RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
5 novembre 2003
di Franco Angioni


Un progetto ambizioso, una riforma indispensabile

Il disegno di legge, che sospende la leva obbligatoria, deriva da quattro motivi: eliminare il servizio obbligatorio di leva, incrementare l'afflusso dei volontari, tutelare il giovane alla fine della ferma, e infine garantire i reclutamenti delle Forze di Polizia con il nuovo sistema.
Il primo motivo nasce da un'esigenza di carattere sociale e tecnica, non essendo più il servizio militare "gradito" alla comunità, e perché i soldati oggi devono essere altamente specializzati. Il disegno non deve suonare come il funerale di un istituto inutile o addirittura dannoso, perché invece è stato un elemento di crescita per il popolo italiano.
Il secondo motivo tende a contrastare l'attuale scarsa affluenza nelle Forze Armate (Carabinieri esclusi), che devono poter contare su un adeguato numero di volontari e su una soddisfacente qualità per onorare gli impegni internazionali. Per allargare la base di adesione dei volontari, il disegno prevede la partecipazione non solo dei cittadini italiani, ma anche dei residenti all'estero, figli o nipoti di italiani che oggi hanno il diritto al voto. Il terzo motivo intende assicurare un dignitoso futuro a chi vuole entrare nelle Forze Armate con la possibilità di fare un minimo di carriera nelle Forze di appartenenza o di transitare nei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Corpo forestale, Polizia penitenziaria e Vigili del fuoco. L'obbligatorietà di servire nelle Forze Armate, quale premessa per il transito, è una discutibile necessità. Certamente sarebbe meglio lasciare al cittadino la libera scelta, ma è necessario prevedere misure che riducano la scarsa affluenza nelle Forze Armate e nel contempo evitare che queste in seguito restituiscano al Paese giovani disoccupati. Per ridurre questa situazione di obbligatorietà, l'opposizione prevede l'introduzione di correttivi sia per non "invecchiare" le Forze Armate sia per consentire al cittadino di potersi inserire nella società civile tramite premi di congedamento o borse di studio.
La tutela delle Forze di Polizia, infine, viene perseguita mediante la facoltà concessa ai Corpi di indicare i requisiti richiesti agli aspiranti al momento dell'arruolamento nelle Forze Armate e la possibilità di verificare quei requisiti al momento del transito definitivo. Si mirerà affinché il 100% dei volontari, al termine della ferma, abbia una collocazione lavorativa, e nel contempo si cercherà di ottenere che almeno il 20/25% dei posti, messi a concorso per ogni Corpo e Forza di Polizia, sia disponibile per i civili. In conclusione, le finalità di questo indispensabile disegno di legge sono ambiziose, ma le Forze Armate hanno bisogno di essere affidabili, i giovani garantiti sul loro futuro, senza penalizzare le Forze di Polizia e i Corpi che hanno accettato di fornire il loro insostituibile contributo.

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8 novembre 2003
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