RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
23 dicembre 2003
di Massimo Nardin

L'Ascom parla di regalo natalizio e spera non si faccia mai
L'Outlet arenato tra le pastoie

Il Factory Outlet si è arenato tra le pastoie della burocrazia e nel pantano della crisi economica in generale e dell'abbigliamento in particolare? Per l'Ascom-Confcommercio di Padova non poteva esserci migliore regalo natalizio. Da più di un anno è nebbia fitta sul progetto per l'insediamento di un mega centro commerciale di griffe a prezzi scontati: non si sa ancora quando cominceranno i lavori, né se sarà possibile realizzare le infrastruttue necessarie per dar corpo alla cittadella della moda, la cui richiesta è stata avanzata al Comune nel 2001. "E' una bella notizia per il nostro commercio - commenta il presidente del sindacato tessili abbigliamento dell'Ascom Franco Pasqualetti - e se verrà confermata tutto il settore potrà respirare. Da sempre combattiamo gli spacci aziendali, figuriamoci un villaggio della moda così grande nella Bassa Padovana".
Per Pasqualetti la concentrazione in un'unica sede di una grande varietà di marche creerebbe una serie di problemi agli stessi grossi centri commerciali: "Sono le cifre dell'outlet di Serravalle (in provincia di Alessandria, ndr.) a preoccupare e a mettere in allarme i nostri operatori, quindi è nostro dovere opporci con tutte le forze ad un progetto che, se realizzato, farà sparire il commercio di qualità a Conselve e nelle aree vicine". Anche il presidente della delegazione Ascom di Conselve Giuseppe Baccan mette le mani avanti, perché l'arrivo di un outlet di queste dimensioni - circa 30 mila metri quadri di superficie - "si cala in modo del tutto innaturale in un territorio che ha fatto dei capi griffati una delle sue più peculiari caratteristiche. L'Ascom si è subito opposta all'arrivo di 135 negozi, che metterebbero in crisi anche un pachiderma. Figuriamoci le nostre aziende a conduzione familiare". Secondo l'associazione guidata da Gianfranco Chiesa "quest'enorme struttura avrà ripercussioni pesanti su tutti i negozi del Veneto, in particolare su quelli che trattano capi di firma, con l'inevitabile scomparsa di molte aziende ed una desertificazione dei centri storici della regione". Dopo i negozi di alimentari, potrebbero sparire anche quelli di abbigliamento.

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23 dicembre 2003
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