesso che:
- il teatro amatoriale è rappresentato in Italia da oltre mille compagnie, diffuse in tutto il territorio nazionale, in particolare nei centri piccoli e medi;
- sono almeno trentamila gli spettacoli messi in scena ogni anno dalle compagnie amatoriali sia nei teatri che nelle piazze, nelle feste locali e nei centri per anziani;
- che oltre 900 di queste associazioni sono affiliate alla Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA) e che di queste ben 166 con 2438 soci sono associate alla FITA del Veneto;
- in Veneto le compagnie della FITA effettuano circa temila spettacoli all'anno, coinvolgendo più di un milione di spettatori, organizzano il Festival nazionale "Maschera d'oro", il premio letterario "La scuola e il Teatro", stages, seminari, incontri, corsi di formazione, pubblica un notiziario trimestrale e un volume annuale con il repertorio delle compagnie, svolge un servizio di editoria specifica teatrale, gestisce una biblioteca di testi e una videoteca e il sito internet;

preso atto che:
- fino a pochi mesi fa, trattandosi di dilettanti, l'Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Lavoratori dello Spettacolo (ENPALS), dopo aver ottenuto anche il nulla osta di agibilità ministeriale, rilasciava una "liberatoria" con la quale si attestava che nulla era dovuto all'Ente di previdenza in quanto tutte le prestazioni delle compagnie amatoriali fornite in ambito teatrale erano gratuite, senza fine di lucro, di tipo volontaristico, come chiaramente espresso anche negli statuti delle singole Associazioni;
- ciò era espressione di un rapporto basato sulla reciproca stima e fiducia e sul riconoscimento dell'importanza del teatro amatoriale per la diffusione della cultura anche nei luoghi più difficilmente raggiungibili e che tale agire necessita di un inevitabile, seppur minimo, sostegno economico che si realizzava attraverso quella forma di attività commerciale, consentita dalla legge sulle Associazioni senza scopo di lucro e Onlus, consistente nel cachet percepito per i singoli spettacoli;

constatato che:
- con la Circolare n. 21, prot. n. 12/CS del 4 giugno 2002, l'ENPALS ha stabilito che le manifestazioni di teatro amatoriale devono sempre e comunque essere svolte a titolo gratuito;
- ciò ha cambiato la precedente consolidata applicazione della normativa vigente e impedendo alle compagnie di emettere biglietti, come hanno fatto finora pagando i relativi diritti alla SIAE;

osservato che:
- l'ENPALS è l'organismo preposto ai controlli, che a sua volta li ha demandati alla SIAE;
- l'obiettivo dell'ENPALS di sanzionare eventuali abusi alla qualifica di amatorialità deve essere raggiunto con una azione precisa di controllo e non con una generalizzata presunzione di malafede a carico delle compagnie amatoriali;
- i ridotti introiti dalla vendita di biglietti sono essenziali per coprire, almeno in parte, le spese per l'affitto della sala, il noleggio delle attrezzature tecniche o dei costumi

; ritenuto che:
- le compagnie amatoriali in quanto non sono imprese di spettacolo e soprattutto non scritturano lavoratori dello spettacolo e non retribuiscono attori registi e tecnici che partecipano alla realizzazione di spettacoli teatrali, non sono tenute a esibire e richiedere il certificato di agibilità; nonostante quanto previsto dalla circolare normativamente non è previsto l'obbligo per le compagnie amatoriali di munirsi di tale certificazione e, dunque l'Enpals, non ha motivi per intrattenere rapporti con le compagnie filodrammatiche;
- non è accettabile la presunzione di malafede a carico degli amatori che emerge dalla circolare citata, che presume vi sia una frode da parte delle compagnie amatoriali; se esistono dei casi di irregolarità questi vanno giustamente rilevati e perseguiti, ma non si può penalizzare genericamente;
- compito di Enti che svolgono servizio pubblico è quello di rispettare tutte le normative della Repubblica, in questo caso anche quelle riguardanti le normative recenti sul no-profit;

rilevato che :
- un'alta percentuale degli introiti SIAE per il teatro provengono dall'attività dei dilettanti;
- le compagnie amatoriali versano regolarmente allo Stato tutte le imposte dovute e quindi la loro inattività si tradurrebbe in un mancato introito;
- molte località si vedrebbero private della possibilità di conoscere opere teatrali spesso di notevole livello;
- anche agenzie professionali di distribuzione, che si avvalgono delle prestazioni delle compagnie amatoriali per iniziative promosse da enti pubblici, come le celebrazioni ruzantiane in Veneto finanziate dalla Regione, vedranno assottigliarsi le entrate;

chiede di sapere:
- se intendano riportare la tranquillità nel Teatro amatoriale italiano, individuando con l'ENPALS procedure che salvaguardino le compagnie teatrali ed evitino gli eventuali abusi con procedute diverse da quelle previste dalla circolare citata;
- se ritengano di sollecitare urgentemente l'attivazione di una convenzione, del resto prevista dalla circolare citata, tra l'ENPALS e la FITA, in base alla quale le compagnie iscritte alla Federazione possano continuare la loro attività.

19 agosto 2002

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19 agosto 2002
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