RASSEGNA STAMPA

Il Sole 24 ore,
23 ottobre 2001

Sull'Airbus per la Difesa volano solo le polemiche
Martino: sì a un fronte Ue "ma vanno compiute scelte oculate"

di Marco Palocci

ROMA - Resta per ora avvolta da una nuvola di punti interrogativi la partecipazione italiana al progetto dell'A400M, l'aereo da trasporto militare che dovrebbe rappresentare la punta più avanzata di collaborazione europea nel campo della difesa. Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi che volevano il governo ormai decisamente orientato per il no, ieri il ministro della Difesa, Antonio Martino, interrogato direttamente dai giornalisti, non ha voluto dissolvere l'alone di mistero che circonda questa decisione. Anche se diversi indizi lasciano supporre che effettivamente, sia pure con qualche divisione interna, l'esecutivo sia ormai deciso a tirarsi fuori per privilegiare anche in questo campo il rapporto con gli Stati Uniti che sponsorizzano i C130J della Loockhed già in dotazione all'Aereonautica militare. E, non a caso, Ds e Margherita già protestano: "La non partecipazione dell'Italia sarebbe un grave danno per l'industria italiana oltre a dare un altro grave colpo alla nostra credibilità internazionale". Alla domanda diretta: "L'Italia firmerà o no il prossimo 16 novembre a Berlino il contratto d'acquisto del nuovo Airbus militare europeo?", Martino si è prodotto in uno slalom dialettico da manuale. "Siamo tutti d'accordo che la difesa comune europea è un tipico bene pubblico, un obiettivo che non può essere realizzato con altrettanta efficacia a livello nazionale. L'obiettivo di un'industria europea del settore difesa è un obiettivo importante da perseguire e vanno compiute scelte oculate: scegliere un obiettivo che in Italia non viene compreso sarebbe sbagliato, perchè screditerebbe l'esigenza di una difesa comune europea". Dunque, niente firma italiana? "Non ho detto che usciremo dal progetto". Allora si profila un via libera... "Non ho detto neanche questo. Vi risponderò con le parole del presidente americano Calvin Coolidge alla stampa: Nulla da dire al riguardo. E non citatemi!". Un atteggiamento, quello di Martino, dovuto anche all'imbarazzo di parlare a fianco del responsabile della politica estera europea Javier Solana. Anche perchè un eventuale ripensamento dell'Italia potrebbe portare all'aborto del progetto. Gli impegni presi nei mesi scorsi prevedevano infatti la costruzione di 196 esemplari da parte della franco-tedesca Eads che controlla l'80% di Airbus. L'Italia si era dichiarata disponibile ad acquistarne 16 con un impegno finanziario che gli esperti stimano in circa 3mila miliardi di lire (anche se il presidente del Consiglio ha raddoppiato questa cifra in Consiglio dei ministri la scorsa settimana per spiegare le ragioni del no italiano e dell'esclusione dell'Italia dal "prevertice" a tre di Gand). Già nelle scorse settimane la Germania, che ne aveva opzionati 73, aveva ridotto il suo impegno a 50. Ora senza i 16 velivoli italiani (e dovendo tenere conto anche di qualche recente incertezza inglese) il progetto rischia di naufragare per i costi insostenibili.

IL SENATORE | IN PARLAMENTO | EUROPEI | CITTÀ E PAESI DI PADOVA | IN POLITICA | ULIVO

24 ottobre 2001
rs037
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin