Impianto di Chiarioni, il Tar accoglie il ricorso di Anguillara Anguillara. Stop al riciclaggio della discarica
Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Anguillara contro la Regione, il Comune di San Martino di Venezze e la società Gea, annullando di fatto l'ok regionale dell'ottobre 2002 in relazione alla compatibilità ambientale e all'approvazione del progetto per la riconversione della discarica di San Martino di Venezze. L'impianto, in località Chiarioni, sarebbe dovuta diventare una piattaforma polifunzionale per il trattamento e il recupero dei rifiuti di materiali elettronici e di rifiuti speciali assimilabili non pericolosi.
Invece, per adesso, il progetto resta sulla carta. La vicenda ha inizio nell'agosto del 2001, quando la ditta Gea, che gestisce l'impianto, presenta alla Regione un progetto per la riconversione chiedendo la valutazione di impatto ambientale e l'approvazione del programma. L'intervento definitivo era stato così strutturato: un impianto di trattamento di rifiuti elettronici, capace di ricevere 20 tonnellate al giorno di materiale; un impianto di recupero di rifiuti speciali assimilabili della potenzialità di 120 tonnellate al giorno; infine una discarica per il conferimento di rifiuti non recuperabili e degli scarti delle lavorazioni dei rifiuti assimilabili ed elettronici con una potenzialità di 108 tonnellate al giorno.
Conclusa l'istruttoria tecnica, la commissione regionale di impatto ambientale aveva espresso parere favorevole di compatibilità ambientale, approvando il progetto. Il Comune di Anguillara Veneta (assistito dall'avvocato rodigino Matteo Ceruti) ha quindi presentato ricorso al Tar per il mancato coinvolgimento nella valutazione di impatto ambientale, data la vicinanza del centro abitato all'area degli impianti. Il ricorso, accolto in questi giorni dal Tar del Veneto, poggia anche sull'incompetenza della Regione a svolgere la procedura di impatto ambientale, compito invece che spetterebbe alla Provincia; così come non toccherebbe alla Regione, bensì alla Provincia, approvare impianti di recupero di rifiuti.
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