BOVOLENTA. L'ha deciso la Corte dei Conti in merito all'esclusione di Tasinato dalla commissione edilizia. Dovranno comparire Sorgato, Tangianu, Gallinaro e Bottin A giudizio sindaco e giunta, rischiano di dover risarcire 10 mila euro
Il "pasticcio" della commissione edilizia, nominata nel 2000 senza garantire una rappresentanza alla minoranza, rischia di costare caro al sindaco di Bovolenta e a tre assessori. Il sostituto procuratore generale della Corte dei conti del Veneto, Alberto Mingarelli, li ha citati a giudizio chiedendo di risarcire di tasca propria il presunto danno - poco meno di diecimila euro - provocato alle casse del Comune a seguito del contenzioso giudiziario innescato dal loro comportamento. Davanti alla Corte dovranno comparire il primo cittadino, Antonio Sorgato, il vicesindaco Pietro Tangianu e gli assessori Lorenzo Gallinaro ed Egle Bottin. La principale responsabilità del danno viene contestata a sindaco e vice, i due assessori sono accusati di aver seguito ciecamente tutte le iniziative dei primi due, "senza differenziare in alcun modo la loro posizione a salvaguardare un principio di ragionevolezza e l'interesse a non disperdere le risorse del Comune". La vicenda prende il via nel luglio del 2000, quando il consiglio comunale di Bovolenta rinnova la commissione edilizia: il geometra Andrea Tasinato viene escluso dall'organismo (5 persone) nonostante sia il terzo candidato più votato (su 6) e ricorre al Tar. Il Comune si costituisce a giudizio nominando un legale ma, poco prima dell'udienza, revoca la precedente delibera di nomina della Commissione edilizia e nomina un nuova organismo, dal quale Tasinato è ancora escluso. In dicembre il Tar accoglie il ricorso del geometra per entramve le delibere. Il Comune propone Appello in Consiglio di Stato, ma nell'aprile '01 il suo ricorso viene rigettato e Tasinato chiede l'esecuzione della sentenza che gli ha dato ragione. A maggio uno dei componenti della commissione si dimette e il geometra fino a quel momento illegittimamente escluso viene insediato nel posto che gli spetta. Al Comune tutta ciò è costato 1264 euro per spese di giudizio al Tar rifuse a Tasinato e 8416 euro per i compensi al legale che ha patrocinato i ricorsi del Comune. Secondo la procura contabile quelle spese sono del tutto ingiustificate costituiscono un irragionevole spreco di denaro pubblico. E la responsabilità viene individuata nel sindaco e negli altri tre componenti della Giunta che si occuparono in prima persona della vicenda: a Sorgato e Tangianu viene chiesto di risarcire 2904 euro ciascuno; a Gallirano e Bottin 1936 euro ciascuno. Ora la parola passa alla Corte.
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