Morto di Leucemia il reduce dalla Bosnia Valery Melis probabilmente aveva subito gli effetti delle radiazioni derivanti dai proiettili usati nei Balcani
Valery Melis non ce l'ha fatta. Il caporal maggiore dell'esercito di Quartu Sant'Elena, malato da anni di leucemia ha smesso di vivere l'altra notte all'ospedale "Santissima Trinità" di Cagliari. Comprensibile il dramma dei familiari di questo sfortunato militare di 26 anni, che avevano tentato l'impossibile pur di salvare la giovane vita del loro congiunto. La salma è stata composta nella camera mortuaria del nosocomio. Valery aveva contratto la leucemia, probabilmente a causa delle radiazioni da uranio impoverito, dopo una missione di alcuni mesi in Bosnia e in Macedonia, nei Balcani, nella primavera del 1999. Non è confermato se a far ammalare il giovane soldato sardo sia stata la polvere di uranio; è certo, invece, che Valery è stato sottoposto ad un lavoro massacrante, senza maschere ed elmetti di protezione. Al contrario dei militari americani impegnati nei Balcani, quelli italiani non avevano a disposizione le speciali apparecchiature di protezione. Dopo aver contratto la malattia, il giovane era stato trasferito a una clinica di Torino, dove era stato sottoposto al trapianto di midollo. Sembrava essersi ristabilito, invece, qualche mese fa, la malattia ha fatto la sua ricomparsa. Dall'estate del 2003 Valery si trovava ricoverato in ospedale; i medici hanno tentato l'impossibile pur di strapparlo alla morte: lo sottoponevano a dialisi ogni 48 ore. E nelle scorse settimane in Sardegna c'era stata una autentica mobilitazione popolare per salvare la vita allo sfortunato giovane. In centinaia avevano manifestato nei giorni scorsi a Cagliari chiedendo allo Stato il riconoscimento della causa di servizio per il soldato. Causa di servizio che non è mai arrivata; mentre i vertici militari stavano per prendere in esame la sua vicenda Valery se ne è andato lasciando dietro tanta amarezza tra i suoi amici e i parenti e tra chi lo aveva avuto compagno di missione durante quella primavera di cinque anni fa nei Balcani. Si erano mobilitati persino i giocatori del Cagliari; l'attaccante honduregno, David Suazo, domenica scorsa dopo aver siglato un gol che ha permesso alla sua squadra di superare il Catania, ha mostrato una scritta sotto la sua maglietta: "Valery Melis. Voi l'avete dimenticato, noi no". Un messaggio dal mondo del pallone ai vertici dello Stato affinché prendessero in esame la dolorosa vicenda.
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