RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
23 gennaio 2004
di Claudio Malfitano

Piovese e Bassa i più penalizzati, Padova rinvia i ritocchi al 2005
Stangata del 30% per l'acqua
Quest'anno i contribuenti pagheranno anche i rincari decisi nel 2003

La stangata delle tariffe dell'acqua è più severa del previsto. Sfiorerà il 30% per gli abitanti del Piovese, ben oltre il 21% stabilito nel piano d'ambito dell'Aato Bacchiglione. Ma anche nel resto della Bassa l'acqua nel 2004 potrebbe costare molto cara, intorno al 25% in più. La spiegazione consiste nella facoltà data ai gestori di retrodatare gli aumenti al 1 gennaio 2003. In pratica si pagherà quest'anno anche l'aumento dello scorso anno. Situazione più tranquilla a Padova, dove gli aumenti sono e restano molto contenuti. Inevitabili le polemiche mentre il direttore dell'Aato difende le scelte dell'ente: "Gli aumenti decisi servono a garantire gli investimenti".
Aumenti dell'anno scorso. Nel 2003 l'Autorità d'ambito territoriale ottimale (Aato Bacchiglione) aveva stabilito aumenti del 28%, ma per un errore di calcolo gli aumenti reali delle tariffe sono stati del 5%. Il piano d'ambito dell'Aato ha perciò dato la possibilità ai gestori di retrodatare gli aumenti e far pagare quest'anno anche l'aumento che non è entrato in cassa lo scorso anno. Toccherà alle aziende decidere se avvalersi di questa facoltà. "Come azienda ci siamo assimilati i mutui dei Comuni per la realizzazione delle condotte e le spese per gli investimenti" dice Ottimo Cominato, direttore dell'Apga, l'azienda che serve i Comuni del Piovese "avevamo perciò bisogno di aggiustare il tiro. Per non pesare troppo sulle tariffe abbiamo spalmato l'aumento dello scorso anno nei prossimi tre anni". Il 7% in più dunque per tre anni, che si somma al 21% stabilito dal piano d'ambito. E il prezzo dell'acqua vola.
La situazione del Piovese. "L'aumento dell'acqua per i Comuni del Piovese è stato determinato anche dal fatto che l'Apga prende l'acqua dall'Adige e deve potabilizzarla. Inoltre acquista 5 milioni di metri cubi d'acqua da Aps a 75 centesimi al metro cubo" spiega l'assessore provinciale all'ambiente Domenico Riolfatto, che insieme al direttore generale dell'Aato Vanni Carraro, ha fatto un consuntivo della situazione. Nella Bassa su 1100 chilometri di tubi, infatti, ben 450 sono di politene, un materiale che dopo qualche anno deve essere sostituito. Perciò il 60% dell'acqua trasportata si perde per strada. Un dato altissimo, che ha costretto l'Aato a correre ai ripari. "Abbiamo previsto un investimento di 5 milioni di euro fino al 2006 per sostituire oltre cento chilometri di tubi" osserva Carraro "e c'è stata una notevole diminuizione del costo di interscambio dell'acqua tra gestori. Insomma non si può dire che l'Aato non funzioni, anzi ci avviciniamo a grandi passi alla tariffa unica". L'unificazione è stata fissata al 2006 e, secondo il direttore generale, non c'è possibilità che slitti. Neppure se non dovesse essere finita la condotta che porterà nel Padovano molti metri cubi d'acqua dall'alto vicentino, tramite la Valdastico.
Padova posticipa la scelta. In città le tariffe dell'acqua avranno aumenti lievi, perché l'Aps è stata l'ultima a firmare l'accordo con l'autorità d'ambito. "L'Aps è stata autorizzata a non aumentare le tariffe di fronte ad un impegno ad effettuare comunque gli investimenti" afferma ancora Carraro "Faremo una verifica a consuntivo, ma è logico che dovranno esserci degli aumenti in avvenire". La stangata dell'acqua si abbatterà nel 2005 sui padovani, e sarà pesante, ma perché Aps ha firmato così tardi? Molti sindaci della provincia sollevano motivazioni elettorali: non si volevano aumentare le tariffe in un anno di elezioni. "E' un problema aziendale loro" ribatte Vanni Carraro "io so solo che se Aps non avesse firmato sarebbero scattati dei provvedimenti". Su Padova inoltre pende sempre la tegola del deficit nelle fognature: "E' un problema di tutte le grandi città" conclude Carraro "che depurano molto meno dei piccoli Comuni".
La mozione in Provincia. La battaglia dell'acqua si giocherà anche nell'aula consiliare di palazzo S. Stefano. Il centrosinistra ha infatti presentato una mozione per contestare l'operato dell'Aato e chiedere al presidente Casarin di intervenire. "Chiediamo un'unica autorità d'ambito per tutta la provincia, così da assemblare l'Alta che ha molta acqua e la Bassa che ne è priva, e armonizzare i costi" dichiara Elisabetta Leban, capogruppo dei Ds "inoltre siamo per l'applicazione da subito della tariffa unica: è necessario un principio solidaristico". D'accordo anche il capogruppo della Margherita Mariano Schiavon: "L'Aato Bacchiglione è un ente che spende un milione e 700 mila euro in costi di gestione ma che finora non ha prodotto alcun risultato" è la sua tesi "e Riolfatto, come rappresentante della Provincia nel consiglio d'amministrazione dell'ente, ha il preciso dovere d'intervenire".

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