RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
10 agosto 2003
di Luca Ingegneri

Prima delle ferie il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge di riordino dell'ordinamento militare varato dalla commissione Scandurra
Pronta la riforma dei codici di pace e di guerra
Superati i conflitti di competenza con la magistratura ordinaria. I Tribunali con le stellette potranno indagare a 360°

Si avvicina a grandi passi la riforma dei codici penali militari di guerra e di pace. Un primo significativo traguardo è stato raggiunto con la recente approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio dei Ministri. Su proposta del ministro della Difesa Antonio Martino, lo strumento legislativo attribuisce all'esecutivo la delega per la revisione generale dei due codici ed il conseguente adeguamento di alcune norme a carattere organizzativo dell'ordinamento giudiziario militare. La rivoluzionaria riforma è stata definita al termine di un percorso durato un anno. Se ne è occupata una speciale commissione, guidata dal Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione Giuseppe Scandurra. Ne hanno fatto parte esperti di primo piano dei settori della magistratura, dell'università e delle forze armate. Tra i commissari c'era anche il presidente nazionale dell'Associazione Nazionale Magistrati Militari Italiani, il sostituto procuratore padovano Sergio Dini.

Dottor Dini, quali sono gli obiettivi della riforma ?
Occorreva innanzitutto definire con chiarezza gli ambiti applicativi del codice penale militare di guerra. L'abbiamo adeguato a quanto previsto dalla convenzione di Ginevra e dallo statuto della Corte penale internazionale. Il codice di guerra non verrà applicato esclusivamente in caso di conflitti mondiali ma fungerà da riferimento anche per le missioni di peace keeping che vedono impegnate le nostre forze armate assieme ad altri organismi internazionali. Dovunque vi sia un intervento armato dei nostri militari si applica il codice di guerra. Tanto per fare un paio di esempi, in Iraq ed in Afghanistan varranno queste norme. Diversi i casi dell'Albania, del Kosovo e della Macedonia: i nostri soldati verranno eventualmente giudicati in base al codice penale militare di pace.
Chi si occuperà dei reati commessi dai nostri militari nelle missioni di pace all'estero ?

E' stata stabilita la competenza del Tribunale militare di Roma. Addirittura nel caso di arresto, l'udienza di convalida potrà avvenire sul posto grazie ad un collegamento in videoconferenza. Ovvieremo in questo modo all'assenza di un giudice italiano nel paese dove si sta svolgendo la missione. E nel caso in cui le nostre forze armate risultino parti offese?
Abbiamo recepito le disposizioni contenute nel decreto legge che ha autorizzato la spedizione in Iraq. La volontà del legislatore è quella di individuare un interlocutore unico. I reati commessi contro i nostri militari verranno giudicati dal Tribunale ordinario di Roma.

Cosa cambierà nel codice penale militare di pace ?
La riforma da finalmente un senso all'esistenza dei tribunali militari (nove sedi in Italia, oltre a tre Corti d'Appello). A seguito dei processi di professionalizzazione, di riduzione degli organici e di soppressione della leva obbligatoria i carichi di lavoro sono andati diminuendo. Abbiamo eliminato bisticci e conflitti di competenze con le procure ordinarie. Tutto ciò che accade in una caserma passerà al vaglio della magistratura militare. Potremo condurre indagini su reati come il falso, la concussione e la corruzione, gli omicidi e le rapine, le violenze sessuali e gli stupefacenti. Quando ci imbattevamo in situazioni simili eravamo costretti a trasmettere gli atti ai tribunali ordinari.

Il nuovo codice istituisce anche il reato di nonnismo ?
Nonostante il fenomeno sia in forte calo abbiamo previsto questa fattispecie giuridica. In precedenza si configurava impropriamente come lesioni, minacce o percosse.

E' stato previsto pure un riordino territoriale ?
Nel caso della Procura militare di Padova le competenze, attualmente limitate a cinque province Venete e all'intero Friuli Venezia Giulia, si estenderanno alle caserme del bellunese, del ferrarese e della riviera romagnola (Forlì e Rimini).

Quali saranno i tempi di approvazione della riforma ?
Mi auguro che il Parlamento possa fare presto. Trattandosi di un disegno di legge governativo che è stato recepito da tutte le forze di maggioranza nutro fondate speranze che la riforma giunga rapidamente in porto. Anche il Guardasigilli Castelli ha dato il suo placet. Il ministro Martino si è posto l'obiettivo di convertirla in legge dello Stato entro pochi mesi. Anche perchè l'Italia fa parte del ristretto numero di nazioni inottemperanti rispetto alle convenzioni di Ginevra".

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18 agosto 2003
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