RASSEGNA STAMPA

Avvenire
8 febbraio 2003
di Maurizio Blondet

Volle lo scudo
Donald Rumsfeld. Il falco che teme gli Stati Canaglia

Il regime di Saddam? "È evidentemente utile avere rapporti con esso". Come sono cambiati i tempi: Donald Rumsfeld lo disse al New York Times il 2l dicembre 1983, di ritorno da Baghdad. Era la prima visita ufficiale americana da anni, e Rumsfeld andò a riallacciare le relazioni diplomatiche con Saddam (allora in guerra con I'Iran) in veste "special envoy", ambasciatore itinerante, del governo Reagan. Erano gli stessi giorni in cui I'Onu accusava Saddam di aver usato gas nervini contro le truppe iraniane; il fatto non gettò una sola ombra nei colloqui U sa Iraq. Ancora nel 1988, quando sperava la nomination come candidato presidenziale dal partito repubblicano, Rumsfeld vantò fra le sue benemerenze "l'aver riaperto le relazioni con 1'Iraq".
La carriera politica di Rumsfeld comincia con Nixon, il quale lo mette a capo di un Office for Economic Opportunity: il suo vice è Dick Cheney, da allora suo grande amico. Nel '75, Gerald Ford nomina Rumsfeld ministro della Difesa: resta al Pentagono solo 14 mesi abbastanza per autorizzare l'acquisto del bombardiere B 1 e del missile Mx. Due commesse assai costose, che hanno reso Rumsfeld uno dei ministri più amati dalle industrie dell'armamento. Difatti, ogni volta che alla Casa Bianca s'insedia un democratico, lui, repubblicano, trova porti sicuri nel privato militare. È stato presidente della General Instruments Corporation, potente industria del settore, consigliere d'amministrazione della Brown Boveri, che ha un importante settore militare, e con le mani in pasta alla General Dynamics (aerei da guerra senza pilota).
Intanto ha presieduto anche la Rand, uno dei centri strategici privati più influenti sulla politica Usa (finanziato dalle industrie degli armamenti). Sono ambienti dove patriottismo e affari si uniscono in modo naturale", ha scritto il giornalista Jason Vest di The Nation: per dire che qui l'atteggiamento da falco è funzionale agli interessi delle aziende. Non a caso, dal 1988 Rumsfeld, capeggiando al Congresso la Commissione "di valutazione del rischio missilistico contro gli Stati Uniti", ha elaborato la dottrina per cui va famoso: 1'America deve dotarsi di un ombrello antimíssile nazíonale contro "gli stati canaglia: pronti a colpire, assicura, entro cinque anni. A quello scopo, sostiene, occorre stracciare tuttí i vecchi trattati di limitazione dei missili intercontinentali firmati con Mosca, me perfino rivedere le vecchie alleanze tipo Nato: "Dobbiamo essere pronti alle minacce nuove, non alle vecchie", sancisce. E stila progetti di enormi commesse militari ultrasofisticate.
La Cia però, con George Tenet non condivide questo allarmismo. Rumsfeld, ribattezzato "il guerriero stellare", pare una Cassandra. Poco a scoltata: fino all'11 settembre. La tragedia sembra fatta apposta per dar gli ragione Ora al Pentagono c'è lui, il profeta chiaroveggente. Con carta bianca per le future guerre "contro il terrorismo". Fra le innovazioni di Rumsfeld, le più incisive, riguardano l'affidamento ai prívati di attivítà militari prima riservate allo Stato. Esempio: la logistica e 1'addestramento dei soldati per la guerra all'Iraq è appaltata alla Kellog Brown & Root. Sussidiaria della Halliburton, il colosso petrolifero di cui è stato presidente 1'amico Cheney.

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9 febbraio 2003
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