Comuni in bancarotta ora i sindaci marciano su Roma Clamorosa protesta contro i tagli agli enti locali
L'Anci Veneto contro i tagli dei trasferimenti dello Stato ai Comuni. Una protesta organizzata che vede come primo passo una protesta portata direttamente a Roma martedì prossimo dal direttivo dell'Anci guidato dal presidente Maurizio Facincani che è anche coordinatore dell'Anci regionale. "Abbiamo deciso delle iniziative eccezionali in relazione alla gravità della situazione - dice il vicepresidente e sindaco di Rubano Leonildo Bettio - convocando i parlamentari veneti direttamente nella loro sede di lavoro per ribadire l'insostenibilità dei problemi". L'Anci ha promosso un'indagine tra i Comuni veneti ottenendo in 8 giorni ben 230 risposte. I bilanci dei Comuni portano tutti un segno negativo, a volte molto pesante. In 74 Enti i tagli vanno dal 10 al 15%, in 35 si assestano tra il 15 e il 20 per cento, in 16 Comuni si va oltre il 20%. Sono solo 8 gli Enti locali che denunciano un 5%, gli altri stanno tra il 5 e il 10 per cento. Cifre che parlano da sole, e il decreto emanato dal Governo il 31 marzo scorso che concede una proroga per redarre il bilancio e permette di utilizzare l'avanzo presunto per far quadrare i conti, non serve. Il taglio è in media del 10% e questo si traduce in minori servizi per i cittadini. Si tradurrà dunque in una protesta l'incontro di Roma, che prelude ad azioni eclatanti annunciate da alcune amministrazioni in forte difficoltà: come quella di consegnare le chiavi del municipio ai prefetti. "Si potrebbe anche trattenere i diritti di segreteria che i Comuni versano allo Stato - dice Bettio - come gesto simbolico perché si tratta di entrate che non possono sopperire alla mancata erogazione dei 280 milioni di euro da parte del Governo". Il Veneto poi è la Regione che subisce i tagli più pesanti: fin dal 1973 è quella che riceve di meno, trattandosi di Comuni tutti sotto-dotati, ossia di Comuni virtuosi che in quegli anni risultavano con meno debiti da appianare. Ora l'amministrazione di Padova riceverà il 6,89% in meno, Mestrino il 7,78%, Rubano il 9,11%, Vigonza il 7%, Noventa Padovana il 17,53%. "Sono dati che smentiscono il Ministro Tremonti il quale sostiene non ci siano tagli" continua Bettio. "Quest'anno manca anche l'adeguamento al tasso di inflazione. Tutto contribuisce a rendere la situazione drammatica per i paesi più piccoli che non possono contare su entrate come quelle che derivano ad esempio dagli oneri di urbanizzazione, molto esigui in territori ristretti. Sono stati apportati tagli al fondo ordinario in ragione del 60% e al fondo investimenti del 42%. Questo si traduce nel non essere in grado come amministrazioni di chiudere il bilancio". A preoccupare l'Anci è la ricaduta sui cittadini: le amministrazioni saranno costrette a pesanti tagli, da attuare nei settori dei servizi, del sostegno alla cultura e della manutenzione. Le amministrazioni potrebbero vedersi costrette a ridurre l'assistenza agli anziani, ad aumentare le rette degli asili. "Si vuole far credere che i Comuni sprecano - chiude Bettio - ma questo non è assolutamente vero. E' stato modificato in senso federale il Titolo Quinto della Costituzione quindi tutti gli Enti dallo Stato al Comune sono in linea paritaria. Chiediamo a questo punto che i Comuni amministrino le loro entrate per i loro cittadini, l'addizionale dovrebbe restare da noi e non andare allo Stato, che ce la ritorna dopo un anno e decurtata. Questo vogliamo ribadire a Roma, chiedendo la conferma del trasferimento degli stessi fondi dello scorso anno. Chiederemo infine anche l'intervento del presidente Ciampi, che già si è schierato in favore dei Comuni".
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