SCUOLA |
La Finanziaria: solo tagli, senza un progetto Sacrificare la Scuola per la cassa distrugge le possibilità di sviluppo Il governo sposa l'idea populista di una scuola (tutta, sia statale che non statale) fatta di sprechi e inefficienze di Mario Pomini A leggere la Finanziaria nei capitoli della scuola e della formazione in generale
limpressione è che era difficile immaginare un inizio peggiore. Questa finanziaria
rappresenta una pesante controriforma: peggiora le condizioni della scuola, non dà alcuna
risposta alle attese degli insegnanti ed è priva di idee e progettualità. Senza un progetto. Una politica dei tagli e sacrifici può essere accettata se si intravede un disegno generale condivisibile e che dia una qualche speranza di miglioramento per il prossimo futuro. Ma dalla finanziara non emerge in nessun modo quale sia la politica scolastica che ha in mente la Moratti. E questo è l'aspetto più carente e preoccupante. Nella finanziaria e nelle dichiarazioni con cui la Moratti ha giustificato le misure proposte non si coglie alcun progetto complessivo per quanto riguarda la scuola e gli insegnanti. Il grande progetto di riforma dei cicli, al quale avevano contribuito esperti di tutte le parti politiche, è stato semplicemente accantonato senza che una qualche proposta alternativa sia stata presentata. E lo stesso vale per lo status economico degli insegnanti. Cosa ne è rimasto del progetto di agganciare la condizione retributiva dei docenti italiani a quella degli altri paesi (attualmente siamo a 20/30 per cento) magari creando un profilo di carriera che adesso manca? La Moratti ha azzerato tutto e anche in malo modo denigrando i docenti di fronte alla opinione pubblica. Ma anche l'autonomia scolastica di fatto verrà ad essere solo una parola vuota se la finanziaria verrà approvata così comè. La scuola merita una battaglia. La riflessione conclusiva è che bisogna dare battaglia su questa finanziara senza remore e timori di nessun tipo. Molti insegnanti stanno aprendo gli occhi e si stanno mobilitando. Mi pare di intravedere due linee di azione. Una economica: più risorse per la scuola e per gli insegnanti; se le risorse ora non ci sono il Governo può impegnarsi con un piano pluriennale, come ha fatto l'Ulivo.La seconda è strategica e va al cuore della politica scolastica: la scuola è la grande risorsa immateriale del futuro; sacrificare l'istruzione per racimolare qualche miliardo significa distruggere le possibilità di sviluppo del domani e quindi essere miopi in maniera colpevole. In Europa lo hanno capito tutti; questa consapevolezza deve farsi strada anche in Italia. 16 ottobre 2001 |
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16
ottobre 2001 sc-004 |
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