RASSEGNA STAMPA

Il Sole 24 Ore
30 ottobre 2002
di Dino Pesole

La visita in Emilia-Romagna
Ciampi: la difesa comune deve diventare
la priorità della nuova Europa

"In questi mesi occorre adeguare le istituzioni all'allargamento"

La costruzione europea non può prescindere da una vera politica comune di difesa, e dunque da un più corretto utilizzo delle risorse a disposizione. "br"Carlo Azeglio Ciampi è tornato ieri su un tema a lui caro, l'assetto politico e istituzionale della nuova Europa. L'occasione gli è stata offerta da un incontro, nella sede del Municipio, con 140 studenti del "Model European Parliament" e del "Forum di Agenda locale under 21" di Ferrara. In questi mesi ci stiamo giocando l'avvenire dell'Europa, ha detto Ciampi. Esplicito il riferimento alla prima bozza della Costituzione europea (lo "scheletro", come si dice in gergo) messa a punto dalla Convenzione presieduta da Valery Giscard d'Estaing. "br"Due momenti dalla portata storica, quello dell'assetto istituzionale della nuova Europa e dell'allargamento, che partono da lontano, completando un percorso avviato nell'immediato dopoguerra. Ciampi ne ha ripercorso tutte le tappe, dal primo embrione (la Comunità economica del Carbone e dell'acciaio), alla nascita della Comunità economica europea fino alla moneta unica. Ora siamo alla vigilia di un passaggio cruciale, e Ciampi si augura che la Conferenza intergovernativa che dovrà stendere il nuovo Trattato chiuda effettivamente i suoi lavori entro la fine del 2003 ("e non solo perché l'appuntamento cadrà sotto la presidenza italiana").
La vera dead line è con le elezioni europee della primavera del 2004, quando potranno essere chiamati a eleggere i propri rappresentanti i cittadini dell'Europa allargata ai Paesi dell'Est e dell'Europa mediterranea. "Una nuova, grande area di sicurezza, libertà e giustizia", che si ispirerà alla Carta dei diritti fondamentali, di fatto la parte prima della Costituzione in via di elaborazione. La seconda parte dovrebbe per Ciampi prefigurare il modello della Federazione di Stati Nazione, un misto di confederazioni e federazioni, cementato dal "nuovo sentimento europeo". Quel che sia il futuro modello istituzionale, è in ogni caso "importante che questa nuova Unione si realizzi".
Il rafforzamento delle istituzioni è fondamentale, perché vigono ancora le regole della Comunità composta da sei Paesi, "mentre oggi siamo quindici e domani saremo venticinque". Un passaggio fondamentale sarà l'accettazione "su larga scala" del voto a maggioranza. Si decreterà in tal modo la fine del criterio dell'unanimità, che nella prospettiva dell'allargamento porterebbe inevitabilmente l'intera Unione alla paralisi.
Prima di tutto, occorre però superare la discrasia tra una politica monetaria federale e una politica economica ancora nella competenza dei singoli Stati. "Qui non si tratta di cedere sovranità - ha concluso Ciampi - ma di metterla in comune".

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24 novembre 2002
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