RASSEGNA STAMPA

Avvenire
27 marzo 2003
di Luca Liverani


Export delle armi vicino al traguardo

La ratifica del trattato di Farnborough sul rilancio dell'industria bellica europea taglia oggi il traguardo al Senato. Accompagnata, ancora ieri sera, dalle proteste delle associazioni riunite nella "Campagna contro i mercanti d'armi". Le assicurazioni dell'Udc - un emendamento e due ordini del giorno su altrettanti nodi - non hanno infatti spazzato tutti i timori di un allentamento dei controlli sulle esportazioni, finora efficacemente garantiti dalla legge 185 del '90.
E la coincidenza con la guerra in corso in Iraq non ha certo rasserenato il clima. L'aula di Palazzo Madama ieri sera ha approvato fino all'articolo 9, su 14 del testo, poi un quarto d'ora prima delle otto, termine previsto per la seduta, il numero legale è mancato di nuovo e tutto è stata rinviato a stamattina, dopo altre due interruzioni per le richieste "ostruzionistiche" di verifica numero legale dei senatori verdi e ds . Salvo sorprese, dunque, per oggi è previsto il termine delle votazioni. Ma per diventare legge la ratifica del trattato di Farnborough - firmato nel 2000 dal governo D'Alema - ha bisogno di un terzo, rapido passaggio alla Camera: rispetto al testo già votato da Montecitorio c'è da confermare la cancellazione dell'articolo 11, unico emendamento predisposto dall'Udc, e l'aggiornamento sulla copertura finanziaria, scaduta a causa del tempi lunghi di approvazione.
Ieri l'emiciclo ha approvato articoli importanti. Come il 3, che inserisce come impedimento alle esportazioni le "gravi" violazioni accertate da Onu e Ue, mentre la 185 parlava solo di "violazioni". Respinto un emendamento dei Verdi che chiedeva di inserire tra i Paesi esclusi quelli ai quali l'Italia sta cancellando il debito estero. L'Udc promette di farne un disegno di legge ad hoc. Passa anche l'articolo 4 che introduce la licenza globale di progetto. Da segnalare anche l'articolo 7 che estende l'accordo tra Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Svezia e Spagna anche a tutti i Paesi dell'Ue e della Nato, come la Turchia. Oggi si ricomincia dal 10, poi si passa all'11, che dovrebbe appunto essere cancellato per ristabiliree la trasparenza sulle transazioni bancarie.
Le assicurazioni del capogruppo dell'Udc Francesco D'Onofrio non disinnescano le critiche di Ulivo e associazioni. "La maggioranza - attacca Tino Bedin della Margherita - procede senza nessun confronto a modificare la legge sul commercio d'armi, proprio mentre sfilano davanti ai nostri occhi le immagini devastanti della guerra". Per il verde Francesco Martone "governo e maggioranza si sono ricompattati dietro gli interessi dell'industria delle armi, ora che la politica estera avrebbe richiesto un maggior controllo del mercato delle armi nella lotta al terrorismo". Proteste dalla Campagna contro i mercanti di armi: rappresentanti di Amnesty international, Associazione obiettori nonviolenti, Emergency, Rete Lilliput e Social forum hanno manifestato davanti al Senato esponendo drappi neri in segno di lutto "per la condana a morte della 185". "La CdL con la scusa della ratifica - dice Massimo Paolicelli dell'Aon - vuole smantellare una legge che finora ha impedito all'Italia di foraggiare paesi in guerra". "C'è da vergognarsi - afferma padre Alex Zanotelli - farò di tutto per far conoscere quali senatori hanno votato la modifica della 185".

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27 marzo 2003
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