SCUOLA

La Finanziaria: solo tagli, senza un progetto
Sacrificare la Scuola per la cassa
distrugge le possibilità di sviluppo

Il governo sposa l'idea populista di una scuola (tutta, sia statale che non statale) fatta di sprechi e inefficienze

di Mario Pomini

A leggere la Finanziaria nei capitoli della scuola e della formazione in generale l’impressione è che era difficile immaginare un inizio peggiore. Questa finanziaria rappresenta una pesante controriforma: peggiora le condizioni della scuola, non dà alcuna risposta alle attese degli insegnanti ed è priva di idee e progettualità.
Senza entrare nello specifico dei singoli articoli, faccio due osservazioni di carattere generale.
Solo tagli e riduzioni.. La prima osservazione generale è che nel testo legislativo si parla solamente di tagli e di riduzione delle spese. Ancora una volta il bilancio dell'istruzione serve per recuperare quelle risorse necessarie per finanziare provvedimenti di altra natura come i condoni fiscali. Ricordo che l'Italia ha una spesa pubblica rispetto al Pil pari al 5 per cento contro una media Ocse di circa di 6 per cento (cioè mancano circa 40 mila miliardi) e per colmare questo deficit l'Ulivo si era impegnato a riportare la spesa a livelli europei.
Per far questa politica di tagli  si dà alla opinione pubblica una immagine del tutto negativa della scuola; si badi bene: di tutta la scuola non solo di quella statale. La scuola sarebbe un universo di sp
rechi e inefficienze in cui si imboscano persone che, peccato che quasi tutte abbiano una laurea, lavorano poco e battono la fiacca. L'ideologia populista si sposa bene con i colpi di forbice di cui Tremonti ha bisogno per i condoni fiscali. Quindi non c'è alcuna traccia di quella politica di alti investimenti nella formazione e nella istruzione (le famose "tre i", informatica, inglese e impresa) con la quale Berlusconi si era presentato al mondo della scuola.
Senza un progetto. Una politica dei tagli e sacrifici può essere accettata se si intravede un disegno generale condivisibile e che dia una qualche speranza di miglioramento per il prossimo futuro. Ma dalla finanziara non emerge in nessun modo quale sia la politica scolastica che ha in mente la Moratti. E questo è l'aspetto più carente e preoccupante.
Nella finanziaria e nelle dichiarazioni con cui la Moratti ha giustificato le misure proposte non si coglie alcun progetto complessivo per quanto riguarda la scuola e gli insegnanti. Il grande progetto di riforma dei cicli, al quale avevano contribuito esperti di tutte le parti politiche, è stato semplicemente accantonato senza che una qualche proposta alternativa sia stata presentata. E lo stesso vale per lo status economico degli insegnanti. Cosa ne è rimasto del progetto di agganciare la condizione retributiva dei docenti italiani a quella degli altri paesi (attualmente siamo a –20/30 per cento) magari creando un profilo di carriera che adesso manca? La Moratti ha azzerato tutto e anche in malo modo denigrando i docenti di fronte alla opinione pubblica. Ma anche l'autonomia scolastica di fatto verrà ad essere solo una parola vuota se la finanziaria verrà approvata così com’è.
La scuola merita una battaglia. La riflessione conclusiva è che bisogna dare battaglia su questa finanziara senza remore e timori di nessun tipo. Molti insegnanti stanno aprendo gli occhi e si stanno mobilitando.
Mi pare di intravedere due linee di azione. Una economica: più risorse per la scuola e per gli insegnanti; se le risorse ora non ci sono il Governo può impegnarsi con un piano pluriennale, come ha fatto l'Ulivo.La seconda è strategica e va al cuore della politica scolastica: la scuola è la grande risorsa immateriale del futuro; sacrificare l'istruzione per racimolare qualche miliardo significa distruggere le possibilità di sviluppo del domani e quindi essere miopi in maniera colpevole. In Europa lo hanno capito tutti; questa consapevolezza deve farsi strada anche in Italia.

16 ottobre 2001

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16 ottobre 2001
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